La candidatura foggiana di Ivan Scalfarotto: ritorno a casa, ritorno al futuro
Che bella, la riflessione che si legge nel blog di Ivan Scalfarotto, sul senso della sua candidatura in Puglia. Per il vicepresidente del Pd ha sapore di un ritorno a casa. La cosa è singolare, per un politico in un certo senso apolide come lui: nato a Pescara, vissuto a Foggia, di qui emigrato a Milano, dove attualmente vive, con frequenti puntate a Londra.
Scalfarotto affida i suoi sentimenti al suo blog, nel post in cui dà notizia della candidatura: "E così torno a casa: saranno contenti mamma e papà, che sicuramente non ci speravano più. Sono arrivato a Foggia nel 1968 che avevo tre anni, e lì ho fatto tutte le scuole: la Montessori, le medie alla Bovio, gli anni del liceo al “Vincenzo Lanza”. Mio padre abita ancora a Foggia, e così mia madre – che fa un po’ la pendolare con la Brianza per vedere mia sorella, che è foggiana anche di nascita, e i nipotini".
Scalfarotto, che oggi ha aperto la campagna elettorale nel capoluogo dauno con un incontro pubblico nella sezione Pd di corso Matteotti, spiega ulteriormente il senso del ritorno": "si tratta di una specie di ritorno al futuro. Se vinceremo le elezioni sarà un onore per me rappresentare i cittadini della regione e della città che mi ha formato e nella quale sono cresciuto. Una città che mi ha dato la fortunata possibilità di vivere un’infanzia e un’adolescenza protette da un ambiente cittadino sano come sa esserlo solo la provincia italiana. Da allora Foggia è molto cambiata, e non sempre in meglio: sarò felice, se sarò eletto, di poter dare una mano."
Non sono parole di circostanza. Sfogliando i diversi post del frequentatissimo blog (che si è imposto alla ribalta politica nazionale proprio grazie alla sua attività di scrittore e di blogger) si scopre un legame forte e profondo con la sua città, di cui parla con frequenza ed approfonditamente, anche in riferimento a questione di attualità come l'emergenza rifiuti. In Foggia mia bella, Scalfarotto racconta i suoi anni foggiani non senza nostalgia: Quando ero bambino ed abitavo a Foggia, c’era un amico dei miei che ogni volta che si arrivava da un viaggio in macchina nei pressi della città esclamava: “Foggia mia bella, eccoti a Ninuccio tuo”. Ridevamo tutti di gusto, anche per l’ostentata reiterazione del gesto, ma tutti la pensavamo un po’ come il nostro amico Nino. Stavamo tornando a casa, in una città non bella, certo, ma “cozy” come direbbero gli americani: piccola, raccolta, tranquilla e a misura d’uomo. Sono arrivato a Foggia il giorno del mio terzo compleanno e lì sono cresciuto. Foggia è stata la mia città, e l’ho molto amata. Ci sono cresciuto bene, non avendo forse le opportunità di chi cresceva a Milano o a Roma, ma sentendomi sempre a casa e sentendomi libero, perché in fondo nei primi anni ’80 a un ragazzino a Foggia non poteva succedere niente di (troppo) male. E così, essendo andato via per sempre ormai quasi 30 anni fa, oggi mi sono risvegliato da un lungo sonno e ho appreso che in questi anni la mia città è diventata il peggior posto dove vivere in Italia. Il peggiore in assoluto. Cosa è successo, mi viene da chiedere? Chi ne porta la responsabilità? Chi pagherà per questo e cosa si intende fare per migliorare e migliorare subito? Mi sono sentito rubare i miei ricordi e la mia adolescenza e sono desolato e arrabbiato a un tempo."
La candidatura pugliese e foggiana di Ivan Scalfarotto è, in un certo senso, anche la risposta a queste domande. Può essere l'occasione per voltare pagina.
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