Vi racconto il "mio" Festival / 1 / Piccole storie d'amore

Una doverosa premessa, come dire, epistemologica. A scanso di equivoci. Sono l’ultima persona al mondo che potrebbe fare il direttore artistico di un festival del cinema. I titoli ce l’avrei pure (un remoto diploma in linguaggio cinematografico che risale agli anni Settanta, reca la firma di Giuseppe Normanno, e di cui vado orgoglioso). Ma non è questo il punto.
Grazie a Dio, non ho il distacco del critico di professione, non ho la cattiveria che diventa fiore all’occhiello e tratto distintivo. Mi innamoro dei film, giudicandoli più col cuore che con la mente. Mi lascio guidare dall’istinto, e dall’emozione. E preferisco se possibile vedere i film che andranno poi al festival, non da solo davanti al televisore: perché vedere cinema è un’esperienza  collettiva.
È vero che il buio della sala spinge a liberare le emozioni individuali e che in questo il cinema restituisce forse anche la funzione catartica della tragedia. Ma quel brusio di fondo, i commenti sussurrati che ti lambiscono, i sorrisi e perfino le lacrime che puoi percepire, trasformano la visione in sala in una esperienza condivisa.
Quindi prendete col beneficio d’inventario tutto quanto andrà a dirvi e raccontarvi.
Sono piccole, semplici storie d’amore. Sono le storie del Festival altre rispetto ai film che vi abbiamo fatto vedere.
Le storie del “mio” festival. Come l’ho vissuto, perché l’ho amato, quest’anno in modo speciale, avendovi ritrovato atmosfere ed emozioni dei primissimi anni.
Il viaggio sentimentale comincia dalla fine. Devo l’idea all’impareggiabile Mara Mundi (il Festival del Cinema ha tante menti e tante anime, ma un cuore solo, ed è quello di Mara) che in un messaggio in cui parlavamo di altre cose mi ha scritto: “E grazie per questo Festival, che ha avuto un'identità forte, grazie al ritrovato movimento, stretto anche attorno all'idea Adotta un film. I titoli della serata finale dicevano tutto di tutta questa ritrovata unione.”
Cominciamo dunque proprio dai titoli proiettati in apertura e chiusura della serata finale. Si comincia e si finisce, come se fosse veramente un film a suggellare una edizione del Festival fortemente e consapevolmente dedicata al cinema indipendente (pugliese e meridionale, in particolare).
Li ho riuniti in un solo filmato (sotto). Con qualche aggiustamento. C’è anche il nome del cortissimo vincitore (che per ovvie ragioni, essendo stato votato in sala, non era possibile conoscere quando i titoli sono stati composti), è nuovo il commento musicale, che in sala era stato realizzato dai bravissimi Avenida.
Ecco i titoli. Attenzione, perché tra quelli di testa e di cosa c’è uno stacco di alcuni secondi, con schermo nero. Guardate il filmato, amatelo, condividetelo.


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