Gino Lisa: ok dal ministero. Adesso non ci sono più alibi.
Il parere favorevole della commissione nazionale del ministero dell’Ambiente alla valutazione d'impatto ambientale per l'allungamento della pista dell'aeroporto Gino Lisa apre una fase nuova, chiudendo il tormentone delle estenuanti lungaggini della procedura (in genere bastano sei mesi, ci sono voluti invece 25 mesi e un percorso ad ostacoli, che si è concluso con l'esame del progetto in assemblea plenaria, dopo che un'altra commissione aveva espresso parere sfavorevole).
Adesso non ci sono più alibi: l'allungamento della pista si può fare. E si deve fare, assieme al recupero dell'aeroporto foggiano negli scali d'interesse nazionale, da cui è stato escluso a causa dello scarso traffico che si è registrato negli ultimi anni (e proprio - giova ricordarlo - per la mancanza di una pista che possa consentire l'atterraggio e il decollo di velivoli più grandi e più convenienti dal punto di vista commerciale).
Non ci sono più alibi per quanti, sotto sotto, gufavano e remavano contro, nella speranza di poter addebitare al Ministero dell'Ambiente la mancata realizzazione del progetto. Ma non ci sono più alibi anche per quanti ancora non affrontano quello che è il problema nevralgico del Lisa, e del suo futuro: fare in modo che funzioni al meglio, facendone una struttura attrattiva per le compagnie aeree e un elemento di supporto al rilancio del turismo garganico, che deve fare i conti con le crescente competizione di altri territori.
L'anno scorso, a giugno, la Camera di Commercio ha presentato i risultati di un importante studio del gruppo Clas in cui veniva sondata la vocazione dell'aeroporto foggiano, e nello stesso tempo valutata la fattibilità della ripresa dei voli di linea, e la sua utilizzazione quale scalo per i voli charter turistici. Lo studio elencava puntualmente le cose da fare per mettere sia il Lisa che il Gargano nelle condizioni di essere più competitivi.
Da allo, sotto questo aspetto, poco o nulla si è mosso, fatti saldi i lodevoli tentativi di alcuni operatori privati. Tante, e forse troppe, energie sono state sprecate nella infinita querelle della Valutazione d'impatto ambientale bloccata al Ministero, e nelle polemiche sulla presunta mancanza di volontà politica dei diversi attori coinvolti.
Non dovrebbe rappresentare un ostacolo il sospetto della possibile infrazione alle norme comunitarie che disciplinano l'uso delle risorse Ue, che grava sul progetto: a parte che c'è ottimismo sulla possibilità che gli organismi comunitari si pronuncino favorevolmente alle ragioni del Lisa, quand'anche la Regione Puglia dovesse avere torto, il progetto conoscerebbe una decurtazione dei contributi, comunque compatibile con il fabbisogno finanziario necessario per realizzare il progetto.
Veramente questa volta non ci sono più alibi. Veramente, questa volta, è giunto il momento che tutti - istituzioni, comunità civile - lavorino fianco a fianco.
Adesso non ci sono più alibi: l'allungamento della pista si può fare. E si deve fare, assieme al recupero dell'aeroporto foggiano negli scali d'interesse nazionale, da cui è stato escluso a causa dello scarso traffico che si è registrato negli ultimi anni (e proprio - giova ricordarlo - per la mancanza di una pista che possa consentire l'atterraggio e il decollo di velivoli più grandi e più convenienti dal punto di vista commerciale).
Non ci sono più alibi per quanti, sotto sotto, gufavano e remavano contro, nella speranza di poter addebitare al Ministero dell'Ambiente la mancata realizzazione del progetto. Ma non ci sono più alibi anche per quanti ancora non affrontano quello che è il problema nevralgico del Lisa, e del suo futuro: fare in modo che funzioni al meglio, facendone una struttura attrattiva per le compagnie aeree e un elemento di supporto al rilancio del turismo garganico, che deve fare i conti con le crescente competizione di altri territori.
L'anno scorso, a giugno, la Camera di Commercio ha presentato i risultati di un importante studio del gruppo Clas in cui veniva sondata la vocazione dell'aeroporto foggiano, e nello stesso tempo valutata la fattibilità della ripresa dei voli di linea, e la sua utilizzazione quale scalo per i voli charter turistici. Lo studio elencava puntualmente le cose da fare per mettere sia il Lisa che il Gargano nelle condizioni di essere più competitivi.
Da allo, sotto questo aspetto, poco o nulla si è mosso, fatti saldi i lodevoli tentativi di alcuni operatori privati. Tante, e forse troppe, energie sono state sprecate nella infinita querelle della Valutazione d'impatto ambientale bloccata al Ministero, e nelle polemiche sulla presunta mancanza di volontà politica dei diversi attori coinvolti.
Non dovrebbe rappresentare un ostacolo il sospetto della possibile infrazione alle norme comunitarie che disciplinano l'uso delle risorse Ue, che grava sul progetto: a parte che c'è ottimismo sulla possibilità che gli organismi comunitari si pronuncino favorevolmente alle ragioni del Lisa, quand'anche la Regione Puglia dovesse avere torto, il progetto conoscerebbe una decurtazione dei contributi, comunque compatibile con il fabbisogno finanziario necessario per realizzare il progetto.
Veramente questa volta non ci sono più alibi. Veramente, questa volta, è giunto il momento che tutti - istituzioni, comunità civile - lavorino fianco a fianco.
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