Allerta: vogliono soffiarci anche Amendola



Prima premessa: non saltate sulla sedia, non imprecate al destino cinico e baro: il titolo è ad effetto. Nessun complotto, nessun colpo basso da parte barese, si tratta di quel che si dice un titolo “urlato”. Certe volte, ci vuole: per stimolare riflessioni, far circolare le idee, discutere.
Seconda premessa: nutro la massima stima per il sindaco di Bari, Michele Emiliano, anzi mi sento di additarlo come esempio alla classe dirigente locale foggiana. La classe non è acqua (e neanche la simpatia) e il primo cittadino del capoluogo regionale ne ha da vendere.
Terza premessa: le riflessioni che seguono non sono la solita professione di foggianesimo. Anzi, credo sia giunto il momento che foggiani e baresi guardino (e scoprano) le reciproche carte e che, se del caso, si diano reciprocamente una mano. È già successo, nella vicenda Amiu-Amica, e con risultati positivi e incoraggianti. Se è vero che lo sviluppo è oggi soprattutto una questione di relazioni, e che nessuno può sperare di far da solo, la provincia di Foggia deve imparare a guardare oltre se stessa. La direzione più naturale – piaccia o meno – è guardare verso la Puglia centrale.

Fatte queste doverose premesse, veniamo al dunque. Michele Emiliano commenta con molta – e giustificata -  soddisfazione (sul blog, ospitato dall’eccellente sito meridionalista Restoalsud) la recente inaugurazione del collegamento ferroviario diretto con l’aeroporto Karol Wojtyla di Bari, sottolineando, più volte, che non si tratta di un’opera barese, ma di una risorsa a servizio dell’intera Regione: “Questa non è un’infrastruttura solo barese, ma uno snodo importante per tutte le città della regione, uno dei pochi aeroporti italiani, se non l’unico, ad avere un passante che lo collega alla linea adriatica. “
“Questo significa – aggiunge Emiliano - che se si realizza l’accordo in itinere tra RFI e Ferrotramviaria si potrà prendere il treno da Lecce o da Foggia e arrivare direttamente in aeroporto, qualcosa di straordinario e di unico in Italia.”
Il sindaco di Bari ha le idee molto chiare sul ruolo che spetta al capoluogo regionale nei confronti del resto delle Regione. Paradossalmente, ma non troppo, proprio da Bari passa la possibilità di vincere la sfida che da decenni incalza i pugliesi: trasformare le Puglie in Puglia: “Bari, ancora una volta, è un luogo al servizio di tutti i pugliesi – scrive ancora il sindaco-. Bari da sola non va da nessuna parte, se invece immagina il suo futuro collegandosi con 4 milioni e mezzo di pugliesi in attesa di una modernizzazione che può passare attraverso il capoluogo, realizza anche i propri obiettivi. È una cosa non facile da far comprendere, ma ragionare per campanili non consente di realizzare opere importanti come quella che stiamo finalmente inaugurando.”
Fin qui, nulla da obiettare, purché da parte delle istituzioni a ciò preposte, prima tra tutte Aeroporti di Puglia si ragioni in termini di sistema aeroportuale pugliese, e vengano assicurate opportunità di crescita secondo la propria vocazione anche agli aeroporti ritenuti minori, come il Gino Lisa di Foggia.
Il post di Emiliano è tuttavia parte di una dichiarazione più articolata (ripresa da molti altri siti, tra cui quello che si occupa della rassegna stampa militare) nella quale, tra l’altro, il sindaco afferma, testualmente: “L’aeroporto di Bari è passato in pochi anni da 2 a 7 milioni di passeggeri. Dovete immaginare che se questo processo proseguisse, se noi riuscissimo ad acquisire l’aeroporto militare unificandolo all’aeroporto civile, questo potrebbe diventare uno degli aeroporti più importanti di Europa e concentrare il traffico aereo per il Medioriente e il nord Africa, dando a questa aerostazione e alla Puglia intera collegamenti oggi inimmaginabili.”
Che cosa significa, e cosa potrebbe implicare l’unificazione tra aeroporto civile e aeroporto militare (che svolge oggi un ruolo assolutamente residuale) auspicata dal sindaco? Con ogni probabilità, l’unificazione immaginata dal primo cittadino prelude ad una smilitarizzazione di fatto dell’area militare di Palese. L’ipotesi contraria, di cui al titolo “ad effetto” è effettivamente remota, ma potrebbe anche starci. Cosa accadrebbe se l’unificazione proposta da Emiliano preludesse, in realtà, al rafforzamento del ruolo militare di Palese ed al conseguente alleggerimento degli altri aeroporti militari pugliesi, come quello di Amendola?
La risposta non è difficile: si ripeterebbe anche sul versante militare quanto è accaduto su quello civile, con l’aeroporto di Bari nel ruolo di “asso pigliatutto”. In ballo c’è anche la dislocazione degli F35 che lo stato si appresta ad acquistare, e che tutto lascia prevedere vengano portati proprio in quel di Amendola: un indotto che vale milioni, in termini di maggiore impatto occupazionale e logistico.

Commenti

Anonimo ha detto…
Forse, più semplicemente, il Sindaco di Bari, Emiliano, alludeva all'aeroporto militare di Gioia del Colle e non a quello di Amendola...
Maurizio De Tullio
DAVIDE LECCESE BLOG ha detto…
L’affermazione di Emiliano, sindaco di Bari, - considerata l’intelligenza del personaggio, che non rischia con dichiarazioni avventate – non è, a mio parere, un’anticipazione della volontà barese di fare preda di una base aerea militare regionale, a tutto danno di Amendola.
Emiliano sa che Amendola è una base-scacchiera molto più ampia e articolata di quello che appare, tenendo, tra l’altro, conto che oggi è la seconda base aerea più grande d'Europa, seconda solo alla base americana di Ramstein in Germania.
Ma ancora una volta vorrei augurarmi che i nostri rappresentanti – a tutti i livelli – non facessero né coro né contro-canto alle dichiarazioni di Emiliano ma si dedicassero, con studio attento, al recupero totale della vocazione aeroportuale di Capitanata che – è bene ribadirlo – non chiede un “posticino” nella questione ma un seggio, come le compete.
Enrico Ciccarelli ha detto…
Geppe carissimo, non so se sia più delirante il "titolo ad effetto" di questo articolo o l'affermazione di Emiliano secondo cui il "Karol Wojtyla" ha sette milioni di passeggeri all'anno (ne ha poco più della metà). La definitiva smilitarizzazione di Palese è nell'ordine delle cose come il RADDOPPIO (già deciso) degli effettivi di Amendola e della sua importanza (la più grande base aerea dell'Europa meridionale). Se le energie parolaie e demagogiche spese (anche da te) nella ridicola "battaglia per il Gino Lisa" venissero utilizzate per ragionare complessivamente di accesso al trasporto aereo, se cioè si capisse che il miglioramento dei collegamenti con Bari Palese è interesse prioritario dei foggiani e dei cittadini delle aree contermini, così come è interesse prioritario del Gargano la possibilità di utilizzare Amendola (in via parzialissima e provvisoria, certo) per i voli civili, allora finalmente parleremmo di cose serie. È di tutta evidenza che è privo di senso porre la questione del "Lisa" (infrastruttura che va difesa e potenziata) al di fuori di un ragionamento sul sistema aeroportuale pugliese e sulla sua integrazione (che significa che gli aeroporti minori non scimmiottano i grandi, ma li imitano). Un abbraccio.
Enrico Ciccarelli ha detto…
Un lapsus calami mi ha fatto scrivere "gli aeroporti minori non scimmiottano i grandi, ma li imitano". In realtà intendevo dire "non scimmiottano i grandi, ma li integrano". Scusate

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