Il risultato di Cerignola stravolge il quadro politico di Capitanata
La sorprendente vittoria di Francesco Metta a Cerignola sconvolge forse definitivamente il quadro politico in Capitanata. Per la prima volta, tre città della pentapoli sono governate da amministrazioni che sono espressioni di liste civiche. Metta va ad aggiungersi a Francesco Miglio (San Severo) e Antonio Tutolo (Lucera). Rimangono nelle mani della coalizioni tradizionali soltanto Foggia con Franco Landella (centrodestra) e Manfredonia con l'appena riconfermato Angelo Riccardi (centrosinistra).
Se a questo si aggiunge che Miglio è anche presidente della Provincia e che nella sua elezione hanno svolto un ruolo importante proprio i consiglieri delle liste civiche (lo stesso Tutolo è consigliere di maggioranza) è facile capire che la politica dauna è stata sconvolta da un autentico cataclisma, le cui implicazioni in prospettiva futura sono ancora difficili da capire.
La sconfitta di Cerignola è un boccone particolarmente amaro per il centrosinistra. Ma va letta nei voti, più che nelle percentuali, per essere compresa fino in fondo. Al primo turno il neosindaco Metta, che ha un passato politico nella destra, aveva ottenuto 9.371 voti. Al secondo ne ha conquistati 12.359, incrementando il bottino del primo turno di ben 3.000 consensi. Lo sconfitto del Partito Democratico, Tommaso Sgarro, ha ottenuto 12.166 voti al primo turno e 9.904 al secondo, perdendo strada facendo 2.200 voti. La chiave è questa: mentre Metta è riuscito a difendere i voti conquistati al primo turno, ed anzi ad incrementarli significativamente, con ogni probabilità intercettando una parte cospicua dei consensi (4.512) che due settimane fa erano toccati al candidato del centrodestra Vitullo, Sgarro non è riuscito a fare altrettanto.
La storia di Cerignola ripete però un fenomeno che si era già visto sia a San Severo che a Lucera. Le coalizioni di liste civiche vincono il ballottaggio quando sono opposte alle coalizioni tradizionali. A Lucera Tutolo l’aveva spuntata sul Pd, a San Severo Miglio ha sconfitto il candidato del centro destra. Insomma, le liste civiche si mostrano al ballottaggio più performanti dei partiti tradizionali.
Se le cose stanno così, la sconfitta di Cerignola non è una faccenda interna al Pd, ma chiama in causa le complesse relazioni tra il Pd e la galassia delle liste civiche, il sistema di alleanze che così si costruisce, la sua solidità, la sua estensibilità ai diversi contesti elettorali.
Dopo i trionfi passati, la sconfitta amara e lacerante di Cerignola dimostra che non sempre la ciambella riesce col buco.
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