RFI beffa Foggia: da giugno entra in funzione il bypass
È un intero territorio sconfitto, oltraggiato quello che deve sopportare l'ennesima beffa, per altro ampiamente annunciata: l'alta capacità ferroviaria Napoli-Bari non passerà per Foggia. Il by pass tanto temuto e paventato è ormai un dato di fatto. Va dato merito al sindaco di Manfredonia, Angelo Riccardi, di aver scoperto il vaso di Pandora, svelando una brutta vicenda che si è consumata sotto gli occhi di tutti e che si è risolta alla fine in un possibile grave danno per il territorio, proprio a causa della scarsa trasparenza mantenuta da Rete Ferroviaria Italiana.
Dal prossimo mese di giugno entrerà in funzione la variante ferroviaria di Cervaro che consentirebbe di instradare i treni provenienti da Bari, direttamente in direzione Napoli.
"L’entrata in funzione di tale raccordo - ha fatto sapere Riccardi - causerà il fatto che due treni Freccia Argento su sei, da e per Roma, non faranno più fermate alla stazione di Foggia. Appare evidente che i vantaggi dell’Alta Capacità, con i relativi ridotti tempi di percorrenza, andranno a totale beneficio dei territori tarantino, barese, salentino, peraltro già dotati di collegamenti aerei per il funzionamento dei rispettivi scali, mentre la Capitanata dovrebbe subire, secondo gli estensori del Piano regionale trasporti, l’ennesima penalizzazione."
La cosa che fa più specie è assistere, in queste ore, all'ennesimo teatrino della politica che, anziché unirsi tutta quanta a difesa degli interessi del territorio, non trova di meglio che scambiarsi reciproche accuse circa la responsabilità di quest'ennesima beffa. E forse la chiave di lettura per capire perché Foggia e la sua province debbano patire tante sconfitte, sta proprio in questa politica sempre disunita, disattenta, sempre pronta a stilare comunicati stampa al vetriolo, ma sempre in ritardo quando si tratta di far pressing in modo unitario e coeso, per difendere le ragioni della Capitanata.
La sostanza è che per far risparmiare dieci minuti di percorrenza ai baresi, i foggiani che vanno a Napoli o a Roma, o ne fanno ritorno, saranno costretti ad utilizzare la stazione di Cervaro. Ammesso che Rete Ferroviaria mantenga la promessa di realizzare le infrastrutture necessarie almeno per far salire e scendere i passeggeri: ma a questo punto è legittimo dubitarne. I treni potrebbero anche semplicemente non fermarsi più a Foggia.
Va detto che la decisione di Rete Ferroviaria Italiana non tiene in alcun conto gli impegni, sottoscritti in tutti i documenti di programmazione, di ascoltare prima delle scelte definitive le istituzioni locali interessate. Anziché consultare le istituzioni, Rete Ferroviaria Italiana costruiva il baffo: e non occorreva essere ingegneri o addetti ai lavori per rendersi conto che la muraglia che ha circondato Borgo Cervaro doveva servire proprio a quello: ad aggirare la stazione ferroviaria di Foggia, relegandola a un ruolo sempre più marginale nello scacchiere dei collegamenti ferroviari pugliesi.
A luglio dello scorso anno, avevamo pubblicato su Lettere Meridiane le foto del passante: immagini inequivocabili che dicevano chiaro e tondo che il grido d'allarme lanciato in quei giorni dal presidente della Camera di Commercio, Fabio Porreca, era più che giustificato.
Ma la reazione della politica fu tiepida. E non tempestiva. Speriamo che la mobilitazione di queste ore serva a qualcosa. Il territorio non può permettersi l'ennesima mazzata.
Dal prossimo mese di giugno entrerà in funzione la variante ferroviaria di Cervaro che consentirebbe di instradare i treni provenienti da Bari, direttamente in direzione Napoli.
"L’entrata in funzione di tale raccordo - ha fatto sapere Riccardi - causerà il fatto che due treni Freccia Argento su sei, da e per Roma, non faranno più fermate alla stazione di Foggia. Appare evidente che i vantaggi dell’Alta Capacità, con i relativi ridotti tempi di percorrenza, andranno a totale beneficio dei territori tarantino, barese, salentino, peraltro già dotati di collegamenti aerei per il funzionamento dei rispettivi scali, mentre la Capitanata dovrebbe subire, secondo gli estensori del Piano regionale trasporti, l’ennesima penalizzazione."
La cosa che fa più specie è assistere, in queste ore, all'ennesimo teatrino della politica che, anziché unirsi tutta quanta a difesa degli interessi del territorio, non trova di meglio che scambiarsi reciproche accuse circa la responsabilità di quest'ennesima beffa. E forse la chiave di lettura per capire perché Foggia e la sua province debbano patire tante sconfitte, sta proprio in questa politica sempre disunita, disattenta, sempre pronta a stilare comunicati stampa al vetriolo, ma sempre in ritardo quando si tratta di far pressing in modo unitario e coeso, per difendere le ragioni della Capitanata.
La sostanza è che per far risparmiare dieci minuti di percorrenza ai baresi, i foggiani che vanno a Napoli o a Roma, o ne fanno ritorno, saranno costretti ad utilizzare la stazione di Cervaro. Ammesso che Rete Ferroviaria mantenga la promessa di realizzare le infrastrutture necessarie almeno per far salire e scendere i passeggeri: ma a questo punto è legittimo dubitarne. I treni potrebbero anche semplicemente non fermarsi più a Foggia.
Va detto che la decisione di Rete Ferroviaria Italiana non tiene in alcun conto gli impegni, sottoscritti in tutti i documenti di programmazione, di ascoltare prima delle scelte definitive le istituzioni locali interessate. Anziché consultare le istituzioni, Rete Ferroviaria Italiana costruiva il baffo: e non occorreva essere ingegneri o addetti ai lavori per rendersi conto che la muraglia che ha circondato Borgo Cervaro doveva servire proprio a quello: ad aggirare la stazione ferroviaria di Foggia, relegandola a un ruolo sempre più marginale nello scacchiere dei collegamenti ferroviari pugliesi.
A luglio dello scorso anno, avevamo pubblicato su Lettere Meridiane le foto del passante: immagini inequivocabili che dicevano chiaro e tondo che il grido d'allarme lanciato in quei giorni dal presidente della Camera di Commercio, Fabio Porreca, era più che giustificato.
Ma la reazione della politica fu tiepida. E non tempestiva. Speriamo che la mobilitazione di queste ore serva a qualcosa. Il territorio non può permettersi l'ennesima mazzata.
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