La Provincia di Foggia allarga i suoi confini


La provincia di Foggia allarga i suoi confini. Stamattina, il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto-legge che completa il percorso avviato nel mese di luglio, finalizzato al riordino delle province e all’istituzione delle città metropolitane. Il provvedimento prevede, per la Puglia, la riduzione da 6 province a 3 soltanto, cui va aggiungersi la città metropolitana di Bari. La provincia di Foggia incorporerà la BAT, con capoluogo Foggia. La provincia di Bari si trasformerà in città metropolitana. Si accorperanno le province di Brindisi e Taranto (con capoluogo Taranto). Resterà com'è attualmente la provincia di Lecce. A conti fatti il territorio che sempre guadagnare maggiormente dalla riforma è proprio quello della Puglia settentrionale, ovvero la provincia di Foggia.
Il Governo ha applicato in sostanza i parametri già noti, che prevedevano la soppressione delle Province che non possedevano i requisiti di superficie e di popolazione previsti dalla riforma. 

La riforma - come si legge in un comunicato di Palazzo Chigi - si ispira ai modelli di governo europei. In tutti i principali Paesi Ue, infatti, ci sono tre livelli di governo. Il provvedimento consente inoltre una razionalizzazione delle competenze, in particolare nelle materie precipuamente “provinciali” come la gestione delle strade o delle scuole. Con il decreto approvato le province sono state ampiamente ridotte.
Il provvedimento varato dal Consiglio dei Ministri non manca di sorprese. Vi si stabilisce infatti che dal 1° gennaio prossimo le giunte delle province italiane saranno soppresse e il Presidente potrà delegare l’esercizio di funzioni a non più di 3 Consiglieri provinciali.
Il provvedimento riduce nel complesso il numero delle province delle Regioni a statuto ordinario si ridurrà da 86 a 51 (ivi comprese le città metropolitane)
Il riordino delle province è stata l’occasione che ha spinto numerosi Comuni a chiedere lo spostamento in un’altra provincia, confinante con quella di appartenenza, per ragioni di maggiore affinità territoriale e socio-economica.
Dal 1° gennaio 2014 diventeranno operative le città metropolitane, che sostituiscono le province nei maggiori poli urbani del Paese realizzando, finalmente, il disegno riformatore voluto fin dal 1990, successivamente fatto proprio dal testo costituzionale e, tuttavia, finora incompiuto.
Per assicurare l’effettività del riordino posto in essere, senza necessità di ulteriori interventi legislativi, il Governo ha delineato una procedura con tempi cadenzati ed adempimenti preparatori, garantiti dall’eventuale intervento sostitutivo di commissari ad acta.
Resta fermo il divieto di cumulo di emolumenti per le cariche presso gli organi comunali e provinciali. Resta altresì ferma l’abolizione degli Assessorati. Infine gli organi politici devono avere sede esclusivamente nelle città capoluogo, che coincidono con il più popoloso dei capoluoghi di provincia accorpati.
Il riordino delle Province è il primo tassello di una riforma più ampia che prevede la riorganizzazione degli uffici territoriali di governo (prefetture, questure, motorizzazione civile etc etc) in base al nuovo assetto. Dunque anche gli altri uffici su base provinciale saranno di fatto dimezzati. Al termine di questo processo sarà possibile calcolare gli effettivi risparmi che comporterà l’intera riforma.
(La foto è estratta dal sito di Palazzo Chigi, ed illustra i nuovi confini delle Province pugliesi).

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