Aeroporto: l'ok del consiglio comunale potrebbe aprire una nuova stagione per la politica

Potrebbe essersi aperta una pagina nuova nella vicenda dell'aeroporto Gino Lisa. E non soltanto per l'approvazione - questa volta definitiva - del piano dei rischi da parte del consiglio comunale. A indurre ad un cauto, e nuovo ottimismo, c'è quella unanimità con cui l'assise municipale si è pronunciata sull'argomento, che era in ogni caso delicato. Licenziare il Piano di rischio significava infatti porre mano al piano regolatore generale, perimetrando le aree che, per effetto dell'allungamento della pista, saranno soggette a vincolo di tutela e recependo i precetti di salvaguardia dell'Enac. Detto in soldoni, aver detto sì al Piano dei Rischi implica la conseguenza di aver detto no ai progetti di espansione edilizia nella zona. Una volta tanto gli interessi pubblici hanno avuto la meglio su quelli privati (che sono comunque legittimi e come tale rispettabili, bisogna sempre ricordarlo).

Vi era chi temeva colpi bassi, che invece non ci sono stati. E il voto dell'unanime del consiglio sembra esprimere una ritrovata unità della classe politica sul rilancio del Lisa, tema cui l'opinione pubblica si sta sempre più appassionando. E’ stata premiata la coerenza con cui il sindaco Gianni Mongelli e la sua giunta stanno perseguendo il rilancio dell’aeroporto foggiano. Ma il fatto positivo è che sulla decisione finale non si è registrato neanche uno di quei “distinguo” che assai spesso hanno caratterizzato la vita dell’aeroporto. Anche le forze di minoranza hanno fatto la loro parte, con una responsabilità ed un senso di partecipazione che sarebbe forse il caso di applicare anche ad altre contingenze cittadine.
Non a caso, a sottolineare l'importanza politica di quanto è accaduto è stato il coordinatore provinciale del Pdl, ovvero della maggior forza di opposizione. Franco Landella è stato nella circostanza più realista del re: "Non possiamo consentire di perdere ulteriore tempo, è il momento di mettere da parte le bandiere politiche e di concentrarsi sul risultato per non correre il rischio di perdere definitivamente questa importante ed ultima possibilità di riattivare i voli dall'aeroporto di Foggia." Per essere ancora più esplicito, Landella ha aggiunto: "Sono a disposizione per fare qualunque battaglia in favore dell'aeroporto e mi auguro che gli altri componenti del consiglio comunale di Foggia, i consiglieri regionali ed i parlamentari, impegnino tutte le energie per fare in modo che i finanziamenti non vengano persi e che la pista possa essere allungata in tempi brevi."
C'è ancora un ostacolo da superare, per concludere il complesso iter burocratico dell'opera: il rilascio della VIA da parte del Ministero. Il progetto, denominato “Potenziamento infrastrutturale e operativo dell'aeroporto di Foggia G. Lisa - Prolungamento della pista di volo RWY 15/33 nella direzione Nord della testata 15” è stato presentato al Ministero dall’Enac, che ne è soggetto proponente, il 9 marzo dell’anno scorso. Il successivo 23 marzo, il comitato tecnico del Ministero ha avviato l’istruttoria. Il comitato ha chiesto delle integrazioni, che sono state consegnate il 9 gennaio del 2013. Da allora nessuna novità: l’istruttoria tecnica del comitato prosegue e si spera che possa venire conclusa nelle prossime settimane, perché di tempo ne è trascorso fin troppo.
Non dovrebbero esservi eccessivi problemi sul rilascio della Via. E’ vero che l’aeroporto sorge in un’area ormai urbanizzata, per cui l’attività aeroportuale implica sempre un qualche impatto ambientale. Ma nelle stesse condizioni di Foggia si trovano tanti altri aeroporti italiani.
Bisogna far presto, anche perché incombe la scadenza del 31 dicembre 2013, nella quale si concluderà almeno virtualmente il settennio comunitario 2007-2013. Il rischio che il finanziamento (14 milioni, a valere sui fondi FAS) possa venire revocato esiste, anche se non è immanente. Nelle stesse condizioni della pista del Lisa si trovano centinaia di altri progetti finanziati con soldi comunitari, e tutto lascia pensare che il governo chiederà (e otterrà) un proroga. Ma bisogna comunque far presto: battere il ferro fintanto che è caldo.

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