Alluvione, saranno perseguiti i responsabili delle opere non realizzate a Peschici, San Marco in Lamis e San Menaio

Saranno perseguiti i responsabili della mancata attuazione dell’accordo di programma tra Ministero dell’Ambiente e Regione Puglia che prevedeva la realizzazione di opere che avrebbero potuto  mitigare sensibilmente l’impatto dell’alluvione che si è abbattuta sul Gargano agli inizi di settembre. Lo ha deciso il Senato della Repubblica, approvando parzialmente la mozione presentata dai senatori del M5S.
Il dispositivo del provvedimento impegna infatti il Governo “ad utilizzare tutti i poteri a disposizione per far sì che l'accordo di programma del 25 novembre 2010 sia pienamente attuato e che i responsabili della sua mancata attuazione vengano individuati ed estromessi dalla relativa organizzazione,  segnalando all'autorità giudiziaria eventuali responsabilità penali.”
L’accordo di programma venne siglato il 25 novembre 2010, ed era finalizzato alla programmazione e al finanziamento di interventi urgenti e prioritari per la mitigazione del rischio idrogeologico.
La maggior parte degli interventi riguardava la provincia di Foggia, tra il Gargano e i monti Dauni, per un importo complessivo di 210 milioni di euro. Come si legge nella lunga e articolata premessa della mozione dei senatori grillini, tali interventi avrebbero dovuto riguardare anche le zone del Gargano alluvionate recentemente come il canale di Kalena a Peschici (importo stanziato 2,5 milioni di euro), il tratto di costa a ridosso di San Menaio (850.000 euro) e le zone montane dell'abitato di San Marco in Lamis (1,8 milioni): lavori finanziati e da appaltare in maniera urgente, ma mai eseguiti perché occorrevano i pareri tecnici degli enti preposti sul territorio. In 4 anni non si è riusciti a convocare la conferenza dei servizi per raccogliere la documentazione necessaria per avviare le opere di mitigazione del dissesto idrogeologico.
Adesso il Governo dovrà fare luce sui ritardi ed eventualmente allontanare dal loro incarico i responsabili.

L’accapo riguardante l’amara vicenda dell’accordo di programma non è il solo approvato dall’aula di Palazzo Madama: gli altri accapi che hanno superato l’esame dei parlamentari impegnano il Governo ad attivare tutti i poteri in proprio possesso affinché venga svolta una seria, approfondita, attendibile ed univoca ricognizione dei danni che hanno colpito i comuni dell'area garganica, da concludersi entro 30 giorni dall'approvazione del presente atto di indirizzo; a disporre un piano di bonifica e di lavori infrastrutturali, ripristino e manutenzione dei canali, al fine di ricreare il necessario sfogo per le acque piovane, nonché all'ultimazione di quelli già in programma; a valutare la possibilità di prevedere un particolare regime di sgravi fiscali per le popolazioni colpite dagli eventi calamitosi, intervenendo opportunamente nei confronti dell'Agenzia delle entrate, nonché su Equitalia al fine di congelare i procedimenti di riscossione tributaria attualmente in corso e, infine, a prevedere l'esclusione dal patto di stabilità interno per quelle opere programmate dai Comuni e dalle Regioni che possano essere funzionali alla mitigazione del dissesto idrogeologico nonché alla bonifica dell'intero territorio nazionale, per una corretta gestione e pianificazione agro-forestale.
La mozione era stata presentata dai senatori Donno, Crimi, Airola, Bertorotta, Blundo, Buccarella, Bulgarelli, Cappelletti, Castaldi, Cioffi, Endrizzi, Fattori, Fucksia, Giarrusso, Mangili, Marton, Molinari, Montevecchi, Moronese, Nugnes, Petrocelli, Puglia, Santangelo, Serra e Vacciano.

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