Il lavoro è anche questione di cultura

Caro Geppe,
penso che uno dei problemi per ciò che attiene le possibilità che vengono promosse per l'occupazione e quindi per le aziende chiamate a "creare" lavoro sia da sempre la burocrazia e i tanti troppi vincoli che si pongono alle stesse, con effettivamente pochi vantaggi.
Volevo dare un dato che è' allo stesso tempo entusiasmante e preoccupante. Quattro aziende del gruppo che rappresento hanno promosso solo giovedì scorso alcuni percorsi formativi. Hanno ad oggi manifestato la propria candidatura oltre 200 giovani. "Entusiasmante" perché evidentemente abbiamo promosso qualcosa di accattivante e che comunque i siti del ministero o di Italia lavoro vengono seguiti. Preoccupante perché stiamo parlando di giovani laureati ma anche trentenni che sono disponibili ad accontentarsi di 500€ al mese.
Ps considerando che oramai inviare mail non costa nulla, perché i centri per l'impiego non creano una "banca" dati delle imprese locali alle quali segnalare le varie agevolazioni che si presentano?
[Commento depositato in risposta al post In Capitanata il lavoro c'è ma non si vede ]
* * *
Concordo con quanto scrive l’amico, autore del commento.  Più che invocare un’altra deregulation del lavoro, mi sembra però  che la via da seguire sia rappresentata dalla semplificazione delle procedura, e da un incontro più facile e più virtuoso tra domanda ed offerta, nonché – ed è un argomento di grandissima attualità – da una sostanziosa riduzione di quel cuneo fiscale che gravando sulle tasche di imprese e lavoratori rende oggi scarsamente con veniente , da parte delle imprese “investire in lavoro”.

Soprattutto nelle regioni convergenza, però, esistono strumenti ed opportunità (sgravi, incentivi, ecc.)  tanto interessanti ed appetibili quanto scarsamente praticati dalle aziende, forse perché non adeguatamente conosciuti.
Il che ripropone il problema – molto serio – di cui parlavo nel post di una informazione corretta e capillare sull’universo del lavoro ma anche della necessità di una crescita diffusa della “cultura del lavoro”. Intendiamoci: non è che districarsi nella selva di norme che regolano il settore garantisca il lavoro. Ma sicuramente agevola un incrocio più efficace tra la domanda e l’offerta.

L’idea suggerita dal lettore (una "banca" dati delle imprese locali alle quali segnalare le varie agevolazioni che si presentano) è particolarmente interessante: i Centri per l’Impiego stanno lavorando alla messa a punto di un vademecum in questo senso, che verrà distribuito alle aziende. 
Va ricordato che comunque la Provincia pubblica mensilmente una newsletter a larga tiratura (qui il collegamento periscriversi) che approfondisce analiticamente tanto gli aspetti legislativi quanto il sistema di convenienze ed opportunità per imprese e quanti cercano lavoro. È un contributo alla diffusione di quella cultura del lavoro di cui dicevo prima.

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