Basta chiacchiere: aeroporto! E il 6 maggio tutti a Bari.
La marcia su Bari organizzata dal comitato Vola Gino Lisa e dal gruppo del social network Basta chiacchiere aeroporto (appuntamento per martedì 6 maggio all’aeroporto di Bari Palese) non è la solita cosa, e neanche l’ennesima rivendicazione nella tormentata strada del rilancio del Lisa.
Si tratta di un evento che sotto molti aspetti non ha precedenti nella storia della società civile foggiana.
Sbaglia chi minimizza o chi esorcizza il coraggioso gesto, attribuendogli significati elettoralistici. Sbaglia chi ha sempre ritenuto il Lisa una causa disperata e perciò si augura in cuor suo che l’iniziativa fallisca.
In un certo senso sbagliano perfino gli organizzatori, quando si affannano a precisare che la manifestazione è apolitica. Capisco la prudenza: ma scegliere di manifestare a Bari per chiedere che la Puglia settentrionale possa riavere un aeroporto funzionale è un gesto squisitamente politico. Di bella, alta e buona politica, anzi.
E poco importa che coincida con la campagna elettorale. Le elezioni servono proprio a questo: dare modo ai cittadini di farsi rappresentare, attraverso il voto, dai candidati che maggiormente tutelano gli interessi della collettività. Ed è opportuno che gli elettori possano farsi un’opinione su quanti tengono veramente alla causa dell’aeroporto e quanti invece remano contro o ne fanno soltanto uno slogan.
Soprattutto adesso, che attorno all’aeroporto e al suo possibile futuro si stanno agitando fermenti nuovi, che ancora non riescono a saldarsi in un fronte comune, ma che indicano prospettive nuove e interessanti per il futuro del trasporto aereo in Capitanata.
L’attivismo del nuovo presidente della Camera di Commercio, Fabio Porreca, i coraggiosissimi voli charter organizzati da Filippo Guglielmi per Sarajevo con destinazione Medjugorje (senza lo straccio di un sostegno pubblico), la nuova filosofia di marketing territoriale promossa da Enzo Dota e dalla sua Daunia da vivere certificano una volta di più la necessità e l’urgenza dell’aeroporto, ma anche le ottime prospettive che il Lisa potrebbe sostenere, in un contesto in cui la competitività tra i territori è diventata sempre più accentuata. È appena il caso di rilevare che questi fermenti giungono dal mondo dell'impresa e dalla società civile. La politica annaspa.
L’iniziativa del Comitato Vola Gino Lisa e di Basta chiacchiere aeroporto si colloca all’interno di questi nuovi fermenti, e tenta di rilanciare la questione dell’aeroporto quando è ormai cominciato il conto alla rovescia rispetto all’ultima data utile per la cantierizzazione dei lavori.
Il rischio che i finanziamenti comunitari possano essere perduti è tutt’altro che remoto. Ma una volta tanto, il territorio non sembra disposto a subire i balbettii della politica. Molto dipenderà da quel che succederà il 6 maggio, in termini di partecipazione.
Ecco perché l’iniziativa ha un’importanza che trascende perfino la stessa vicenda del gino Lisa.
Foggia sta vivendo da ormai diversi anni una pericolosa crisi di partecipazione. La forbice tra la sfera politica da una parte e l’opinione pubblica e la società civile dall’altra si è divaricata sempre più, e ha finito con l’impoverire l’una e le altre.
Riuscire a manifestare civilmente a Bari tutti quanti - politica, società civile, mondo dell’impresa - potrebbe rappresentare l'inizio di un nuovo capitolo. Perché lo sviluppo può essere costruito solo tutti insieme. Senza rancori, senza personalismi.
Si tratta di un evento che sotto molti aspetti non ha precedenti nella storia della società civile foggiana.
Sbaglia chi minimizza o chi esorcizza il coraggioso gesto, attribuendogli significati elettoralistici. Sbaglia chi ha sempre ritenuto il Lisa una causa disperata e perciò si augura in cuor suo che l’iniziativa fallisca.
In un certo senso sbagliano perfino gli organizzatori, quando si affannano a precisare che la manifestazione è apolitica. Capisco la prudenza: ma scegliere di manifestare a Bari per chiedere che la Puglia settentrionale possa riavere un aeroporto funzionale è un gesto squisitamente politico. Di bella, alta e buona politica, anzi.
E poco importa che coincida con la campagna elettorale. Le elezioni servono proprio a questo: dare modo ai cittadini di farsi rappresentare, attraverso il voto, dai candidati che maggiormente tutelano gli interessi della collettività. Ed è opportuno che gli elettori possano farsi un’opinione su quanti tengono veramente alla causa dell’aeroporto e quanti invece remano contro o ne fanno soltanto uno slogan.
Soprattutto adesso, che attorno all’aeroporto e al suo possibile futuro si stanno agitando fermenti nuovi, che ancora non riescono a saldarsi in un fronte comune, ma che indicano prospettive nuove e interessanti per il futuro del trasporto aereo in Capitanata.
L’attivismo del nuovo presidente della Camera di Commercio, Fabio Porreca, i coraggiosissimi voli charter organizzati da Filippo Guglielmi per Sarajevo con destinazione Medjugorje (senza lo straccio di un sostegno pubblico), la nuova filosofia di marketing territoriale promossa da Enzo Dota e dalla sua Daunia da vivere certificano una volta di più la necessità e l’urgenza dell’aeroporto, ma anche le ottime prospettive che il Lisa potrebbe sostenere, in un contesto in cui la competitività tra i territori è diventata sempre più accentuata. È appena il caso di rilevare che questi fermenti giungono dal mondo dell'impresa e dalla società civile. La politica annaspa.
L’iniziativa del Comitato Vola Gino Lisa e di Basta chiacchiere aeroporto si colloca all’interno di questi nuovi fermenti, e tenta di rilanciare la questione dell’aeroporto quando è ormai cominciato il conto alla rovescia rispetto all’ultima data utile per la cantierizzazione dei lavori.
Il rischio che i finanziamenti comunitari possano essere perduti è tutt’altro che remoto. Ma una volta tanto, il territorio non sembra disposto a subire i balbettii della politica. Molto dipenderà da quel che succederà il 6 maggio, in termini di partecipazione.
Ecco perché l’iniziativa ha un’importanza che trascende perfino la stessa vicenda del gino Lisa.
Foggia sta vivendo da ormai diversi anni una pericolosa crisi di partecipazione. La forbice tra la sfera politica da una parte e l’opinione pubblica e la società civile dall’altra si è divaricata sempre più, e ha finito con l’impoverire l’una e le altre.
Riuscire a manifestare civilmente a Bari tutti quanti - politica, società civile, mondo dell’impresa - potrebbe rappresentare l'inizio di un nuovo capitolo. Perché lo sviluppo può essere costruito solo tutti insieme. Senza rancori, senza personalismi.
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