Fabio Porreca, rondine che annuncia la primavera?



Nunzio Lops pubblica sulla bacheca fb di Lettere Meridiane un commento che fa riflettere, e che condivido per la sua lucidità, e soprattutto per le sue implicazioni. Il tema è la temuta realizzazione del raccordo che escluderebbe la stazione di Foggia dalla linea ad alta capacità Napoli – Bari e che costringerebbe i foggiani a prendere le Frecce Rosse in una nuova, piccola stazione da realizzarsi a Cervaro. Va detto che con questa opera, si accorcerebbero i tempi di percorrenza tra i due capoluoghi della Campania e della Puglia di 7 – 10 minuti. Non è dunque poca cosa.
Ecco quanto scrive l’amico Lops: “Nessuno ostacola niente. La politica è out rispetto alla linea dell'alta capacità ferroviaria. Nel 2006, se non sbaglio, manager e ingegneri di Rfi presentarono il progetto a Palazzo Dogana. Il Ministero delle Infrastrutture e le Regioni Puglia e Campania sposarono il disegno che escludeva la stazione di Foggia in favore di migliori tempi di percorrenza. La bretella ipotizzata serve ad alimentare uno scalo merci decentrato rispetto alla stazione di Foggia ma anche per convogliare il traffico passeggeri che, se vogliono, possono prendere il treno al volo dal Borgo Incoronata o Borgo Cervaro. Cinque-dieci minuti in più per fare entrare i convogli nella stazione di Foggia sono troppi rispetto alla spietata competizione tra i mezzi impiegati sulla strada ferrata e le tratte aeree. Per cui, Foggia è sacrificabile. Ormai le spietate leggi dell'economia dominano sulla politica. Bisogna farsene una ragione oppure reagire tutti insieme, se ne siamo capaci.”
Le cose non stanno proprio come afferma Nunzio (che però ammette di citare a memoria…): è vero che alla presentazione del progetto vi fu un confronto molto aspro e che inizialmente la Regione Puglia e le stesse organizzazioni sindacali regionali sembrarono orientarsi per la soluzione del bypass della stazione di Foggia. Ma dopo un braccio di ferro si convenne che la definizione ultima del progetto sarebbe stata affidata ad una concertazione territoriale e che la bretella sarebbe stata utilizzata in ogni caso per il traffico merci, così valorizzando anche lo scalo di Cervaro e, in prospettiva, l’area industriale di Incoronata.
È però verissimo quanto Lops scrive a proposito degli interessi in gioco, degli scenari prossimi venturi, in cui la competizione tra i territori sta diventando sempre più spietata, con la conseguenza che o si è presenti con il necessario peso politico nel confronto, oppure tanto vale farsene una ragione. 
La provincia di Foggia si trova stretta tra l’incudine di una crisi che da noi è più profonda proprio per le vistose carenze infrastrutturali del territorio, e il martello della sempre più esasperata competizione.
Il problema è che tra sette minuti da far risparmiare ai baresi di qua, e una pista aeroportuale che non si allunga di là, per lo sviluppo dell’economia si prospettano tempi durissimi. Anzi forse un irreversibile declino.
Dalla politica non c’è da aspettarsi granché. È stata assente negli ultimi anni, paralizzata dalle lotte intestine di ciascuna coalizione, dalla mancanza di idee, dal grigiore degli interpreti. Non si intravedono prospettive di rilancio.
Nel dibattito degli ultimi mesi sta però emergendo qualcosa di nuovo, e di positivo. È il ruolo ritrovato del mondo dell’economia e dell’impresa, che si esprime attraverso la sua massima espressione istituzionale, rappresentata dal presidente della Camera di Commercio. 
L’auspicio è che Fabio Porreca sia la rondine che annuncia la primavera, diversamente da quanto reciti il noto proverbio… Nel senso che dietro di lui e assieme a lui si muova tutto quella realtà imprenditoriale, senza il cui protagonismo – anche politico – non c’è sviluppo.

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