Settant'anni fa la prima pietra della Casa della Divina Provvidenza
Ecco un'altra pagina rimossa della storia di Foggia, nonostante sia stata, almeno agli albori, una bella storia di solidarietà e di carità.
Settant'anni fa, il 22 luglio del 1945, veniva fondato l'Ospedale Psichiatrico "Don Uva" a Foggia, seconda sede pugliese della Congregazione Ancelle della Divina Provvidenza. La coincidenza della fondazione dell'istituto con la ricorrenza del secondo anniversario del più tragico bombardamento su Foggia, è tutt'altro che casuale.
La cerimonia, molto sobria, si svolse dopo che in Cattedrale una solenne concelebrazione, presieduta dal vescovo mons. Fortunato Maria Farina, aveva commemorato le migliaia di vittime provocate dal raid aereo alleato, il più duro della tragica estate di due anni prima.
I bombardamenti avevano lasciato dietro di sé tante macerie non solo materiali, ma anche morali: una terribile traccia di morte, di distruzione, ma anche un diffuso disagio psichico.
Stremati dal terrore delle bombe, dalla fame, centinaia d foggiani avevano perduto la ragione e c'era assoluta necessità di un presidio che potesse assisterli. Mons. Farina si adoperò presso don Pasquale Uva, fondatore della Casa della Divina Provvidenza di Bisceglie (proclamato venerabile il 2012, e di cui è in corso la causa di beatificazione e di canonizzazione), affinché anche nel capoluogo dauno venisse realizzata la struttura di assistenza sorta prima della guerra, a Bisceglie, con lo scopo di provvedere "alla cura, all’assistenza, alla riabilitazione, alla risocializzazione, alla difesa ed alla sorveglianza delle persone nelle quali è presente una compromissione delle facoltà intellettive superiori, in special modo verso i neuropatici, i minorati psichici e anche i lungo degenti” (dalle Costituzioni della Congregazione).
L'ospedale fu completato in breve tempo, e svolse un'opera preziosa nella difficile ricostruzione della città così brutalmente colpita dalla guerra. Se l'edilizia provvide alla riedificazione o alla riparazione dei palazzi danneggiati o distrutti, la Casa della Divina Provvidenza si occupò di risanare la psiche dei tanti foggiani colpiti nell'anima dalla ferocia della guerra.
Con la chiusura dei manicomi disposta dalla Legge Basaglia, la Casa ha riconvertito la sua missione: oggi si occupa di riabilitazione dei disabili in generale, ed è alle prese con una profonda crisi finanziaria, culminata nell'avvio di un procedimento penale per bancarotta fraudolenta che ha coinvolto i suoi vertici. Accade anche questo, quando non si riesce a fare memoria del passato.
Settant'anni fa, il 22 luglio del 1945, veniva fondato l'Ospedale Psichiatrico "Don Uva" a Foggia, seconda sede pugliese della Congregazione Ancelle della Divina Provvidenza. La coincidenza della fondazione dell'istituto con la ricorrenza del secondo anniversario del più tragico bombardamento su Foggia, è tutt'altro che casuale.
La cerimonia, molto sobria, si svolse dopo che in Cattedrale una solenne concelebrazione, presieduta dal vescovo mons. Fortunato Maria Farina, aveva commemorato le migliaia di vittime provocate dal raid aereo alleato, il più duro della tragica estate di due anni prima.
I bombardamenti avevano lasciato dietro di sé tante macerie non solo materiali, ma anche morali: una terribile traccia di morte, di distruzione, ma anche un diffuso disagio psichico.
Stremati dal terrore delle bombe, dalla fame, centinaia d foggiani avevano perduto la ragione e c'era assoluta necessità di un presidio che potesse assisterli. Mons. Farina si adoperò presso don Pasquale Uva, fondatore della Casa della Divina Provvidenza di Bisceglie (proclamato venerabile il 2012, e di cui è in corso la causa di beatificazione e di canonizzazione), affinché anche nel capoluogo dauno venisse realizzata la struttura di assistenza sorta prima della guerra, a Bisceglie, con lo scopo di provvedere "alla cura, all’assistenza, alla riabilitazione, alla risocializzazione, alla difesa ed alla sorveglianza delle persone nelle quali è presente una compromissione delle facoltà intellettive superiori, in special modo verso i neuropatici, i minorati psichici e anche i lungo degenti” (dalle Costituzioni della Congregazione).
L'ospedale fu completato in breve tempo, e svolse un'opera preziosa nella difficile ricostruzione della città così brutalmente colpita dalla guerra. Se l'edilizia provvide alla riedificazione o alla riparazione dei palazzi danneggiati o distrutti, la Casa della Divina Provvidenza si occupò di risanare la psiche dei tanti foggiani colpiti nell'anima dalla ferocia della guerra.
Con la chiusura dei manicomi disposta dalla Legge Basaglia, la Casa ha riconvertito la sua missione: oggi si occupa di riabilitazione dei disabili in generale, ed è alle prese con una profonda crisi finanziaria, culminata nell'avvio di un procedimento penale per bancarotta fraudolenta che ha coinvolto i suoi vertici. Accade anche questo, quando non si riesce a fare memoria del passato.
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