La buona scuola? C'è già. A Rodi Garganico.
In questi giorni si sente parlare tanto di scuola, e in toni particolarmente accesi. È un peccato, perché un simile argomento richiederebbe una discussione più pacata e un confronto più partecipato, tanto più quando sul piatto c’è una riforma che si prefigge l’obiettivo di cambiare molto, in termini di reclutamento del personale docente e di complessiva qualità del servizio scolastico pubblico.
Per ragionarne in termini più distesi si dovrebbe partire da un dato di fatto che viene spesso trascurato: la scuola è l’ultimo baluardo di formazione delle coscienze e di produzione creativa e culturale in un Paese che negli ultimi decenni è stato sottoposto a un devastante processo di egemonia sottoculturale ad opera di veline, cronisti, iene, grandi fratelli, vip (e aspiranti tali). (La definizione non è mia ma di Massimiliano Panarari, autore del libro L’egemonia sottoculturale. L’Italia da Gramsci al gossip, Einaudi, 2010.)
Di questa sua funzione fondamentale e spesso disconosciuta, la scuola regala a volte delle spettacolari e sorprendenti conferme, come la lettera che Antonio Manicone, studente della classe III C CAT dell’Istituto di Istruzione Statale Superiore “Mauro del Giudice” di Rodi Garganico, ha scritto a Giacomo Leopardi, e che è valsa allo studente garganico il quinto posto, con relativo premio, del concorso nazionale di narrativa : “Raccontar… scrivendo” organizzato dalla “Casetta degli artisti” di Recanati per avvicinare gli studenti al grande poeta di Recanati.
Quanto mai intrigante l’intuizione alla base del concorso: aprire “un dialogo” tra i giovani e Leopardi, considerandolo un ragazzo dei nostri tempi con il quale condividere e/o dibattere pensieri, desideri, aspirazioni.
La lettera di Antonio Manicone provoca un’emozione profonda e immensa, che nasce non solo dalla profonda comprensione dell’attualità della lezione leopardiana manifestata dallo studente, ma dalla tensione culturale e morale che riesce ad esprimere a partire da Leopardi, segno che lo studente è riuscito ad interiorizzare quanto ha appreso tra i banchi di scuola e che chi glielo ha insegnato è riuscito a trasmettergli tutta la grandezza e l’attualità della poesia dell'autore dell'Infinito.
Un esempio di buona scuola da additare e di cui gioire.
Potete leggere il testo integrale della lettera di Antonio Manicone a Giacomo Leopardi nel blog Uriatinon di Teresa Maria Rauzino, insegnante del bravo Antonio. Per farlo, cliccate qui.
Leggete e condividete, perché ne vale la pena.
Per ragionarne in termini più distesi si dovrebbe partire da un dato di fatto che viene spesso trascurato: la scuola è l’ultimo baluardo di formazione delle coscienze e di produzione creativa e culturale in un Paese che negli ultimi decenni è stato sottoposto a un devastante processo di egemonia sottoculturale ad opera di veline, cronisti, iene, grandi fratelli, vip (e aspiranti tali). (La definizione non è mia ma di Massimiliano Panarari, autore del libro L’egemonia sottoculturale. L’Italia da Gramsci al gossip, Einaudi, 2010.)
Di questa sua funzione fondamentale e spesso disconosciuta, la scuola regala a volte delle spettacolari e sorprendenti conferme, come la lettera che Antonio Manicone, studente della classe III C CAT dell’Istituto di Istruzione Statale Superiore “Mauro del Giudice” di Rodi Garganico, ha scritto a Giacomo Leopardi, e che è valsa allo studente garganico il quinto posto, con relativo premio, del concorso nazionale di narrativa : “Raccontar… scrivendo” organizzato dalla “Casetta degli artisti” di Recanati per avvicinare gli studenti al grande poeta di Recanati.
Quanto mai intrigante l’intuizione alla base del concorso: aprire “un dialogo” tra i giovani e Leopardi, considerandolo un ragazzo dei nostri tempi con il quale condividere e/o dibattere pensieri, desideri, aspirazioni.
La lettera di Antonio Manicone provoca un’emozione profonda e immensa, che nasce non solo dalla profonda comprensione dell’attualità della lezione leopardiana manifestata dallo studente, ma dalla tensione culturale e morale che riesce ad esprimere a partire da Leopardi, segno che lo studente è riuscito ad interiorizzare quanto ha appreso tra i banchi di scuola e che chi glielo ha insegnato è riuscito a trasmettergli tutta la grandezza e l’attualità della poesia dell'autore dell'Infinito.
Un esempio di buona scuola da additare e di cui gioire.
Potete leggere il testo integrale della lettera di Antonio Manicone a Giacomo Leopardi nel blog Uriatinon di Teresa Maria Rauzino, insegnante del bravo Antonio. Per farlo, cliccate qui.
Leggete e condividete, perché ne vale la pena.
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