Cinquant'anni fa moriva Michele Vocino

Cinquant'anni fa, il 17 maggio del 1965, moriva Michele Vocino, grande scrittore e saggista garganico. Nato a Peschici nel 1881, si laureò in Diritto a Napoli, entrando qualche anno dopo nel Ministero delle Marina, dove fece carriera diventandone direttore generale.
Come annota Francesco Granatiero, nella bella voce dedicata a Vocino nella sezione Capitanata Meravigliosa del sito della Biblioteca Provincia di Foggia, "dopo alcuni anni passò al Consiglio di Stato, uscendone, per limiti di età, da Presidente di sezione. Venne eletto a Montecitorio come deputato democristiano (della circoscrizione Foggia-Bari) nella 1a legislatura, dal 1948 al 1953. Parallelamente alla carriera istituzionale, Vocino coltivò una smodata passione per la scrittura. Fu una penna poliedrica e instancabile, scrisse testi tecnici legati alla Marina, si prodigò per la promozione culturale e turistica della Capitanata, scrisse romanzi e memorie, collaborò inoltre con svariate riviste e giornali."
Michele Vocino è stato in effetti uno dei pionieri della pubblicistica contemporanea sulla Capitanata, intendendo, con questo termine, la letteratura prodotta da autori di questa terra, che scrivono su di essa per tramandarla e per raccontarla, per promuoverla anche dal punto di vista turistico.
Lettere Meridiane ha pubblicato di Vocino La Capitanata, che i Fratelli Alinari, editori in Firenze, dettero alle stampe nel 1925, nell'ambito della collezione di monografie L'Italia Monumentale.
È un testo importante, perché dà conto come in anni in cui il Paese scopriva la propria bellezza e la propria vocazione turistica, la provincia di Foggia fosse ben presente in questo processo, anche in misura maggiore rispetto alle altre province pugliesi.
Potete leggere cliccando su questo collegamento la prima puntata dell'opera (qui, la seconda), mentre qui potete guardare la ricca collezione di fotografie che accompagnava il volume, pubblicato in edizione trilingue.
In occasione del cinquantesimo anniversario della morta, Sergio D'Amaro ha pubblica sulla Gazzetta del Mezzogiorno un bell'articolo, in cui dà notizia su un aspetto poco conosciuto della vita di Vocino: il suo impegno per salvare la vita, durante l'occupazione nazista, agli ebrei e ai perseguitati politici, che egli aiutava fornendo loro documenti falsi, che gli consentivano di trovare una nuova identità.
Vocino è stato un autore fondamentale per serbare la memoria dell'identità e della cultura garganico, e il suo libro Sperone d'Italia (Roma, Casa Editrice Scotti, 1914) rappresenta un indiscusso  punto di riferimento per tutti quanti vogliano approfondire la storia e la cultura del Gargano. Su questo libro ho pubblicato una lettera meridiana in cui viene discusso il problema della nascita della pizzica: Vocino dimostra come essa si ballasse anche sul Gargano, e non solo sul Salento come comunemente si ritiene.
Vocino è un autore da amare e da riscoprire, a tutti i livelli.

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