Primarie 2012 / Questione meridionale assente (o quasi)
Che cosa pensano i cinque candidati alle primarie del centrosinistra della questione meridionale? È presente nei loro programmi, e in che misura? Per scoprirlo, abbiamo sottoposto i documenti che contengono le loro idee ad una semplice analisi lessicale, cercando all'interno dei testi le occorrenze di alcune parole chiave, e precisamente "questione meridionale", "Mezzogiorno", "Sud", "meridionale" e "meridionali".
Il risultato non è dei più esaltanti, e conferma la tesi che Lettere Meridiane sostiene da tempo: la questione meridionale è stata complessivamente rimossa dall'agenda politica nazionale, anche se il divario tra Nord e Sud resta in tutta la sua evidenza ed in tutta la sua drammaticità.
A sorpresa, il candidato che manifesta la maggiore sensibilità verso il tema è Laura Puppato, ovvero quello che dei cinque, almeno dal punto di vista della latitudine, è il più… settentrionale. La consigliera regionale del Veneto è la sola a dedicare alla questione meridionale un intero capitolo del suo programma, collegando strettamente (e giustamente) il tema all'altro problema cruciale del Mezzogiorno: la legalità: "Il Sud - scrive Puppato - deve essere visto come risorsa (specie in merito alle sue grandi bellezze ambientali e artistiche, e al patrimonio di tradizioni culturali che gli pertiene) e non come problema. Bisogna superare un divario reso cronico dall’accumulo di scelte sbagliate, politiche clientelari e scorciatoie populiste e razziste."
La sola candidata donna alle Primarie mostra di avere le idee chiare sul da farsi per il Mezzogiorno: "L'Italia meridionale ha bisogno di investimenti mirati, a progetto, interventi infrastrutturali e un piano industriale capace di impiegare e valorizzare le energie rinnovabili. Le opere incompiute da tempo vanno completate per permettere un adeguato collegamento tra Nord e Sud e fra regione e regione. Il settore del turismo va implementato per consentire la competizione con le località balneari degli altri Paesi del Mediterraneo. Ma l’Italia è e rimarrà divisa in due fintantoché nel Meridione non verrà ripristinata la legalità."
Per la Puppato, una maggiore presenza dello Stato, una più convinta lotta alla criminalità attraverso il potenziamento della Magistratura e delle Forze di Polizia ed una maggiore attenzione alla scuola sono gli elementi cardine su cui articolare una politica positiva per il Mezzogiorno.
Dopo la candidata veneta, le più numerose occorrenze delle parole chiave sono quelle contenute nel programma dell'unico candidato meridionale, il governatore regionale pugliese, Nichi Vendola. Nel suo programma la questione meridionale non viene tuttavia citata né affrontata organicamente; le occorrenze del termine "Sud" (quattro volte) e "Mezzogiorno" (due) sono puramente descrittive.
La parola Mezzogiorno viene evocata nelle parti del programma che illustrano l'impegno per contrastare due mali endemici del Sud: la disoccupazione ("concentrata soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno") e il lavoro nero ("ancora diffusissima soprattutto nel Mezzogiorno").
Quattro invece, come già detto, le occorrenze del termine Sud: la prima volta viene utilizzato al plurale per evocare "le mobilitazioni che attraversano le piazze dei Sud del continente" come sintomo di un'Europa in cui "gli interessi nazionali prendono il sopravvento rispetto agli obblighi di solidarietà." Anche la seconda occorrenza del termine non guarda il Mezzogiorno d'Italia, ma un richiamo al "Sud del mondo". Le ultime due citazioni (in cui il termine sud ricorre sempre assieme quello "nord") stanno ad indicare due aspetti del divario che Vendola ritiene particolarmente significative: le differenze salariali e la diversa qualità del sistema scolastico ed universitario.
Nel programma di Bersani si trova una sola occorrenza del termine Mezzogiorno ed una del termine Sud, vicine l'una all'altra, ed inserite in un contesto testuale fortemente enunciativo: "Per poter parlare di uguaglianza in Italia è necessario - scrive il segretario del Pd - parlare del Mezzogiorno. L’Italia cresce solo quando Sud e Nord scelgono di avanzare assieme. "
Una sola la occorrenza dei termini ricercati nel programma di Matteo Renzi che parla del Sud quando affronta il problema dell'accesso al credito delle imprese annunciando l'intenzione di "riallocare su fondi di garanzia del credito almeno 20 miliardi dei fondi europei, in modo da garantire almeno 250 miliardi di crediti a piccole e medie aziende, dando all’imprenditoria sana, in particolare nel Sud, l’ossigeno per ripartire, a tassi competitivi con le imprese tedesche e francesi".
Nessun riferimento al Mezzogiorno o al Sud, invece, nel programma del candidato centrista, Bruno Tabacci.
Nel complesso sembra di poter dire che la questione meridionale non sta in cima ai pensieri dei candidati premier di centrosinistra.
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