Masterplan per il Sud: per Manfredonia potrebbe essere una grande opportunità

Nella relazione di Renzi alla direzione monotematica del Pd sul Mezzogiorno, sono numerosi i passaggi dedicati ai poli industriali del Sud, ed alle crisi più o meno grandi che questi stanno vivendo. Nel dibattito sulle misure che faranno parte di quello che il presidente del consiglio ha definito masterplan per il Mezzogiorno, il tema più gettonato è sicuramente quel del gap infrastrutturale che divide Nord e Sud. Ma, stando almeno agli interventi che vengono quotidianamente pubblicati da L’Unità, una crescente attenzione viene dedicata anche al tema delle politiche industriali.
Se è vero che ormai da molti anni le politiche industriali pubbliche si sono rarefatte, è vero anche che a pagare di più per questa situazione è stato il Mezzogiorno, la cui economia industriale era e resta strutturalmente più debole rispetto al resto del Paese.
Ma qualcosa potrebbe cambiare. Proprio l’Unità ha ospitato in questi giorni un intervento importante sul tema della crisi industriale del Mezzogiorno.
L’autore è il deputato siciliano Giovanni Burtone, uno degli esponenti più autorevoli del Pd siciliano. Amico personale di Sergio Mattarella, è tra quelli che non hanno mai deposto l’ideale meridionalista e che vedono nel masterplan un’occasione concreta di rilancio e di riscatto per il Mezzogiorno.
Burtone propone di rilanciare con investimenti importanti otto siti produttivi, che vedono in prima fila la Puglia: Gela, Augusta, Porto Torres, Crotone, Taranto, Manfredonia, Brindisi, Valbasento.
“Sono tutti luoghi - scrive il deputato di Catania - in cui l’industria ha segnato quei territori e in cui oggi la crisi industriale ha provocato un senso di smarrimento civico. Ma quei siti nascono come processo di industrializzazione ed è figlio dello “schema Vanoni” di un’idea di Sud che oggi si reputa sbagliata, ma che allora consentì al Sud di uscire dall’isolamento."

La crisi di questi poli è stata determinata in larga parte anche dal passo indietro che i governi degli ultimi decenni hanno operato rispetto alla programmazione negoziata, che aveva ha consentito difendere pezzi del sistema industriale nato proprio con quello che Burtone definisce “sistema Vanoni”. Esemplare il caso di Manfredonia, con la Sangalli Vetro e le altre aziende insediatesi con il contratto di area, che rappresentò il percorso pubblico e concertato di riqualificazione industriale del territorio sipontino, segnato nel bene e nel male dalla presenza del petrolchimico.
Oggi quel sistema è esso stesso in crisi: ma restano in piedi le infrastrutture (alcuni delle quali assolutamente competitive come il porto) ed un humus che non può essere abbandonato o affidato soltanto a quegli ammortizzatori sociali o a quel perverso assistenzialismo che il Mezzogiorno e Manfredonia hanno sperimentato sulla loro pelle.
Burtone si augura che i meridionali riescano a superare lo smarrimento che sovente affiora quando si deve riflettere e ci si deve confrontare sul delicatissimo tema del rapporto tra ambiente ed industria.
C’è sicuramente la necessità di un confronto pacato e sereno. Che superi la logica del muro contro mura che abbiamo visto all'opera in queste ultime settimane in Puglia, tra manifestazioni di no triv  e proteste su metanodotti e depositi metaniferi.

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