Storie di ordinaria disamministrazione
L’ottagono di piazzale
Vittorio Veneto (a destra, uscendo dalla stazione ferroviaria) è un
altro monumento allo spreco, un’altra amara quanto lampante testimonianza di
come dalle nostre parti vengono spesi male i soldi dell’Unione Europea, che
sono poi – giova ricordarlo – soldi nostri, dei contribuenti italiani.
È il caso di smontare lo stereotipo secondo il quale i
contributi comunitari sono un’elargizione dell’Unione Europea. Non è vero, perché l’Italia è un contributore
netto, cioè versa alla casse comunitarie più di quanto riceve.
Il che significa che spendere male quei soldi è un doppio
malaffare: brucia comunque danaro pubblico, e brucia soldi nostri, italiani.
Il bell'ottagono della stazione ferroviaria che richiama l'architettura aveva di Caste del Monte, avrebbe dovuto
ospitare uno sportello di informazione turistica nell’ambito dell'itinerario turistico-culturale del PIS “Normanno –
Svevo –Angioino che, per quanto riguarda la provincia di Foggia, aveva quale
capofila il Comune di Lucera.
All’interno della struttura i turisti avrebbero dovuto
ricevere informazioni sulla ricettività, effettuare prenotazioni e visionare la
gran mole di materiali multimediali messi a punto nell’ambito dell’ambizioso
progetto, che vedeva coinvolti per quanto riguarda il polo della nostra
provincia, denominato Pis Polo "Foggiano Magna Capitanata", i centri
di Foggia, Cerignola, Apricena, Torremaggiore, Lucera e Bovino.
L’acronimo PIS sta per Progetti Integrati Settoriali . Gli
interventi previsti finanziavano un complesso di azioni intersettoriali,
fortemente coerenti e collegate tra di loro, orientate a un obiettivo comune di
sviluppo del territorio.
Se le cose hanno funzionato anche altrove com’è
successo nel capoluogo, è difficile che
l’obiettivo sia stato raggiunto.
Come dimostrano le foto, l’ottagono della stazione ferroviaria di Foggia è ridotto in
miserevoli condizioni, senza che sia mai entrato regolarmente in funzione, un
po’ com’è accaduto alle isole ecologiche, pomposamente inaugurate un paio di
volte, ma mai andato in esercizio, nonostante la città abbia parametri ridicoli
per quanto riguarda la raccolta differenziata.
Abbandonate le isole ecologiche, lasciata a se stessa la
struttura di piazzale Vittorio Veneto che il comune di Foggia si era visto
assegnata dal comune capofila, quello di Lucera.
Il progetto non è decollato per un paio di ragioni, l’una e
l’altra piuttosto inquietanti. Da un lato, l’amministrazione comunale non è
riuscita a gestire l’ottagono, non avendo mai messo a disposizione del progetto
il personale necessario, dall’altra sembra che la struttura sia stata collocata
su un suolo di cui il Comune non aveva la disponibilità, essendo di proprietà
di Centostazioni.
Le due vicende hanno un denominatore comune su cui varrebbe
la pena di riflettere: l’incoerenza tra la fase di realizzazione dei progetti e
di utilizzazione dei fondi, e quella della loro gestione materiale e
quotidiana. Quando si elabora un progetto, bisognerebbe sempre avere chiaro in
mente il suo impatto gestionale. Per dirla in soldoni, bisognerebbe
preventivamente rispondere alla domanda se si sarà o meno in grado poi di
gestirlo. Viceversa gli sprechi continueranno ad essere ordinaria
disamministrazione,
Il Comune ha avuto però l’occasione per far funzionare la
struttura a costo zero. Quando essa venne infatti assegnata da Lucera a Foggia,
l’allora assessore provinciale al turismo, Nicola Vascello, anche nella sua
funzione di commissario dell’Ente Provinciale per il Turismo, chiese che il
Comune girasse a sua volta la struttura alla Provincia, che avrebbe potuto
farla funzionare utilizzando il personale dell’info point turistico provinciale.
Non se ne fece nulla. Il Comune, governato allora
dall’amministrazione Ciliberti, rivendicò orgogliosamente il proprio
diritto-dovere a gestire la struttura ottenuta nell’ambito del Pis, ma non riuscì neanche ad inaugurarla. Il paradosso è che l’info point della
Provincia svolse per qualche anno le sue funzioni proprio alla stazione
ferroviaria, ma in una struttura diversa, posizionata all’interno dell’atrio.
Un altro settennio comunitario è ormai alle porte. Se non si
riuscirà a invertire questa tendenza sostituendo le pessime prassi viste fino
ad oggi con buone prassi, con una maggiore coesione, si vanificheranno tante opportunità finanziarie divenute ormai d’importanza nevralgica, visti i tempi di crisi in cui si dibattono le finanze
degli enti locali.
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