Ultimi? No. Soltanto sommersi (e furbi)


Come, e quanto, il sommerso incide nelle statistiche ufficiali dell’economia e della qualità della vita? L’interrogativo è di quello che fa tremare le vene ai polsi, perché si tratta di misurare un fenomeno che per sua natura è difficile da conoscere e da stimare. In realtà, le cifre che vengono fuori da un’analisi promossa da Pugliapromozione per valutare il peso del “Turismo che non appare” (ovvero quello sommerso) sono impressionanti tanto da dare concretezza ad una metafora che viene spesso utilizzata, e che dipinge il sommerso come un iceberg. La parte invisibile, che sta sotto il pelo dell’acqua è assai più grande di quella che emerge .

L’indagine è stata commissionata da Puglia Promozione a Mercury con l’obiettivo di stimare i flussi reali che includano tanto il turismo ufficiale quanto quello sommerso o non registrato (ovvero un turismo che tiene conto anche dell’affitto delle seconde case oltre che di eventuali presenze di sommerso nelle strutture ricettive dell’alberghiero e dell’extralberghiero). Ebbene, una prima anticipazione dei risultati di tale indagine ha svelato che a fronte di 13,357 milioni di pernottamenti turistici rilevati nel 2011 dagli uffici di statistica regionale, esistono 62,119 milioni di pernottamenti non rilevati, per un totale di presumibili 75,656 milioni di pernottamenti comprensivi, dunque, sia del numero dei pernottamenti ufficiali Istat che di quelli sommersi. Un vero e proprio iceberg, insomma. Basta fare un po’ di conti per ricavare che, a ogni pernottamento ufficiale registrato in Puglia nel 2011 corrisponderebbero 5,60 pernottamenti reali.
“I dati del sommerso dunque, se incrementano di molto il reale risultato turistico della Puglia, indicano però – si legge in un comunicato dell’Osservatorio Turistico regionale - una situazione preoccupante di nero, che esercita sicuramente pesanti effetti sotto il profilo della tutela occupazionale, sotto il profilo fiscale, e presumibilmente anche dal punto di vista della qualità dell’accoglienza. Ciò richiederà nei prossimi anni uno sforzo intenso da parte degli organi di controllo e di repressione, accompagnato da azioni mirate a far emergere il sommerso portandolo a regolarizzazione.”
Fin qui la nota ufficiale. Se però i dati ufficiali sono così poco attendibili, tanto da non essere in grado di cogliere l’esatta entità di un fenomeno grande cinque volte di più rispetto a quello ufficiale, che verosimiglianza hanno le tante indagini e le tante classifiche che collocano la Puglia e in particolare la Capitanata agli ultimi posti della graduatoria nazionale?
La risposta è impossibile, data la sfuggevolezza del fenomeno. Ma una conclusione amara, concedetecela, amici lettori. Saremo anche ultimi nella classifiche della qualità della vita, ma, se ci fosse una classifica riservata ai furbi, probabilmente saremmo al top.

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