Attrattività e competitività: Foggia batte Bari
La Foggia bella e competitiva di Michele Sepalone |
Lo afferma uno studio dell'Assirm, associazione che raggruppa i maggiori Istituti di ricerche italiani. La graduatoria viene compilata utilizzando una serie di indicatori che descrivono il livello di benessere e il potenziale di sviluppo di una città. L'indice IAL viene ottenuto utilizzando una sorta di cruscotto socio-economico che misura una decina di parametri: il reddito mediano, il differenziale tra ricchi e poveri, l'evasione scolastica, la percentuale della popolazione in possesso del diploma, il tasso di emigrazione e di eterogeneità, l'età media della popolazione, l'indice di variazione della popolazione e delle famiglie tra il 2008 e il 2012. Tutti dati che forniscono un'attendibile fotografia delle caratteristiche sociali, economiche e demografiche di un territorio, valutandone la competitività.
La classifica pugliese (che riguarda - è il caso di ribadirlo - i capoluoghi e non le province) vede al top Lecce, con un indice IAL (indice di attrattività locale) di 104,4. Foggia si piazza al secondo posto, ma per un nonnulla: 104, 2. Al terzo posto Bari, il capoluogo regionale, ma piuttosto staccato, con un indice di 100. Chiudono la graduatoria Brindisi (99,9) e Taranto (99,5).
L'indagine disegna una geografia dello sviluppo regionale decisamente insolita: da un lato Lecce e Foggia, separate soltanto da 0,2 punti, dall'altro Bari, Brindisi e Taranto. Il distacco è piuttostp netto e vistoso. Lecce e Foggia sopravanzano le altre province pugliesi di quattro punti e mezzo.
Un aspetto dell'indagine destinato a far discutere è che, come si è già detto, essa riguarda soltanto i capoluoghi e non l'intero territorio provinciale, che in altre classifiche (come quella sulla qualità della vita compilata dal Sole 24 Ore) si è dimostrato poco performante.
I dati dell'Assirm smontano anche un altro stereotipo: che sia il capoluogo Foggia a frenare la provincia. In questo caso, sembra piuttosto il contrario.
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