Le due facce della crisi: aumentano i risparmi, cresce la povertà
Quando c’è una crisi economica e finanziaria durissima come quella che sta angustiando il Paese, ma in modo particolare la provincia di Foggia, ci si aspetterebbe che ad esserne colpiti siano prima di tutto i risparmi delle famiglie. C’è meno lavoro, c’è meno circolazione di moneta e fatalmente si è costretti a mettere mano al salvadanaio. Ma così non è.
In provincia di Foggia, i depositi bancari delle famiglie continuano a crescere: nel 2011 erano pari a 7 miliardi 4 milioni 630mila euro. Nel 2012 sono arrivati a 7 miliardi 387 milioni 841mila euro e nel 2013 sono cresciuti ancora, giungendo a 7 miliardi 618 milioni 664mila euro. Come si legge dai dati diffuso dalla Camera di Commercio nella Giornata dell’Economia, le famiglie detengono una quota pari all’ 85% del totale dei depositi bancari, e sono dunque il fattore più significativo dell’aumento complessivo della raccolta: +7,5% nell’ultimo triennio.
L’indagine della Camera di Commercio mette anche in evidenza come all’incremento dei depositi bancari non abbia corrisposto un analogo trend dei prestiti, che nello stesso periodo si sono ridotti del 6%. Le banche sono meno propense a prestare il loro danaro perché nel frattempo sono aumentate le sofferenze, cresciute, nel triennio, del 27%. I settori più colpiti sono stati quelli dei servizi (+64%), delle attività edilizie (+38%) e dell’industria (+31%), ovvero i comparti portanti dell’economia locale. Le famiglie virtuosamente risparmiano ma poco di questo danaro giunge alle imprese che ne avrebbero necessità per azionare i meccanismi della ripresa. S'ìnnesca un circuito perverso, che può portare all'implosione.
Ricapitolando: la crisi incalza, aumenta la povertà, ma nello stesso tempo crescono i risparmi delle famiglie. Si riduce drasticamente l’accesso al credito delle imprese che vedono crescere la loro esposizione nei confronti delle banche.
I dati sono soltanto in apparenza contraddittori. Svelano invece le due facce delle crisi: da un lato i ceti popolari e medi, i disoccupati, i pensionati, i lavoratori monoreddito e i precari che non riescono ad arrivare alla fine del mese. Dall’altro i ricchi che diventano ancora più ricchi.
Questi dati in apparenza bizzarri, sono invece molto coerenti. Rivelano la faccia nascosta della crisi e la sua amara verità: sta aumentando la povertà perché sta aumentando l’ingiustizia, ovvero la distribuzione diseguale della ricchezza.
In provincia di Foggia, i depositi bancari delle famiglie continuano a crescere: nel 2011 erano pari a 7 miliardi 4 milioni 630mila euro. Nel 2012 sono arrivati a 7 miliardi 387 milioni 841mila euro e nel 2013 sono cresciuti ancora, giungendo a 7 miliardi 618 milioni 664mila euro. Come si legge dai dati diffuso dalla Camera di Commercio nella Giornata dell’Economia, le famiglie detengono una quota pari all’ 85% del totale dei depositi bancari, e sono dunque il fattore più significativo dell’aumento complessivo della raccolta: +7,5% nell’ultimo triennio.
L’indagine della Camera di Commercio mette anche in evidenza come all’incremento dei depositi bancari non abbia corrisposto un analogo trend dei prestiti, che nello stesso periodo si sono ridotti del 6%. Le banche sono meno propense a prestare il loro danaro perché nel frattempo sono aumentate le sofferenze, cresciute, nel triennio, del 27%. I settori più colpiti sono stati quelli dei servizi (+64%), delle attività edilizie (+38%) e dell’industria (+31%), ovvero i comparti portanti dell’economia locale. Le famiglie virtuosamente risparmiano ma poco di questo danaro giunge alle imprese che ne avrebbero necessità per azionare i meccanismi della ripresa. S'ìnnesca un circuito perverso, che può portare all'implosione.
Ricapitolando: la crisi incalza, aumenta la povertà, ma nello stesso tempo crescono i risparmi delle famiglie. Si riduce drasticamente l’accesso al credito delle imprese che vedono crescere la loro esposizione nei confronti delle banche.
I dati sono soltanto in apparenza contraddittori. Svelano invece le due facce delle crisi: da un lato i ceti popolari e medi, i disoccupati, i pensionati, i lavoratori monoreddito e i precari che non riescono ad arrivare alla fine del mese. Dall’altro i ricchi che diventano ancora più ricchi.
Questi dati in apparenza bizzarri, sono invece molto coerenti. Rivelano la faccia nascosta della crisi e la sua amara verità: sta aumentando la povertà perché sta aumentando l’ingiustizia, ovvero la distribuzione diseguale della ricchezza.
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