Il tragico novembre foggiano
Nico Baratta, giornalista free lance foggiano, regala agli amici e ai lettori di Lettere Meridiane questo bel racconto-riflessione sul tragico crollo di via Ingino. Eccone il testo, e grazie a Nico Baratta.
Tanto è stato il dolore dei familiari che appresa la notizia si sono precipitati sul luogo. Un dolore condiviso con la popolazione, che numerosa, ha assistito incredula alle fasi di rimozione delle macerie e dell’estrazione del corpo privo di vita. Buonpensiero era un esperto asfaltista e lavorava per una impresa che si occupava anche di ristrutturazioni e movimento terra.
Insomma, anzi purtroppo, Foggia nel mese di novembre pare essere stregata. Fatalità? Si spera! Difatti, novembre nel capoluogo dauno, dal quel terribile 11 novembre del 1999, non ha smesso di mietere paura e vittime. Viale Giotto, Via delle Frasche, attentati del racket, e ora un’altra vittima “bianca” per infrastrutture fatiscenti, vecchie, di una parte di Foggia che andrebbe ristrutturata in toto, sia per edifici centenari, sia urbanisticamente.
Nei volti dei foggiani si scorge sgomento, paura, sofferenza. La stessa dimostrata dagli amministratori locali che con le lacrime agli occhi, sono accorsi per primi sul disastro. Erano in riunione con i capigruppo dei partiti dell’assise comunale; l’hanno volutamente interrotta. Ieri l’ennesimo bomba senza vittime, dopo quella di circa 20 ore prima, di un racket che ha sfidato lo Stato, il Governo, la città; oggi il crollo di un’abitazione, ma con vittima. Il fatto accade alla vigilia del decimo anno del crollo di Via delle Frasche, come, già detto, a suggellare una maledizione.
Sono forti e commosse le parole del Presidente del Consiglio Comunale di Foggia, Luigi Miranda, che dopo aver annunciato che domani sarà proclamato il Lutto Cittadino, esterna tutto il suo dolore e cordoglio per la tragedia. Lo stesso dicasi per il Vice Sindaco di Foggia, nonché Assessore ai Lavori Pubblici, Francesco D’Emilio, incredulo e addolorato ricorda i funesti eventi succeduti in questi anni nell’attuale mese. Sul luogo c’era anche il Sindaco, Franco Landella, visibilmente colpito dalla tragedia, le lacrime trasparivano sul volto. Landella si è lasciato andare in un forte e fraterno abbraccio al figlio della vittima. «Conoscevo Rosario, al quale mi legava un rapporto di antica e salda amicizia nonché amico d'infanzia» ha detto il Sindaco lasciandosi andare a un pianto di dolore.
Novembre, mese commemorativo dei defunti, cosiddetto “dei morti”, per Foggia purtroppo è di parola. Foggia deve reagire, deve cambiar passo e sfatare, anzi abbattere quel muro di paura, dolore, morte.
Nico Baratta
* * *
Ore 13:20, un boato cupo fa sobbalzare i residenti dei Quartieri Settecenteschi di Foggia. In Via Ferrante Aporti, al civico 38, un’abitazione centenaria, di quelle fatte con tufi e tetti a volta, spesso impagliati al loro interno, crolla durante i lavori di ristrutturazione. Un uomo di mezz’età, Rosario Buonpensiero, che stava svolgendo i lavori, muore sotto le macerie. A nulla son valsi i soccorsi dei residenti e poi degli uomini della Polizia e Vigili del Fuoco che hanno dovuto mestamente dichiarare il decesso. Morte ufficializzata dal CTU di Bari giunto verso le ore 16. Tanto è stato il dolore dei familiari che appresa la notizia si sono precipitati sul luogo. Un dolore condiviso con la popolazione, che numerosa, ha assistito incredula alle fasi di rimozione delle macerie e dell’estrazione del corpo privo di vita. Buonpensiero era un esperto asfaltista e lavorava per una impresa che si occupava anche di ristrutturazioni e movimento terra.
Insomma, anzi purtroppo, Foggia nel mese di novembre pare essere stregata. Fatalità? Si spera! Difatti, novembre nel capoluogo dauno, dal quel terribile 11 novembre del 1999, non ha smesso di mietere paura e vittime. Viale Giotto, Via delle Frasche, attentati del racket, e ora un’altra vittima “bianca” per infrastrutture fatiscenti, vecchie, di una parte di Foggia che andrebbe ristrutturata in toto, sia per edifici centenari, sia urbanisticamente.
Nei volti dei foggiani si scorge sgomento, paura, sofferenza. La stessa dimostrata dagli amministratori locali che con le lacrime agli occhi, sono accorsi per primi sul disastro. Erano in riunione con i capigruppo dei partiti dell’assise comunale; l’hanno volutamente interrotta. Ieri l’ennesimo bomba senza vittime, dopo quella di circa 20 ore prima, di un racket che ha sfidato lo Stato, il Governo, la città; oggi il crollo di un’abitazione, ma con vittima. Il fatto accade alla vigilia del decimo anno del crollo di Via delle Frasche, come, già detto, a suggellare una maledizione.
Sono forti e commosse le parole del Presidente del Consiglio Comunale di Foggia, Luigi Miranda, che dopo aver annunciato che domani sarà proclamato il Lutto Cittadino, esterna tutto il suo dolore e cordoglio per la tragedia. Lo stesso dicasi per il Vice Sindaco di Foggia, nonché Assessore ai Lavori Pubblici, Francesco D’Emilio, incredulo e addolorato ricorda i funesti eventi succeduti in questi anni nell’attuale mese. Sul luogo c’era anche il Sindaco, Franco Landella, visibilmente colpito dalla tragedia, le lacrime trasparivano sul volto. Landella si è lasciato andare in un forte e fraterno abbraccio al figlio della vittima. «Conoscevo Rosario, al quale mi legava un rapporto di antica e salda amicizia nonché amico d'infanzia» ha detto il Sindaco lasciandosi andare a un pianto di dolore.
Novembre, mese commemorativo dei defunti, cosiddetto “dei morti”, per Foggia purtroppo è di parola. Foggia deve reagire, deve cambiar passo e sfatare, anzi abbattere quel muro di paura, dolore, morte.
Nico Baratta
Commenti