Perché è importante votare. Comunque.
Mai come nei prossimi giorni, la Puglia assurgerà al ruolo di laboratorio politico nazionale. In un momento di crisi e di scomposizione senza precedenti del sistema dei partiti e delle coalizioni, sta proprio in Puglia il crocevia da cui potranno snodarsi evoluzioni importanti, anche per il resto del Bel Paese.
Da un lato c'è il derby senza fine in seno al centrodestra, che nel Tacco dello Stivale si consuma nella diretta contrapposizione tra Berlusconi e il suo ex delfino Raffaele Fitto e i rispettivi candidati (Poli Bortone e Schittulli), dall'altro c'è Michele Emiliano ma anche le nuove relazioni che in caso di vittoria il nuovo candidato potrebbe cercare con il M5S, per la prima volta ai nastri di partenza della competizione regionale, nell'ormai consolidato ruolo di incognita o di terzo incomodo.
In un modo o nell'altro, per la Puglia passano e paradossalmente si incrociano i destini delle due coalizioni, in un confronto che di bipolare o bipartitico ha ben poco, come certificano i sette candidati alla presidenza e le diciannove liste che li sostengono.
Tutti i candidati sono accomunati dalla paura dell'astensionismo che potrebbe in qualche modo far saltare le previsioni delle vigilia. Gli elettori pugliesi hanno sempre risposto positivamente alla chiamata alle urne: cinque anni fa, si recò a votare il 62,3%, con una significativa riduzione rispetto al 2005, quando andò alle urne il 70,5% degli aventi diritto al voto. Oggi c'è chi paventa una partecipazione inferiore al 50%, e la sensazione diffusa è che alla fine riusciranno ad avere la meglio i candidati che riusciranno a portare alle urne il maggior numero di elettori, nel senso che con ogni probabilità gli incerti e i disaffezionati alla politica, preferiranno disertare (che è sempre un errore).
Inutile sottolineare quanto il voto sia importante per la provincia di Foggia: con la soppressione delle Province e con il ruolo sempre più marginale cui i comuni sono stati relegati dai feroci tagli alla spesa pubblica, piaccia o non piaccia per le Regioni e per la loro capacità di spesa e di investimento passano le opportunità di ripresa e di rilancio dei territori provinciali. Tanto più in Puglia, che è destinataria di particolari provvidenze da parte dell'Unione Europea, ricadendo il suo territorio nelle aree maggiormente svantaggiate. Per questo è importante recarsi alle urne.
L'importanza del test elettorale è arricchita anche dal turno di amministrative, che vede chiamati alle urne oltre che per le regionali, anche gli elettori di dieci comuni, chiamati ad eleggere sindaci e consigli comunali: Accadia, Cagnano Varano, Carlantino, Casalvecchio di Puglia, Cerignola, Manfredonia, Monteleone di Puglia, Ordona, Rocchetta Sant'Antonio, San Paolo di Civitate. Si vota con il doppio turno solo nei due comuni della Pentapoli, ovvero Cerignola e Manfredonia, che vedono i sindaci uscenti espressi rispettivamente dal centrodestra e dal centrosinistra.
Da un lato c'è il derby senza fine in seno al centrodestra, che nel Tacco dello Stivale si consuma nella diretta contrapposizione tra Berlusconi e il suo ex delfino Raffaele Fitto e i rispettivi candidati (Poli Bortone e Schittulli), dall'altro c'è Michele Emiliano ma anche le nuove relazioni che in caso di vittoria il nuovo candidato potrebbe cercare con il M5S, per la prima volta ai nastri di partenza della competizione regionale, nell'ormai consolidato ruolo di incognita o di terzo incomodo.
In un modo o nell'altro, per la Puglia passano e paradossalmente si incrociano i destini delle due coalizioni, in un confronto che di bipolare o bipartitico ha ben poco, come certificano i sette candidati alla presidenza e le diciannove liste che li sostengono.
Tutti i candidati sono accomunati dalla paura dell'astensionismo che potrebbe in qualche modo far saltare le previsioni delle vigilia. Gli elettori pugliesi hanno sempre risposto positivamente alla chiamata alle urne: cinque anni fa, si recò a votare il 62,3%, con una significativa riduzione rispetto al 2005, quando andò alle urne il 70,5% degli aventi diritto al voto. Oggi c'è chi paventa una partecipazione inferiore al 50%, e la sensazione diffusa è che alla fine riusciranno ad avere la meglio i candidati che riusciranno a portare alle urne il maggior numero di elettori, nel senso che con ogni probabilità gli incerti e i disaffezionati alla politica, preferiranno disertare (che è sempre un errore).
Inutile sottolineare quanto il voto sia importante per la provincia di Foggia: con la soppressione delle Province e con il ruolo sempre più marginale cui i comuni sono stati relegati dai feroci tagli alla spesa pubblica, piaccia o non piaccia per le Regioni e per la loro capacità di spesa e di investimento passano le opportunità di ripresa e di rilancio dei territori provinciali. Tanto più in Puglia, che è destinataria di particolari provvidenze da parte dell'Unione Europea, ricadendo il suo territorio nelle aree maggiormente svantaggiate. Per questo è importante recarsi alle urne.
L'importanza del test elettorale è arricchita anche dal turno di amministrative, che vede chiamati alle urne oltre che per le regionali, anche gli elettori di dieci comuni, chiamati ad eleggere sindaci e consigli comunali: Accadia, Cagnano Varano, Carlantino, Casalvecchio di Puglia, Cerignola, Manfredonia, Monteleone di Puglia, Ordona, Rocchetta Sant'Antonio, San Paolo di Civitate. Si vota con il doppio turno solo nei due comuni della Pentapoli, ovvero Cerignola e Manfredonia, che vedono i sindaci uscenti espressi rispettivamente dal centrodestra e dal centrosinistra.
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