Fausto Coppi allo Zaccheria
La disponibilità di sempre nuovi materiali d'archivio sul web, non cessa di regalare emozioni e sorprese. E rilancia la sfida di una possibile public history scritta e recuperata a partire dalle immagini, dalle foto, dalla memoria che andrebbe altrimenti dispersa.
Qualche giorno fa, vi ho parlato di quella tappa del Giro d'Italia che arrivò e partì da Foggia, vedendo tra i suoi protagonisti il Campionissimo, Fausto Coppi.Le immagini che ho pubblicato in quella circostanza erano un po' traditrici, nel senso che si riferivano sì alla tappa che portò il Giro da Foggia a Pescara, ma erano state scattate, con ogni probabilità, in località abruzzesi. Ecco oggi un'altra immagine, che si riferisce all'arrivo della frazione Napoli-Foggia, che come la fotografia documenta in modo inequivocabile, si concluse allo Stadio Zaccheria, dotato allora della pista d'atletica.
L'immagine è tratta dal Fondo Gaetano Spirito, custodito nell'Archivio di Stato di Foggia, e reca la seguente didascalia: "Bianchi, fotografia di Fausto Coppi all'arrivo della 9 tappa della 34 edizione del Giro d'Italia, 1951 (AS Foggia, Fondo Gaetano Spirito)".
A pochi chilometri dal capoluogo dauno si verificò un gustoso episodio, che mi è stato riferito da un carissimo amico, e che mi è tornato alla memoria in questi giorni, proprio cercando le tracce del passaggio del Campionissimo.
Ne fu protagonista il padre di questo amico, tifosissimo di Coppi. La carovana arrivava a Foggia percorrendo la Statale 90 "delle Puglie". A quei tempi non era stata ancora costruita la variante di Giardinetto, che consente oggi di superare quell'ultima balza dell'Appennino con alcuni morbidi e comodi tornanti.
Per raggiungere il Tavoliere bisognava superare il "muro" di Giardinetto, che rappresenta ancora oggi una bella sfida per i cicloamatori foggiani: un chilometro di salita dritta, che si erge all'improvviso, con una pendenza - direi - dell'8 per cento. Allora le cartine altimetriche non erano precise come quella di oggi, e il "muro" sorprese i corridori, Coppi compreso. Manco a dirlo, i tifosi s'erano appostati proprio su quel tratto di salita, sapendo che l'andatura più lenta gli avrebbe dato la possibilità di vedere meglio i loro beniamini. Quando il padre del mio amico vide il Campionissimo che si approssimava arrancando sui pedali, non gli parve vero. Gli si accostò per aiutarlo, spingendolo dal sellino. Ma il Campionissimo non gradì neanche un poco, evidentemente temendo di cadere o di finire nel mirino dei Giudici di corsa. Si voltò... e sputò verso il suo esuberante ed imprudente tifoso, colpendolo dritto sulla camicia e rendendolo felice. Lungi dall'offendersi, da quel giorno conservò come un cimelio la camicia sputata da Coppi, senza lavarla mai.
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