Come Lucera, Manfredonia e il Gargano scrissero gli albori del cinema pugliese
Preciso e dettagliato come sempre, Maurizio De Tullio regala agli amici di Lettere Meridiane due chicche riguardanti le origini del cinema in Puglia. L'amico De Tullio fa chiarezza su un dilemma che ha appassionato non poco gli addetti ai lavori. La querelle riguarda quale sia stato il primo film realizzato in Puglia. L'articolo offre diverse chiavi di lettura. Per rispondere all'interrogativo una volta per tutte, bisogna mettersi d'accordo prima su cosa s'intenda per film. La questione non è di poco conto, dal momento che parliamo veramente degli albori della settima arte.
Qualche data per dare ai lettori un qualche riferimento temporale. L'invenzione del cinema risale al 1895. Il primo film realizzato in Puglia risalirebbe a 17 anni dopo. E' un documentario, e non potrebbe essere diversamente, visto che all'epoca (1912) ancora non esisteva il cosiddetto cinema narrativo. Sarebbe nato soltanto due o tre anni dopo (gli storici sono divisi anche su questo). Che Manfredonia e il Gargano siano stati scoperti già nel 1912 dalla cinematografia americana che si apprestava a diventare un'industria vera e proprio, è pertanto un dato su cui varrebbe la pena riflettere, anche per incrociarlo ad altri elementi ed ottenere altre risposte: quanti altri film più o meno turistici vennero girati all'epoca? e su quali territori?
Nel contributo di De Tullio è molto interessante anche la ricostruzione della storia della Garganica Film, la casa di produzione lucerina di cui si sapeva poco o nulla, almeno fino ad oggi, prima dell'articolo che segue. E' interessante notare come l'attività cinematografica coinvolgesse anche intellettuali di primissimo piano del mondo culturale della provincia di Foggia. Più che una meteora, la Garganica Film su una stella cometa, che in qualche modo indirizzò tutta la storia del cinema pugliese a venire.
Ecco di seguito, l'imperdibile articolo di Maurizio De Tullio
* * *
Piccolo contributo per una storia della cinematografia foggiana degli
albori
di Maurizio
De Tullio
Una domanda, per lunghi anni, era
rimasta senza risposte tra gli appassionati pugliesi di storia del cinema e
cioè quale fosse stato il primo film girato in assoluto nella nostra regione.
Per lungo tempo si era ritenuto
che la prima pellicola - in bianco e nero, muta e della durata di poco meno di
un'ora - fosse stata "Idillio
infranto", girata tra il 1930 e 1931 tra Acquaviva delle Fonti,
Cassano Murge, Gioia del Colle, Alberobello e, in parte, Bari.
Poi si scoprì che il primato
toccava alla provincia di Foggia, con "Maria...
vieni a Marcello", della durata di mezz'ora, diretto da Jovine, girato
sette anni prima e prodotto dalla 'Garganica Film' di Lucera, città nella quale
si sostiene fosse stato ambientato, riproducendo una storia realmente accaduta
a Napoli.
Del 1927 è il secondo (e ultimo
film) prodotto da questa ignota casa di produzione lucerina, "L'intrusa (Una straniera a San Menaio)",
pellicola originariamente nata con un altro titolo, "La casa sotto gli aranceti", il cui scopo - si legge in
alcuni testi sulla storia del cinema muto e di rimando su internet - doveva
essere la pubblicizzazione delle bellezze del nostro Gargano, in particolare
l'amena località di San Menaio.
Ma il primo lavoro su pellicola,
girato in Puglia, effettivamente è un altro, sia pure dalle caratteristiche
diverse, a cominciare dai suoi produttori, una compagnia americana. Si tratta
del documentario "Manfredonia,
Southern Italy", risalente addirittura al 1912. Se non siamo agli
albori del cinema italiano, poco ci manca.
Nel mistero è invece sempre
rimasta la seconda e ultima produzione della 'Garganica Film', "La casa sotto gli aranceti"
(o “L’intrusa” dir si voglia), di cui
non si è mai saputo nulla, se non i pochi dati tecnici presenti nei volumi dei
maggiori storici del cinema italiano, Brunetta, Martinelli e Bernardini, ugualmente
riportati via internet sul grande database IMdb, dove
peraltro risulta solo col titolo “L’intrusa”,
della durata di 35 minuti e diretto da Carlo Luigi Martini, che fra il 1919 e
il 1924 diresse una decina di film.
Adesso ho il piacere di
sottoporre ai tanti appassionati del settore qualche notizia in più, arricchita
di nuovi dettagli che, tra l'altro, raffigurano un panorama completamente
diverso. Le novità che sono in grado di fornire, provengono da fonte certa e
risalgono a pochi mesi prima che il film fosse prodotto.
Ne parla nel settembre del 1926,
con una corrispondenza non firmata da Foggia, il quindicinale "La Puglia ", organo dell'Associazione
Pugliesi di Milano, una benemerita pubblicazione diretta da quel gran bel nome
che fu Alfredo Violante, che riferiva l'avvio delle riprese del film nel mese
di settembre di quell'anno.
La troupe era diretta da Vittorio Umberto Stella, ed era composta –
secondo il giornale – da un cast formato dai migliori “assi” della
cinematografia italiana di allora: Emilio Ghione, Lucia Zanussi, Gemma De
Ferrari e il direttore tecnico Giacomo Verrusio “già dell’Unione Cinematografica Italiana”. Seguono altri nomi che,
quasi certamente, fecero solo da comparsa o ricoprirono ruoli minori: Pina
Serena, Olga, Janna e lo stesso Vittorio Umberto Stella.
L’impresario della ‘Garganica
Film’ doveva essere il lucerino Carlo Sorda, un giovane maestro elementare che
finanziò i due film e che, agiato com’era, ne avrebbe certamente finanziati
altri se un incidente automobilistico – sulla Lucera-Alberona – non gli avesse
stroncato la vita di lì a poco.
Ma sono altri i dettagli
interessanti e, ad oggi, sconosciuti. A differenza di quel che si crede, non
essendo al momento stata recuperata alcuna copia della pellicola, non è vero
che il film fosse stato ambientato e girato nella sola zona di San Menaio. “La troupe – precisa con cura il giornalista
a proposito de "La casa sotto gli
aranceti" – si fermerà prima a
Montesantangelo per ritrarre la
Basilica dell’Arcangelo, la Tomba di Rotari, nonché i più bei panorami, dopo
si recherà a S. Nicandro Garganico, a Rodi, a Vico, girando scene anche a Bellariva,
San Menaio, Bosco Umbro, e alla costiera garganica, alle Isole Tremiti, a
Manfredonia. Successivamente si fermerà a Foggia, Bari, Lecce e Taranto”.
Come si può notare, dunque, era
ampia la prospettiva ambientale che si voleva offrire agli spettatori italiani
dell’epoca a cominciare dal primo degli Italiani. Infatti, come spiega il
corrispondente da Foggia, quello che si stava girando – in chiave prettamente
turistica e non senza sfumature politiche –, era “…un film prettamente pugliese e puramente garganico, dedicato a S. E.
Mussolini, magnifico suscitatore di potenti energie, che presiede a tutte le
più belle e più coraggiose iniziative”.
Altri due nomi, rinvenuti tra i
collaboratori della pellicola, sorprendono per la citazione e il ruolo avuto, sebbene
perfettamente in linea con le rispettive specificità professionali e perché già
da tempo grandi espressioni della terra garganica: Alfredo Petrucci e Michele
Vocino.
Il primo, nato a S. Nicandro
Garganico nel 1888 e morto a Roma nel 1969, è stata una delle migliori e più prolifiche
espressioni della cultura pugliese. Fu giornalista, romanziere, poeta,
paleografo, storico dell’arte, disegnatore e grande incisore. In carriera
raggiunse il massimo livello dirigendo a Roma – dal 1940 al 1953 - il prestigioso
Gabinetto Nazionale delle Stampe.
Nell’economia generale del film,
il suo fu un ruolo certamente importante ma non appariscente, limitandosi ad
accompagnare la troupe nelle diverse
e numerose tappe.
Diversa la partecipazione di
Vocino, altro immenso nome della cultura di Capitanata per oltre un
cinquantennio. Nato a Peschici nel 1881, morì anche lui nella capitale, nel
1965, dopo una vita caratterizzata da uno lungo impegno a livello ministeriale
(arrivò a ricoprire, nel 1933, l’incarico di Direttore Generale della Marina e,
nel dopoguerra, fu prima Consigliere di Stato e poi Presidente di Sezione),
politico (eletto parlamentare nelle file della DC) e, soprattutto, culturale
lasciando una produzione pubblicistica di primissimo livello, in gran parte dedicata
alla Capitanata e al suo amato Gargano.
Vocino, invece, si occupò di
redigere le didascalie che sottotitolarono il film, la cui parte musicale fu
commentata da un’altra grande personalità dauna dell’epoca, il compositore e
direttore d’orchestra foggiano Umberto Tucci che, in seguito, arrivò a dirigere
anche l’orchestra radiofonica della RAI.
"La casa sotto gli aranceti" non fu girato, dunque, in
chiave solo documentaristica, come si è generalmente pensato. Anzi – per usare
le parole del corrispondente del giornale – “…è un dramma in cui rifulgono le più belle doti del nostro popolo, sano,
fortemente affettivo e nel quale l’avventurosa passione impura, se perturba
momentaneamente i sensi non distrugge i sentimenti sani e forti, l’anima buona,
l’amore puro della gente garganica”.
Ma il primissimo film in
assoluto, girato in Puglia, precederebbe di due anni il citato documentario
americano su Manfredonia del 1912. Sarebbe stato girato a Foggia il 15 maggio
1910 e, dati gli alti costi di produzione dell'epoca, consistette in poche
sequenze. Ignoti, ad oggi, regista e produttore ed è anche il motivo per cui ne
parlo usando il condizionale.
La pellicola si intitolava "Le feste della Regina del Grano a
Foggia" e una cronaca dell'epoca riferiva della proiezione prevista a
San Severo, presso il Cinema Excelsior, il 7 luglio 1910, in un programma che
comprendeva anche altri film. Resta un mistero la scelta di San Severo in luogo
di Foggia; infatti, tutta la manifestazione - nel corso della quale fu
incoronata la sedicenne Luigina Panniello, che s'impose su 40 partecipanti e
poi tragicamente perita di lì a poco, stroncata da un male incurabile - ebbe
come teatro il capoluogo dauno e coinvolse l'intera cittadinanza, la cui
partecipazione fu quasi del tutto corale.
A Foggia, per molto tempo e sino a qualche anno fa, "
Maurizio De Tullio
Commenti
La prima riguarda sia il titolo scelto da Geppe che la parte finale del mio contributo, laddove è scritto a chiare lettere che il primo film pugliese (con l'opportuno distinguo fatto da Inserra sul termine 'film') fu girato a Foggia e proiettato a San Severo. Di ciò non c'è evidenza, né nel titolo e nemmeno nella sua bella introduzione, ciò, probabilmente, dovuto al fatto che occorre effettivamente intendersi sulla terminologia.
"Le feste della Regina del Grano" fu certamente un documentario ma se deve valere come termine di paragone l'altro documentario, quello su Manfredonia, del 1912, non c'è dubbio che la proiezione de "Le feste della Regina del Grano a Foggia" anticipi di due anni quella produzione.
L'altra precisazione riguarda luogo e cinema ove avvenne la proiezione dedicata alla grande festa di popolo che accompagnò l'elezione e la sfilata della nostra "Regina". Il luogo era S. Severo e il cinema si chiamava realmente "Excelsior". Proprietari erano Raffaele Caruso e suo figlio Bartolo. La fonte è altrettanto certa: "il Foglietto" del 7 luglio 1910. Devo solo correggere la data: la proiezione avvenne qualche giorno prima del 7 luglio giacché il giornale scriveva: "Di queste sere furono ammirate due splendide proiezioni: 'Giulio Cesare' e 'Le feste della Regina del Grano a Foggia'". Nessun dubbio, dunque, sulla primogenitura. Alla data odierna spetta a Foggia, e l'anno era il 1910. Ignoti, purtroppo, risultano produttore e regista. (Maurizio De Tullio)