Troia com'era cento anni fa: le foto del libro di Romolo Caggese
Gli amici troiani sono impareggiabili, ed è per questo che li amo, e mantengo la promessa di pubblicare tutte le foto del capitolo dedicato a Troia del libro di Romolo Caggese, Foggia e la Capitanata. Le trovate in un album ad hoc sulla pagina facebook di Lettere Meridiane (cliccate qui per accedervi). Se, per l'occasione, fate clic sul pulsante mi piace che trovate sulla pagina avrete la mia gratitudine, e in compenso resterete costantemente aggiornati sui contenuti di questo blog.
Oltre che impareggiabili, gli amici troiani sono puntuali ed attenti, perché mi hanno segnalato immediatamente l'errore in cui ero incorso titolando il post in cui ho pubblicato il testo di Caggese su Troia, Quando nel duomo di Troia c'era l'ufficio postale. Sbagliato, come mi spiega Ninì Russo: "Il titolo è sbagliato! L'Ufficio Postale era ubicato nell'androne del Convento San Benedetto, cui Caggese attribuisce l'architrave proveniente da restauri della cattedrale." La tesi è ribadita da Antonio Gelormini: "Ninì mi ha anticipato. Geppe, devi cambiare il titolo. La posta non è stata mai ubicata in Duomo, né poteva esserlo."
Vero. Ho preso una cantonata, e ho corretto dunque il titolo che da Quando nel duomo di Troia c'era l'ufficio postale è divenuto La Troia triste e silenziosa di Romolo Caggese. Non me ne vogliano gli amici troiani circa gli attributi di triste e silenziosa: la definizione non è mia ma di Caggese, come vedremo in una delle prossime puntate di Foggia e la Capitanata.
Il post ha suscitato diverse, positive reazioni. Francesco Sciarrillo scrive: "Bello l'articolo sul nostro paese e interessante la foto delle "Rr Poste e Telegrafi" sul portale del convento di San Benedetto." Sul filo dei ricordi il commento di Rosaria Falcone: "Quanti batticuore nel ritirare le letterine fermo posta sotto lo sguardo teneramente 'complice' di Angiulin u puster!" Che bello: se qualcuno ricorda altre cose di Angiulin e di quell'ufficio postale le scriva: sarebbe interessante se dai ricordi potesse emergere una storia collettiva.
Carmela Noviello commenta: "piaciutissimo, bello il racconto di Caggese, scorrevole la tua introduzione, continua". Dello stesso tenore il commento di Maria del Giudice: "bello, grazie."
Ninì Russo, dopo avermi segnalato l'errore del titolo, si lascia andare a considerazione sul rapporo tra passato e presente, sulla necessità di custodire meglio le tracce dell'identità e della memoriaRiferendosi - credo alla Cattedrale di Troia Ninì scrive: "sembra si domandi sempre con aria di stupore come e perché mai i tempi nuovi non l'abbiano distrutta ancora e non pensino a distruggerla" ... poi, quei tempi sono arrivati, sapremo porre un argine?"
Il tema della custodia della memoria e dei beni che la documentano è decisamente caro allo stesso Caggese. Il punto di vista del libro, più che quello dell'inchiesta o della guida turistica, sembra essere proprio la costante riflessione su rapporto tra passato identità.
Romolo Caggese, nato ad Ascoli Satriano, ma emigrato per professione e studi altrove, scrive il libro con l'occhio critico di chi torna e trova la sua terra cambiata. Un libro da leggere e su cui riflettere, e lo faremo insieme.
Mi scrive, in proposito, Raffaele Licinio, illustre docente e studioso di Storia Medievale: "Caro Geppe, hai avuto modo di leggere quanto ho scritto su Caggese qualche anno fa, nella ristampa del suo lavoro sui Comuni rurali? E' uno storico assolutamente da riscoprire e rivalutare! E concordo con te, va scritta la storia degli anni della giunta di Mimmo La Bella, quando ti conobbi e insieme realizzammo qualcosa che nessuno ha mai dimenticato..."
Non ho avuto modo di leggere quanto il prof. Licinio ha scritto su Caggese, ma accolgo volentieri il suo invito a raccontare la storia di anni che sono stati importanti per Troia e non solo. Lo farà raccontandomi del mio rapporto con Troia che - non sono in molti a saperlo - trae origine proprio da un personaggio citato da Romolo Caggese, Riccardo Fiamma, "personaggio romanzesco, che aprì le porte di Tunisi a Carlo V nel 1535."
Cosa c'entro io con Riccardo Fiamma? Ve lo racconto nella prossima puntata...
Oltre che impareggiabili, gli amici troiani sono puntuali ed attenti, perché mi hanno segnalato immediatamente l'errore in cui ero incorso titolando il post in cui ho pubblicato il testo di Caggese su Troia, Quando nel duomo di Troia c'era l'ufficio postale. Sbagliato, come mi spiega Ninì Russo: "Il titolo è sbagliato! L'Ufficio Postale era ubicato nell'androne del Convento San Benedetto, cui Caggese attribuisce l'architrave proveniente da restauri della cattedrale." La tesi è ribadita da Antonio Gelormini: "Ninì mi ha anticipato. Geppe, devi cambiare il titolo. La posta non è stata mai ubicata in Duomo, né poteva esserlo."
Vero. Ho preso una cantonata, e ho corretto dunque il titolo che da Quando nel duomo di Troia c'era l'ufficio postale è divenuto La Troia triste e silenziosa di Romolo Caggese. Non me ne vogliano gli amici troiani circa gli attributi di triste e silenziosa: la definizione non è mia ma di Caggese, come vedremo in una delle prossime puntate di Foggia e la Capitanata.
Il post ha suscitato diverse, positive reazioni. Francesco Sciarrillo scrive: "Bello l'articolo sul nostro paese e interessante la foto delle "Rr Poste e Telegrafi" sul portale del convento di San Benedetto." Sul filo dei ricordi il commento di Rosaria Falcone: "Quanti batticuore nel ritirare le letterine fermo posta sotto lo sguardo teneramente 'complice' di Angiulin u puster!" Che bello: se qualcuno ricorda altre cose di Angiulin e di quell'ufficio postale le scriva: sarebbe interessante se dai ricordi potesse emergere una storia collettiva.
Carmela Noviello commenta: "piaciutissimo, bello il racconto di Caggese, scorrevole la tua introduzione, continua". Dello stesso tenore il commento di Maria del Giudice: "bello, grazie."
Ninì Russo, dopo avermi segnalato l'errore del titolo, si lascia andare a considerazione sul rapporo tra passato e presente, sulla necessità di custodire meglio le tracce dell'identità e della memoriaRiferendosi - credo alla Cattedrale di Troia Ninì scrive: "sembra si domandi sempre con aria di stupore come e perché mai i tempi nuovi non l'abbiano distrutta ancora e non pensino a distruggerla" ... poi, quei tempi sono arrivati, sapremo porre un argine?"
Il tema della custodia della memoria e dei beni che la documentano è decisamente caro allo stesso Caggese. Il punto di vista del libro, più che quello dell'inchiesta o della guida turistica, sembra essere proprio la costante riflessione su rapporto tra passato identità.
Romolo Caggese, nato ad Ascoli Satriano, ma emigrato per professione e studi altrove, scrive il libro con l'occhio critico di chi torna e trova la sua terra cambiata. Un libro da leggere e su cui riflettere, e lo faremo insieme.
Mi scrive, in proposito, Raffaele Licinio, illustre docente e studioso di Storia Medievale: "Caro Geppe, hai avuto modo di leggere quanto ho scritto su Caggese qualche anno fa, nella ristampa del suo lavoro sui Comuni rurali? E' uno storico assolutamente da riscoprire e rivalutare! E concordo con te, va scritta la storia degli anni della giunta di Mimmo La Bella, quando ti conobbi e insieme realizzammo qualcosa che nessuno ha mai dimenticato..."
Non ho avuto modo di leggere quanto il prof. Licinio ha scritto su Caggese, ma accolgo volentieri il suo invito a raccontare la storia di anni che sono stati importanti per Troia e non solo. Lo farà raccontandomi del mio rapporto con Troia che - non sono in molti a saperlo - trae origine proprio da un personaggio citato da Romolo Caggese, Riccardo Fiamma, "personaggio romanzesco, che aprì le porte di Tunisi a Carlo V nel 1535."
Cosa c'entro io con Riccardo Fiamma? Ve lo racconto nella prossima puntata...
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