Non era orsarese Johnny Torrio, padre putativo di Al Capone
Tra i tanti, tantissimi personaggi (molti dei quali - incredibilmente - sconosciuti ancora oggi) che vengono scrupolosamente elencati e raccontati da Maurizio De Tullio nel suo Dizionario Biografico di Capitanata ve n'è uno dal pedigree tanto altisonante, quanto scomodo.
Si tratta di Giovanni "Johnny" Torrio, che in America divenne uno straordinario stratega della mafia criminale, diventando padre putativo del più noto Al Capone. Il luogo di nascita di Torrio veniva diffusamente indicato in Orsara di Puglia. Ma il problema era che dati certi sulla sua origine orsarese (come lo stesso De Tullio annotò nel Dizionario Biografico) non ve n'erano, sebbene sul web continui a circolare questa voce.
Così, avendo più tempo per fare ricerche a posteriori, De Tullio è riuscito finalmente ad appurare che Johnny Torrio nacque senza alcun dubbio a Irsina (Matera, e che a quel tempo si chiamava Montepeloso) e che i genitori erano di Altamura (Bari) e che solo per un breve periodo si trovarono a vivere in Basilicata, nell'allora Montepeloso.
Il bello è che né a Irsina né tanto meno ad Altamura sanno della cosa, visto che su internet nessuno "reclama" nelle due località la paternità di personaggio tanto singolare e controverso.
Ora, invece, chiarezza è stata fatta e di sicuro Torrio non era di Orsara di Puglia!
Si tratta di Giovanni "Johnny" Torrio, che in America divenne uno straordinario stratega della mafia criminale, diventando padre putativo del più noto Al Capone. Il luogo di nascita di Torrio veniva diffusamente indicato in Orsara di Puglia. Ma il problema era che dati certi sulla sua origine orsarese (come lo stesso De Tullio annotò nel Dizionario Biografico) non ve n'erano, sebbene sul web continui a circolare questa voce.
Così, avendo più tempo per fare ricerche a posteriori, De Tullio è riuscito finalmente ad appurare che Johnny Torrio nacque senza alcun dubbio a Irsina (Matera, e che a quel tempo si chiamava Montepeloso) e che i genitori erano di Altamura (Bari) e che solo per un breve periodo si trovarono a vivere in Basilicata, nell'allora Montepeloso.
Il bello è che né a Irsina né tanto meno ad Altamura sanno della cosa, visto che su internet nessuno "reclama" nelle due località la paternità di personaggio tanto singolare e controverso.
Ora, invece, chiarezza è stata fatta e di sicuro Torrio non era di Orsara di Puglia!
Di seguito l'articolo sull'argomento che Maurizio De Tullio ha voluto offrire agli amici e ai lettori di Lettere Meridiane.
* * *
Ho impiegato molti anni per
mettere insieme circa 600 schede biografiche di personalità e personaggi,
anagraficamente nati in provincia di Foggia in un arco temporale compreso tra
il 1840 e il 2008. Da quel lavoro nacque, nel 2009, il “Dizionario Biografico
di Capitanata”.
Tra le numerose schede che mi
hanno tenuto particolarmente impegnato, fino a qualche giorno fa, vi è quella
dedicata a Giovanni “Johnny” Torrio, uno dei più grandi criminali mafiosi
italo-americani. Dal suo “genio” nacque l’erede che avrebbe reso ancor più
brillante la vita criminale americana e dato l’avvio a un rinnovato filone
cinematografico: Al Capone.
Se provate a indagare, attraverso
Google, quale fu il luogo di nascita
di Torrio, nella maggior parte dei casi troverete la nostra Orsara di Puglia.
In altri siti, ma in numero minore, invece, è citata la materana cittadina di
Irsina. [questa la scheda presente su
Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Johnny_Torrio
]
Per il mio lavoro di ricerca mi
ero avvalso di vari strumenti e di numerose fonti (archivi comunali, di Stato,
diocesani, biblioteche, giornali, riviste, libri, internet, studiosi e finanche
Sindaci) e avevo preso per possibile l’ipotesi di Orsara, nonostante l’assenza
di prove documentali dovuta – in molti lo ritenevamo – alla errata trascrizione
in America del cognome Torrio.
Dopo alcuni anni di indagini sospese
– ma solo per l’evidente assenza di novità sostanziali – ho provato a
consultare altri database presenti
sulla rete e, dopo infiniti tentativi, la realtà è emersa ed oggi posso
confermarlo ufficialmente: Johnny Torrio non nacque a Orsara di Puglia ma ad
Irsina, che però si chiamava ancora Montepeloso quando il futuro criminale vi
nacque, il 20 febbraio del 1882.
Tutto chiarito? Forse sì, ma
qualche considerazione andrebbe fatta.
Intanto fa specie rilevare che,
per quanto lo si possa immaginare un personaggio “ingombrante”, nessuno ad
Irsina (paesone di oltre 5.000 abitanti e che nel 1961 ne contava oltre 11.000)
si sia impegnato a fondo per confermare questa che non è più una voce, come lo
era nel caso di Orsara, ma un dato di fatto.
Ma Torrio – figlio di Tommaso e
Maria Carluccio – ad Irsina vi nacque quasi per caso. I suoi genitori, infatti,
erano baresi, o meglio di Altamura, e si trovarono ad abitare a
Montepeloso/Irsina solo per un breve periodo. Il padre Tommaso lavorava per
conto delle ferrovie e nel 1884, quando il piccolo Giovanni aveva solo due
anni, un incidente glielo portò via lasciando vedova la mamma a soli 27 anni, la
quale, però, non si diede per vinta e reagì come poi fecero milioni di nostri
connazionali. Emigrando.
La prospettiva di espatriare in
America, Tommaso e Maria l’avevano messa in conto già da qualche mese e
l’incidente mortale in un certo senso velocizzò la scelta della mamma di Giovanni
Torrio che, con un buon gruzzolo messo negli anni da parte, prese il primo
piroscafo utile e da Napoli raggiunse gli Stati Uniti.
Da questo momento in poi Wikipedia, libri e riviste specializzate
hanno messo insieme un’ampia mole di notizie biografiche su Giovanni “Johnny”
Torrio. A cominciare dal suo “nuovo” papà.
Maria Carluccio (che su internet
risulta invece sempre Carlucci!) poco dopo essere giunta in America, conosce e
sposa il coetaneo Salvatore Caputo, un negoziante di generi alimentari dai
dubbi traffici, nato in Calabria e imparentato con i Colosimo, altra nota
famiglia mafiosa che spadroneggiò per lungo tempo negli States. Restava da chiarire l’ossatura di questa nuova famiglia.
E così, tassello dopo tassello e
anche con l’aiuto della collega Concetta Terlizzi, è ora possibile conoscere
con più nitidezza le famiglie Torrio-Carluccio-Caputo, pur se con qualche
dubbio e qualche crepa.
Giovanni Torrio, dunque, nasce a
Irsina (Matera) il 20 febbraio 1882, da Tommaso e Maria Carluccio. I genitori
di lei sono di Altamura, città nella quale deve aver certamente vissuto per
molti anni prima di trasferirsi, forse solo per pochi mesi, nella vicina
Montepeloso, oggi Irsina.
Non so dire se per fretta o
disguido, ma in un documento del settembre 1918, relativo al periodo della
Prima Guerra Mondiale, si apprende che John Torrio era nato in Italia ma nel
1880! E non doveva trattarsi di una omonimia se la moglie citata nel documento si
chiama Anna e se vivono a Chicago, come tutte le biografie correttamente
riportano.
Nel documento da me trovato,
laddove si parla di Altamura quale luogo di nascita dei Carluccio, Maria
sostiene di essere nata nel 1857 (anno esatto) e di essere emigrata negli Stati
Uniti da Napoli nel 1885. In altro documento importante, e cioè il Censimento
della popolazione statunitense del 1900, sono riportati altri dati: Maria
Carluccio e Tommaso Torrio si sposano nel 1880 e dopo che il marito muore,
Maria emigra negli States nel 1886. Così
almeno dichiara.
In America, come già accennato,
la madre di Giovanni conosce e sposa Salvatore Caputo dal quale avrà altri
figli. Nei dati del citato Censimento del 1900 sono riportati anche gli anni di
nascita dei figli della nuova coppia, sposatasi nel 1887, e cioè: John (1882),
Isabella (1889), Michele (1891) e Grazia (1894). Anche in questo caso non
mancano perplessità, perché Isabella – in un altro documento valido per l’espatrio
(un viaggio in Europa, del 1924, fatto con John e la madre Maria) – dichiara di essere nata nel 1888. In questo
stesso documento, John, oltre a dichiarare di essere nato a Irsina (anche se la
chiama Ersina) il 20 gennaio 1882,
sostiene di essere giunto negli Stati Uniti nel dicembre del 1884: è il terzo
anno su tre che non coincide con gli altri documenti finora citati! Lo stesso
anno di nascita – in quello stesso documento col quale si richiede il permesso
per l’espatrio, per motivi familiari e di vacanza – una volta risulta il 1882 e
un’altra il 1881! Risale invece all’8 novembre 1923 la data di naturalizzazione
del suo status di cittadino statunitense
e dichiara di essere occupato in campo immobiliare. La naturalizzazione di
Maria Carluccio, invece, risale al marzo 1924.
In un altro documento, quello per
le elezioni del 1905, c’è una sorta di “stato delle anime”, dal quale si evince
che la madre di Torrio, Maria Caputo (nata ovviamente Carluccio), a quella data
ha 50 anni e sarebbe quindi nata nel 1855 (mentre, come detto, la data certa è
quella del 1857), e che risiederebbe negli Stati Uniti da 20 anni, quindi dal
1885. Stesso anno di arrivo anche per il marito Salvatore Caputo, che dichiara
di avere 44 anni. In teoria la coppia potrebbe essersi conosciuta sulla stessa
nave se non, addirittura, in Italia, prima della partenza!
A tale proposito c’è un altro
documento, del gennaio 1888, che potrebbe confermare questa ipotesi, pur con
qualche dato… ballerino, nel senso che – come si sa – nomi e cognomi degli
italiani, una volta giunti nelle dogane, subivano spesso deformazioni all’atto
della trascrizione. Si tratta del matrimonio di un Salvatore Caputo con una
Mariannina Calucci (in luogo di Maria Carluccio). I genitori di lui si chiamano
Nicola e Isabella (Isabella è anche il nome della prima figlia di Salvatore
Caputo) mentre quelli di lei sono Domenico e Fortunata (e Domenico è realmente
il nome del papà di Maria Carluccio). Il matrimonio si celebra a Manhattan il
30 gennaio 1888 e ciò dimostrerebbe che i genitori delle due famiglie se non
altro vissero negli Stati Uniti.
Con questa carrellata finale di dati e date, non sempre precisi e
attendibili, chiudo la ricerca sul fronte orsarese di Johnny Torrio, lasciando
ai materani di Irsina (e ai baresi di Altamura) la possibilità di rivendicare
per certe le origini di uno dei più grandi strateghi della criminalità mafiosa
americana del secolo scorso. Maurizio De Tullio
Commenti