Gino Lisa, la democrazia offesa.



Sulla questione del Gino Lisa, sulla sua centralità nelle politiche di sviluppo e di rilancio della Puglia settentrionale si può essere più o meno d’accordo. Io penso che si tratti di una delle questioni nevralgiche per il futuro della Capitanata, ma comprendo le ragioni di chi dissente dalla mia opinione.
Ma tutti dovremmo essere compatti rispetto ad un altro aspetto della questione: è inammissibile che il problema venga eluso dalle istituzioni, che del Gino Lisa non si parli, che non si riesca ad attivare un serio confronto istituzionale sull’argomento, che non è possibile che una città capoluogo, per il tramite del suo sindaco, chieda incontri al ministero e alla regione, e che gli venga risposto picche.
La democrazia non sta attraversando un grande momento nel Paese (è questa è una mia personale opinione, ma lasciatemela passare). Un milione di cittadini scendono in piazza, e vengono sbeffeggiati. Sembra che valori come il confronto, la partecipazione, la discussione abbiano perduto completamente di senso. A dettare i tempi c’è borsa affari. Ma un sindaco viene eletto direttamente dai cittadini e li rappresenta, compresi quelli che – come chi scrive – non lo hanno votato. Ignorarne le richieste significa offendere i cittadini governati da quel sindaco. Offende – lo ribadisco – tanto quei cittadini che si battono per la causa del Lisa o semplicemente ci credono, quanto quelli che non concordano.
Per questa ragione mi pare che la lettera aperta inviata da Marialuisa d’Ippolito e Maurizio Gargiulo, rispettivamente presidente e vicepresidente del Comitato Vola Gino Lisa non debba essere considerata dal folto gruppo di destinatari la solita cosa, il solito appello.

Ecco quanto scrive il Comitato: “nella ormai lunga storia per arrivare a soluzione dei mille problemi infrastrutturali, funzionali e gestionali dell’Aeroporto Gino Lisa , tutti loro a più riprese, nel dichiarare il proprio impegno sul tema, hanno sottolineato la necessità e la volontà di coinvolgere tempestivamente le parti interessate in tavoli tecnico – istituzionali, sia per risolvere gli ostacoli contingenti ad una pronta riattivazione dei collegamenti aerei, ma soprattutto per ottenere un corretto inquadramento dello scalo nel piano aeroportuale nazionale ed elaborare per tempo un progetto di accompagnamento al rilancio dello scalo, funzionale ad un’auspicata ripresa dello sviluppo del territorio in tutti i settori produttivi.”
“Pur con un discreto scetticismo sull’utilità e l’efficacia di promuovere “ tavoli “ in una fase in cui è urgente l’impegno nel “fare “ – aggiungono d’Ippolito e Gargiulo - , dal momento che non risulta la Regione Puglia abbia mai riscontrato le richieste d’incontro già avanzate ufficialmente dal Comune di Foggia, preme conoscere quali iniziative, da parte di ciascuno, siano state messe in campo al fine predetto, e con quale esito. Tanto si chiede alle S.L. alla luce dei prossimi sviluppi della procedura VIA, non come mero riscontro dell’ effettiva valenza prioritaria attribuita alla soluzione della “vertenza Gino Lisa”, della quale non dubitiamo, ma per fare partecipe la popolazione di Capitanata dei progressi raggiunti dai loro Rappresentanti istituzionali, impegnati e coesi in un obbiettivo comune.”
La lettera è inviata a Leonardo di Gioia, assessore regionale al Bilancio, Filippo Caracciolo, presidente della commissione regionale ai trasporti, ai consiglieri regionali eletti in provincia di Foggia, Sergio Clemente e  Giovanni De Leonardis (componenti della stessa commissione), a Francesco Miglio, presidente della Provincia di Foggia, Franco Landella, Sindaco di Foggia, ai Sindaci della Provincia di Foggia, a Fabio Porreca, Presidente della Camera di Commercio, Gianni Rotice, presidente Assindustria Foggia, Damiano Gelsomino, presidente Confcommercio Foggia, Giuseppe Acierno, amministratore unico di Aeroporti di Puglia, Marco Franchini, direttore Generale AdP, ai Segretari Provinciali delle Organizzazioni Sindacali Territoriali.

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