Daniela Marcone: "Perché sono rimasta a Foggia"

Una persona che assai più di altri avrebbe avuto tutte le ragioni per lasciare Foggia, ed anzi tagliare qualsiasi ponte con la città, è Daniela Marcone. Non l'ha fatto. È rimasta. Anzi, in un certo senso è tornata. A cimentarsi con la sfida che a volte pare impossibile di restituire vivibilità e decoro ad un posto che li ha smarriti, a fare i conti con quella solitudine che assale tutti quelli che non s'arrendono.
Intervenendo nella discussione su Foggia, chi resta e chi parte (potete trovare tutti gli interventi finora pubblicati su questa pagina di Lettere Meridiane), Daniela regala agli amici e ai lettori del blog questa profonda riflessione. Che dovremmo non soltanto condividere. Dovremmo portarcela dentro.
La foto che illustra il post è di Michele Sepalone. Come altre che ho utilizzato durante la discussione ci mostra  il volto  d'una Foggia bella. Che spesso sfugge al nostro sguardo (ma non all'obiettivo di Michele).
* * *
Alcuni amici sono partiti, hanno lasciato Foggia. Lo avrei fatto anch'io, un po' di tempo fa, ero diretta a Roma. Poi è accaduto qualcosa che mi ha fatta restare.
E sono qui, in un pomeriggio di sabato, a pensare alla mia città. A tutta l'energia, la pazienza, il tempo che dedico a queste vie, a queste piazze.
La vorrei diversa, una città senza colpi di arma da fuoco sparati, in primo luogo. E poi, e poi, ci sarebbe tanto da dire e l'ho fatto in molte sedi.

In alcuni giorni finiscono le parole e le idee, chiudo i battenti. Poi mi guardo in giro e riprendo a sperare.
Lo farò fino a quando sentirò che il mio fare è utile.
La città deve andare avanti, risorgere. Anche per coloro che sono andati via, perché sempre torneranno e vorrei che trovassero il sole ad attenderli.
Daniela Marcone

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