Uniamoci contro la vergogna

Uniamoci, uniamoci tutti contro la vergogna denunciata da Papa Francesco. L'appello giunge dai Fratelli della Stazione associazione foggiana che da anni opera per l'integrazione degli immigrati. 
I Fratelli della Stazione non ci stanno, non intendono assistere in silenzio all'ennesima tragedia del mare e lanciano un appello a "tutti coloro che pensano - come Papa Francesco - che è una vergogna" a unirsi, "a partire - come l'associazione annuncia sul proprio stato facebook- da una semplice Messa in memoria delle vittime di Lampedusa." L'appuntamento è per domenica 6 ottobre ore 20.00 alla chiesa della Madonna della Croce, sul viale della Stazione, nel pieno del quartiere multietnico di Foggia.
"Singoli, associazioni laiche e cattoliche, gruppi ecclesiali, istituzioni civili e politiche: l'invito è rivolto a tutti, senza distinzioni - aggiunge l'associazione - .  E se qualcuno vuol aiutarci nell'organizzazione, in qualunque modo, ci contatti. Uniamoci. È una vergogna".
Si è mosso anche il GADD (Gruppo Amici della Domenica), che ha presentato una una formale richiesta di petizione al Parlamento europeo.
"Noi sottoscritti cittadini - si legge nel testo - chiediamo al Parlamento e alle Istituzioni europee, a seguito dell'immane tragedia di Lampedusa e delle altre ricorrenti stragi di migranti, che l'Unione intervenga con energia ed immediatezza.

Chiedono in particolare una strategia congiunta per una politica di severa repressione e contrasto, anche con la collaborazione dei Paesi della sponda Sud del Mediterraneo, delle organizzazioni criminali che sfruttano il bisogno e la disperazione dei migranti, insieme ad azioni di sostegno concreto per l'Italia e gli altri Paesi del confine meridionale d'Europa perché siano posti in condizione, nel rispetto delle strategie di accoglienza e di rifugio stabilite dal Trattato di Dublino e recentemente ribadite dall'Aula di Strasburgo, di esercitare compiti che coniughino nel modo migliore le indispensabili attività di vigilanza, assistenza e soccorso, oltre a quelle di accoglienza per i richiedenti asilo, prevedendo la creazione di appositi "corridoi umanitari".
Si tratta di un'emergenza gravissima di fronte alla quale l'Unione non può e non deve mostrarsi distratta o poco sollecita, atteso che la vigenza del Trattato di Schengen e il sempre più marcato processo di integrazione europea rendono inconcepibile considerare la pressione migratoria una questione interna dei singoli Stati nazionali.

Chiediamo che l'Unione Europea confermi con i fatti di essere degna del premio Nobel per la Pace recentemente ricevuto."

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