Quando la letteratura intesse reti e relazioni: l'ultimo libro di Francesco Giuliani
Rinverdendo una vocazione e una tradizione, che sarebbe
sinceramente il caso di riscoprire e rilanciare, e che fa di San Severo uno dei
centri pugliesi e meridionali più importanti dal punto di vista della
produzione letteraria (Nino Casiglio, Enzo Verrengia, Benito Mundi, tanto per
fare qualche nome), Francesco Giuliani dà alle stampa un prezioso volume che riscopre
alcuni autori della Puglia Settentrionale, e in particolare del Gargano, anch’esso
fucina di tanti autori importanti.
Il volume, intitolato Nel Nord della Puglia è pubblicato
dalle Edizioni Il Rosone – tenacissima e coraggiosa casa editrice fondata dall’indimenticabile
Franco Marasca, ed oggi diretta dalla moglie Falina e dalla figlia Marida – nella
collana “Testimonianze” pensata e diretta da un altrettanto indimenticabile
intellettuale e uomo di lettere come Benito Mundi, instancabile animatore della
biblioteca della cittadina dell’Alto Tavoliere ed egli stesso scrittore e
saggista.
Tante fortunate, ma non casuali, coincidenze fanno del libro
di Giuliani (sanseverese pure lui, e docente di Italianistica all’Università di
Foggia) un’opera fondamentale nella cultura pugliese, perché l’autore riesce a
dar conto con successo, attraverso una laboriosa e suggestiva raccolta di
studi, documenti e impressioni di viaggio, dei rapporti che grazie alla
letteratura la cultura dauna è riuscita a stabilire con il resto del Paese.
I libri, la
scrittura, la produzione letterario intessevano ed intessono reti assai più
delle moderne tecnologie. Peccato solo che si legga sempre meno, sicché fondare e dirigere collane come ha fatto Mundi, scrivere libri come fa Giuliani e pubblicarli come
fa Marasca è veramente un atto di coraggio.
La Daunia letteraria viene così ricollocata da Giuliani al
centro di un articolato e inedito spazio, che si apre a ventaglio.
Si passa, così, da Napoli, dove opera Francesco Dell’Erba,
giornalista e scrittore di origini viestane, a Roma, dove producono i loro
testi Michele Vocino ed Alfredo Petrucci, senza dimenticare i grandi scrittori
italiani che nel Novecento si sono recati sul Gargano, seguendo la Via sacra
Langobardorum.
La terza sezione, infine, intitolata Scaffale Pugliese,
contiene sei saggi su autori altrettanto significativi, visti in una
prospettiva più inconsueta. Si parte dal campano Bonaventura Gargiulo,
scrittore infaticabile e vescovo di San Severo tra fine Ottocento e inizio
Novecento, e si prosegue con i garganici Pasquale Soccio, che racconta con la
sua maestria un insolito Subappennino Dauno, Michele Coco e Sergio D’Amaro. Gli
ultimi due nomi, poi, sono Mariateresa Di Lascia, oggetto di analisi per i suoi
racconti, ed Enrico Fraccacreta, autore di incantevoli versi dedicati all’amico
di gioventù, il celebre fumettista Andrea Pazienza.
Il viaggio letterario si configura, così, come una perenne
scoperta, che illumina il quadro di un’operosità troppo spesso trascurata o
sottovalutata, che attraversa l’intero Novecento, fino ai giorni nostri, una
rete che dal Nord della Puglia si allarga a dismisura, in modo vario e
imprevedibile, senza soluzione di continuità.
Ha scritto Enrico Fraccracreta su Il Rosone : «Nel nord
della Puglia», e nelle sue trecento e più pagine, Giuliani, con il suo ormai
inconfondibile stile riattraversa un percorso a volte nuovo da oriente ad
occidente, il raggio lungo della nostra regione, iniziando con un’altra
riscoperta: il giornalista di Vieste Francesco Dell’Erba. L’interesse è
notevole, tramite la voce di Dell’Erba o di Del Viscio oppure di Villani, come
fu per Beltramelli e Vocino, Giuliani ci fa letteralmente vedere il Gargano com’era agli inizi del
secolo scorso oprima ancora. Si procede con opere di altri garganici esportati,
per meriti, i già citati Petrucci e Vocino. Ma veramente la navigazione di
Giuliani, attraverso fatti letterari, nella continuità geografica del discorso,
approda a pagine di rara intuizione saggistica; il riferimento è al primo
capitolo della parte seconda: «Scrittori del Novecento sulla Via Sacra
Langobardorum». Qui la trama s’infittisce, è incredibile la conoscenza
dell’autore su fatti e testimonianze, fedelmente riportati, riguardanti
l’oggetto di studio: «L’alba del Novecento» in una «Costante del sacro», sino
agli anni Cinquanta e Sessanta con altre importanti figure intellettuali.
Commenti