Quando Mario Mauro sfilava a Foggia in difesa della vita
C’è anche un foggiano tra i dieci saggi con cui il Presidente
della Repubblica, Giorgio Napolitano, spera di cavare il ragno dal buco di una
situazione politica che più che di stallo sembra impantana, imputridita. È
un nome illustre, quello di Mario Mauro, 51 anni, nato a San Giovanni Rotondo e
che a Foggia ha cominciato i suoi primissimi passi dell’impegno politico e
sociale. Mauro faceva parte del gruppo di giovani cattolici dette vita a
Comunione e Liberazione nel capoluogo dauno, e si distinse in alcuni
manifestazioni pubbliche come quelle dei movimenti antiabortisti che sfilavano
in piazza per “difendere la vita”.
La sua carriera politica ha avuto la sua consacrazione però
a Milano, dove ha studiato laureandosi in Filosofia all'Università Cattolica
del Sacro Cuore. Berlusconiano dalla prima ora, Mauro è stato eletto per tre
volte nell’europarlamento, all’interno del quale ha ricoperto anche la carica di
vicepresidente. La sua militanza nella formazione berlusconiana è stata
tuttavia sempre caratterizzata da una notevole attenzione verso i temi della
difesa dei valori cristiani e della necessità di coniugare l’etica d’impresa
con i valori della coesione e della solidarietà.
Mario Mauro ha sempre mostrato una capacità autonoma di
giudizio e di discernimento, che lo hanno segnalato come una delle intelligenze
più lucide e nuove della galassia del centrodestra: un politico che pensa, che
crede ad alcuni valori e li difende. Un personaggio controcorrente.
Prima della recente campagna elettorale, la rottura con il
Pdl e l’ingresso in Scelta Civica di Mario Monti, formazione che lo ha eletto
alla Camera dei Deputati. Mauro è il più
giovane dei consulenti chiamati da Napolitano a cercare di tirare fuori la
politica dalle secche in cui si è cacciata. Una designazione che se da un lato
premia le indubbie capacità politiche di Mauro, dall’altro non deve stupire,
perché in un momento in cui il Paese ha bisogno di persone in grado di
costruire ponti, di tessere reti, di attenuare la divisioni tra le diverse
fazioni, Mauro sembra il personaggio ideale.
Nel parlamento che si è appena insediato Mauro guida il
gruppo di Scelta Civica al Senato, ed in questa veste ha partecipato alle
consultazioni che si sono svolte al Quirinale. Pare che Napolitano sia rimasto
impressionato dalla competenza e dalla passione con cui l’esponente montiano ha
illustrato il “modello olandese” che utilizzando degli esploratori che concordassero
un programma senza pregiudizi è poi riuscito a varare in poche settimane un
governo in una situazione di stallo come quella che sta vivendo il Bel Paese.
Napolitano ha ascoltato l’intervento di Mauro senza replicare, ma se poi l’ha
chiamato nella sua super-squadra, una ragione dev’esserci.
Il parlamentare fa parte del gruppo che si occuperà delle
riforme istituzionali. Ma sembra già chiaro che l’apporto che darà alla
delicata missione che il Capo dello Stato ha affidato ai saggi non sarà
soltanto di natura politica e teorica, ma soprattutto umana. Non casuale il
richiamo, tutto cristiano, alla “buona volontà” con cui ha commentato la nomination
da parte di Napolitano: "Non è un compito facile, perché alle spalle
abbiamo una lunga serie di fallimenti, però la difficoltà del momento, spero,
darà a tutti un po' più di buona volontà. Auspico che il nostro lavoro sia
molto breve, intenso e soprattutto molto cordiale. L'obiettivo del nostro
lavoro è evidente: aiutare le forze politiche ad evitare steccati e barriere
ideologiche, individuando elementi su cui si può convergere. Napolitano non ha
perso tempo, ma usa il tempo per vincere resistenze".
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