Autorialità e creatività: Foggia è ricca, ma pochi se ne accorgono
L’autorialità come possibile risorsa di futuro. Un tema del quale non si
parla moltissimo, a Foggia. Ed è un peccato, perché la creatività è un fattore
di crescita primario per un territorio, soprattutto nella sua dimensione
autoriale, che mette in moto dinamiche più complesse della sola creatività,
perché presuppone l’esistenza di organizzazione capaci di trasformare il
creativo in autore: qualcuno o qualcosa i cui film possano essere prodotti o visti,
le canzoni incise ed ascoltate, i libri pubblicati e letti, i quadri messi in
mostra e la mostra visitata, ecc.ecc.
A Foggia queste risorse non mancano. Anzi sono presenti a iosa, come ho
già avuto modo di dire in un post sulla nouvelle vague foggiana, ma come testimoniano anche belle
iniziative del tipo di Foggia Creativa, il gruppo facebook creato da Giuseppe
Marrone, geniaccio, scrittore e cultore d’arte.
Alla nouvelle vague di cineasti che si sta mettendo in luce in questi
ultimi mesi, il Festival del Cinema Indipendente ha voluto dedicare la serata
conclusiva della sua fase itinerante, che ha praticamente concluso la XII
edizione della rassegna cinematografica della Provincia. L’elenco dei giovani
autori premiati non è esaustivo, in quanto la “vetrina” ha riguardato quanti
hanno partecipato direttamente o indirettamente alla manifestazione.
Non si è trattato del solito diploma di partecipazione: benché gli
attestati fossero alquanto spartani nella forma, le motivazioni descrivono nel
profondo la ricchezza di un processo creativo e culturale importante che si sta
realizzando a Foggia. E che meriterebbe una maggiore attenzione.
Ecco di seguito i premiati, e le relative motivazioni.
Marco Adabbo, cineasta foggiano che ha avuto le sue prime affermazioni proprio al
Festival: “per il notevole rigore tecnico, professionale ed artistico con cui
si è avvicinato al cinema indipendente e per la tenacia con cui persegue
sinergie e collaborazioni con altri autori pugliesi."
Carlo Della Pace (foggiano, autore di un mediometraggio che sta spopolando sul web):
"per l’allegria e l’attenzione con cui è riuscito a raccontare il cuore di
Foggia, e a restituire alla città un’immagine di bellezza e di solarità,
coinvolgendo nel suo progetto centinaia di foggiani vicini e lontani."
Guido Di Paolo, alla sua seconda partecipazione al festival: "per la crescita
artistica ed espressiva dimostrata con la realizzazione di È nato scemo,
risultato ancor più significativo in quanto raggiunto con il coinvolgimento di
forze tecniche, artistiche e produttive del territorio."
Carlo Fenizi (foggiano, al suo secondo lungometraggio): "per l’attenzione e
per l’amicizia che ha sempre mostrato verso il Festival e per essere riuscito a
declinare, attraverso Effetto Paradosso, le suggestioni, le potenzialità
creative, le risorse nascoste e l’incanto della terra di Capitanata."
Giuseppe Guiduccio, alla sua primissima esperienza cinematografica: "per aver
affrontato, con lucidità e coraggio, nella sua opera prima Quello che verrà,
un tema difficile quale il dolore, privilegiando l’urgenza del voler dire
rispetto alla logica del come dire, dimostrando che il cinema indipendente può
essere un cinema di speranza."
Edgardo Longo, il cui film "Il padre" era stato presentato in
prima assoluta nel corso del vernissage del Festival: "per il coraggio
manifestato nella sua attività di autore nell’affrontare tematiche non convenzionali,
felicemente coniugando lo spirito del cinema indipendente con la migliore
tradizione della cinematografia cattolica."
Lorenzo Sepalone, di cui è stato proiettato per la prima volta al festival il
cortometraggio, molto bello, La luna è sveglia: "per il coraggio
che ha dimostrato, sempre impegnandosi e rischiando in prima persona, e per
aver realizzato con La luna è sveglia un film di rara suggestione
espressiva e di raffinata poesia, nonché di grande qualità artistica e
produttiva."
Antonio Silvestre, regista originario di Biccari che vanta un nutrito curriculum, con
prestigiose collaborazioni a fiction televisive, ha partecipato al Festival di
Foggia con il corto La stagione dell'Amore, che aveva registrato apprezzamenti
al Festival del Cinema di Roma: "per aver scelto di tornare nella sua
terra d’origine, realizzando con La stagione dell’amore un
cortometraggio che addita nuove vie e nuove prospettive alla commedia
all’italiana."
Mario Tani, cineasta e produttore, di origine pugliese, produttore de La
stagione dell'Amore: per il rigore artistico, l’onestà intellettuale e la
tenacia morale con cui persegue la crescita del cinema indipendente italiano,
incoraggiando la crescita creativa e professionale dei giovani autori."
Tonino Zanni: quasi un premio alla carriera, per il presidente di Cinemazione:
"per la sua pluriennale azione di promozione dell’arte cinematografica nel
territorio di Foggia e della sua provincia, perseguita attraverso l’originale
formula dell’associazionismo, e
per l’impegno profuso
per la educazione al cinema nelle scuole."
Tutto ciò conferma che, grazie agli autori ed alla loro creatività, sta
complessivamente crescendo il movimento cinema foggiano, con associazioni e
gruppi che si stanno consolidando, e che stanno portando anche ad una notevole
fioritura di attori e tecnici.
Commenti