Le amiche ritrovate. Quando la vita quotidiana si colora di poesia.

La vita quotidiana regala spesso sprazzi di poesia e di tenerezza. Non ce ne accorgiamo come e quanto dovremmo. Sarebbe importante imparare a guardarli meglio, ad apprezzarli, a custodirli - come insegna Papa Francesco - come segno di speranza e di armonia. 
In queste ore, la vita quotidiana ha riservato uno di questi momenti di bellezza a due amiche che si sono ritrovate dopo tanto tempo, e con loro ai tanti lettori e agli amici di Lettere Meridiane che si sono prodigati nel tentativo di farle ritrovare. 
Quasi quarant’anni fa, Marisa, napoletana, ed Emilia, foggiana, si erano incontrate in un reparto ospedaliero di Napoli, ed erano divenute amiche. Devono essere stati giorni belli intensi. Dopo le dimissioni si erano fatte immortalare in una fotografia.
A quell’età non si bada neanche a lasciarsi una traccia, un cognome, un indirizzo: s’erano poi perdute di vista, perché la vita funziona così, alterna grigi e colori, sorrisi e lacrime, gioie e amarezza. 
Di quei giorni, deve essere rimasto dentro molto a Marisa. Forse, quella nostalgia che scopri dopo essere stato felice, quando ti accorgi della bellezza di un momento vissuto, ma ormai trascorso, consegnato al passato.
Allora cerchi di farlo tornare e così ha fatto Marisa. 
Non so dire come sia venuta in contatto con chi scrive e con Lettere Meridiane: le complesse interazioni del social network hanno però operato questo piccolo prodigio. Marisa mi ha scritto allegando due fotografie (quelle pubblicate nel post di ieri) e mi ha chiesto di diffonderle, per cercare tracce dell’amica conosciuta 38 anni fa a Napoli.

I lettori e gli amici di Lettere Meridiane hanno raccolto immediatamente l’appello. Nel giro di pochi minuti sono arrivate le prime segnalazioni circa la strada su cui affaccia il balcone dal quale era scattata la fotografia.
Vincenzo Concilio, che abita nei pressi, ha fatto ancora di più. È riuscito a localizzare il balcone preciso, ed a scoprire che nell’abitazione abita ancora Lucia, la sorella di Emilia. Quindi si è in contatto con la signora, ed è a questo punto che la quotidianità comincia a colorarsi di poesia. 
Lucia ha confermato subito a Vincenzo l’amicizia tra sua sorella e Marisa, aggiungendo che anche Emilia sentiva la stessa necessità di ritrovare l’amica perduta, dopo tanto tempo passato. Evidentemente, ne parlava spesso in famiglia. Quei giorni all’ospedale di Napoli avevano segnato entrambe. Sicuramente hanno fatto nascere un legame saldo, la cui assenza ha prodotto nostalgia, desiderio di ritrovarsi.
E così è stato. Ottenuta l’autorizzazione a dare a Marisa il numero telefonico e l’indirizzo, le due amiche si sono ritrovate. Bello, vero?
Miracoli del social network? No. La tecnologia non c’entra. La poesia del quotidiano, quella sì: quella poesia che si nutre di piccoli grandi sentimenti come la nostalgia che Marisa ed Emilia sentivano l’una verso l’altro, la loro amicizia sopravvissuta ai decenni, la solidarietà umana e la squisitezza di Vincenzo Concilio e degli altri amici e lettore di Lettere Meridiane che ci hanno creduto.

Una bella storia, che è stato bello vivere insieme.

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