ODA Teatro, c'è una schiarita, ma cresce il sospetto di veleni


L'ODA Teatro

C’è una schiarita nella vicenda che ha portato alla chiusura dell’ODA Teatro, il contenitore culturale voluto dall’amministrazione provinciale guidata da Antonio Pellegrino e gestito da dieci anni dalla compagni il Cerchio di Gesso. Com’è noto, il provvedimento è stato disposto perché, nel corso di controlli effettuati dai Vigili del Fuoco e dalla sezione amministrativa della Polizia di Stato è emerso che il soggetto gestore non era in possesso della certificazione riguardante la conformità della struttura (un capannone ristrutturato e trasformato in contenitore culturale) alle norme statiche.
Durante un summit che si è svolto a Palazzo Dogana, gli ingegneri dell’Ufficio Tecnico di Palazzo Dogana hanno infatti chiarito che l’immobile è assolutamente conforme alla normativa in materia, per cui nel giro di qualche giorno dovrebbe essere rilasciata la documentazione necessaria ad attivare l’iter per la revoca del provvedimento che ha disposto la chiusura del teatro, che in soli dieci anni di vita è divenuto un punto di riferimento nel panorama culturale pugliese, e non solo.

In una intervista pubblicata sul sito di Foggia Città Aperta, il responsabile e direttore artistico della compagnia, Mario Pierrotti si è dichiarato ottimista ed ha confermato quanto è scaturito dal vertice svoltosi alla Provincia:  la struttura è assolutamente sicura. “Non saremmo così pazzi da vivere noi stessi in una struttura non sicura.” Nell’intervista, Pierrotti ha anche chiarito che le responsabilità della certificazione sono della Provincia, in quanto proprietaria dell’immobile e non del soggetto concessionario.
 Sta di fatto, però, che il controllo ispettivo dei Vigili del Fuoco è scattato proprio mentre è in corso la gara d’appalto per il rinnovo della concessione della struttura. Quella aggiudicata dieci anni fa al Cerchio di Gesso è scaduta, e tanto è bastato per indurre il sospetto che i controlli siano scattati sulla base di una qualche denuncia anonima, insomma che sia in atto una sorta di guerra tra le diverse compagnie teatrali che operano nel capoluogo dauno. A gettare acqua sul fuoco delle polemiche è lo stesso Pierrotti: “In questura mi hanno detto che si tratta di controlli di routine in atto da diversi anni, in questi giorni tocca ai teatri.”
Meno diplomatico Enzo Marchetti, attore che ha la responsabilità del Piccolo Teatro, storico teatro cittadino, anch’esso fatto oggetto di controlli, qualche giorno fa. Le contestazioni mosse riguarderebbero l’inadeguatezza dell’uscita di sicurezza (che dà sull’androne dell’immobile, e non sulla strada) e altri rilievi di natura amministrativa, che dovrebbero essere chiariti nelle prossime settimane. Sui veleni che starebbero avvelenando i rapporti tra le compagnie cittadine Marchetti va giù pesante: “spero proprio che non sia così, perché sarebbe la fine. Però, sono arrivate anche a noi alcune voci secondo le quali qualcuno si sarebbe alzato la mattina e avrebbe deciso di fare piazza pulita.” Un segnale inquietante che giunge da uno dei pochi settori, quello culturale e teatrale, che denotano una qualche vivacità in una città condannata al declino. Se anche le associazioni culturali si mettono a fare la guerra tra di loro, siamo veramente alla frutta.
Dura la reazione di Giuliano Volpe, rettore in scadenza dell’Università di Foggia, che ricorda e sottolinea i molti meriti accumulati in questi anni dal Cerchio di Gesso: “Anche l'ODA teatro chiude! sono preoccupato e anch'io indignato per il venire meno di un altro dei pochi capisaldi culturali di civiltà in questa città. L'ODA ha spesso collaborato con l'Università, ha partecipato a tante iniziative, ho sempre apprezzato la professionalità e l'impegno culturale e civile della Compagnia il Cerchio di Gesso. Straordinariamente importante la loro attività a favore dei bambini. Ho personalmente tentato di cercare forme per sostenere queste attività, anche se finora, purtroppo, con limitati risultati.
Non possiamo assistere indifferenti a questo nuovo grave colpo alla vita civile e culturale di Foggia e della Capitanata. Serve il sostegno di tutta la società civile oltre che di tutte le istituzioni.”
Speriamo che l’appello di Volpe non cada nel vuoto: la difesa delle poche istituzioni culturali che sopravvivono a Foggia è veramente l’ultima spiaggia per non cadere nel baratro di un processo di degrado irreversibile.

Commenti

Enrico Ciccarelli ha detto…
Oddio, il complotto! Caro Geppe, facciamo un riassunto delle puntate precedenti: come accade per molte altre realtà cittadine, anche in campo teatrale c'era la colonna sonora di "Finché la barca va", che normalmente si interrompe bruscamente quando accade l'evento drammatico. Per fortuna, con grande lungimiranza, la Questura ha deciso di mettere ordine, intervenendo a tutto campo, proprio per evitare che si facessero figli e figliastri. Il fatto che si sia avuta notizia (ma questo non vuol dire che non ci siano state altre ispezioni) del Conart, del Piccolo Teatro, dell'Oda dice che i controlli sono a 360°. Viene da chiedersi, piuttosto: nel mese trascorso dalla chiusura (non so se poi superata) del Conart, le proprietà e le gestioni si sono preoccupate di verificare se tutto era a posto? A giudicare da quanto scrivi, si direbbe di no. E la cosa è particolarmente grave per l'Oda, trattandosi di una proprietà pubblica, ancorché condotta in virtù di un bando da una compagnia privata (di cui giustamente ricordi i meriti). Giusto per parlare della Provincia, siamo sicuri che il Teatro del Fuoco abbia tutte le carte in regola? Nel caso non le abbia, aspettiamo che arrivi l'ispezione anche lì o ci diamo da fare? Se si provasse a passare da "Finché la barca va" a -non dico "We are the champions", ma almeno a "Una vita da mediano"? Così magari la pianteremmo anche di baloccarci con le dietrologie e ci faremmo capaci che la parola "legalità" non è solo uno slogan da cortei antimafia. Un abbraccio.
Enrico Ciccarelli

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