"La ricostruzione dopo i bombardamenti fu sostenuta dal senso civico"
Un amico dell’Auser, sul gruppo Facebook recentemente costituito dalla sezione foggiana dell’Associazione (AUSER Foggia) scrive a proposito del post di Lettere Meridiane in cui si parlava dei bombardamenti e della successiva ricostruzione.
“Leggendo questa lettera mi è venuta spontanea una considerazione. La generazione che ha subito i bombardamenti e poi si è adoperata per la ricostruzione era composta da persone con una dignità unica. Gente che non amava parlare di quei giorni e se lo faceva , solo dopo mille sollecitazioni, gente che si è rimboccata le mani ed ha ricostruito la città, forse facendo degli errori urbanistici ma la voglia di ricominciare era tanta che ha badato solo alle cose pratiche.
Peccato che da quella generazione sono nate delle altre generazioni, noi attuali foggiani, che aspettiamo che le cose ci vengano dall'alto, ci Kaln cu'panrill, e siamo solo buoni a criticare, e critichiamo anche quei pochi che hanno voglia di fare, per una sorta di invidia di chi è operoso e creativo e che quindi mette in risalto la nostra infingardaggine.
Una città che si sta incattivendo sempre più, e dove viene apprezzato e rispettato solo chi vive di espedienti più o meno leciti alle spalle della comunità. Quando ero piccolo e si indicava e si apprezzava una persona, in segno di rispetto, si diceva “quello è un galantuomo”. Ora additando qualcuno con rispetto ed adulazione di dice "quello è uno che ci sa fare".
Ormai siamo nella società dell'apparire e non dell'essere. Ma io voglio sperare che i tanti piccoli esempi di altruismo e solidarietà che pure questa città sa esprimere crescano come da una piccola ghianda nasce una grande quercia. Io vorrei che facessimo nostro un motto di JFK: non chiediamoci cose lo stato può fare per noi, ma chiediamoci cosa possiamo fare noi per lo stato. E da foggiano non posso che concludere con il nostro Forza Foggia."
Condivido in pieno e non c'è molto da aggiungere, se non sottolineare quanto l'Auser di Foggia sta facendo proprio nella direzione indicata dall'amico autore del bel commento: promuovere iniziative di cultura, sostenere e consolidare i fragili processi di partecipazione è il modo migliorare per irrobustire quel senso civico di cui la città è sempre più carente.
“Leggendo questa lettera mi è venuta spontanea una considerazione. La generazione che ha subito i bombardamenti e poi si è adoperata per la ricostruzione era composta da persone con una dignità unica. Gente che non amava parlare di quei giorni e se lo faceva , solo dopo mille sollecitazioni, gente che si è rimboccata le mani ed ha ricostruito la città, forse facendo degli errori urbanistici ma la voglia di ricominciare era tanta che ha badato solo alle cose pratiche.
Peccato che da quella generazione sono nate delle altre generazioni, noi attuali foggiani, che aspettiamo che le cose ci vengano dall'alto, ci Kaln cu'panrill, e siamo solo buoni a criticare, e critichiamo anche quei pochi che hanno voglia di fare, per una sorta di invidia di chi è operoso e creativo e che quindi mette in risalto la nostra infingardaggine.
Una città che si sta incattivendo sempre più, e dove viene apprezzato e rispettato solo chi vive di espedienti più o meno leciti alle spalle della comunità. Quando ero piccolo e si indicava e si apprezzava una persona, in segno di rispetto, si diceva “quello è un galantuomo”. Ora additando qualcuno con rispetto ed adulazione di dice "quello è uno che ci sa fare".
Ormai siamo nella società dell'apparire e non dell'essere. Ma io voglio sperare che i tanti piccoli esempi di altruismo e solidarietà che pure questa città sa esprimere crescano come da una piccola ghianda nasce una grande quercia. Io vorrei che facessimo nostro un motto di JFK: non chiediamoci cose lo stato può fare per noi, ma chiediamoci cosa possiamo fare noi per lo stato. E da foggiano non posso che concludere con il nostro Forza Foggia."
Condivido in pieno e non c'è molto da aggiungere, se non sottolineare quanto l'Auser di Foggia sta facendo proprio nella direzione indicata dall'amico autore del bel commento: promuovere iniziative di cultura, sostenere e consolidare i fragili processi di partecipazione è il modo migliorare per irrobustire quel senso civico di cui la città è sempre più carente.
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