Odio Foggia perché la amo
Tutto puoi dire su quelli del gruppo di facebook “Odio Foggia”, ma non che non abbiano stimolato una discussione (seria) sul modo d’essere della nostra città. Come si sa, odio ed amore non sono sentimenti opposti, né estremi: a volte s’intrecciano. E invece mi pare che il problema più grande, della nostra amata ed odiata città, stia proprio al di là dell’amore e dell’odio, e sia l’indifferenza, il grigiore, il torpore, il farsi i fatti propri ora e sempre, senza comprendere che esiste una dimensione collettiva, che il futuro di una città non è soltanto quello disegnato da chi la governa, ma anche da chi ci vive.
Tanto per restare nel pianeta del social network, sapete che ancor più numeroso del gruppo “Odio Foggia” è il gruppo “Odio il Foggia”, costituito, sentite un po’, da taluni juventini locali che ritengono che “Ill Foggia è la squadra più scarsa di tutto il mondo, e non si possono paragonare un giocatore juventino a uno del Foggia” concludendo che “comunque, forza Juventus”? Ecco un bell’esempio di quella indifferenza di cui dicevo prima.
Alfonso Errico è un giovane talento creativo foggiano, che ho il piacere di conoscere personalmente e che avrà pure a volte un certo spirito ipercritico (e se no che giovane sarebbe). Ma con lui – che è tra gli animatori del gruppo - mi sono spesso ritrovato sulla comune consapevolezza che scrivere giornali o poesie o romanzi non sia soltanto un esercizio dell’intelletto, ma anche un concreto strumento di espressione di quella dimensione collettiva che troppo spesso ci difetta.
In un bel post pubblicato su Smalltownfoggia (un sito intelligente e carino, che ci restituisce una bella e positiva immagina della città) Errico sottolinea la netta linea di demarcazione che esiste tra “un’affermazione diffamante e una provocazione catartica”, implicitamente affermando che l’odio dichiarato dal gruppo è catarsi, ovvero tentativo di purificarsi e migliorarsi proprio partendo dalla disamina e dalla riflessione sulle cose che non vanno.
Vale la pena di ricordare che molti dei mali che affliggono la città si siano acuiti proprio perché sono stati sempre disconosciuti o minimizzati.
Del resto, basta rileggersi il wall text del gruppo facebook per capire bene quali siano i veri sentimenti che ispirino i fondatori e gli aderenti al gruppo: “Odio questa città e le sue infrastrutture scadenti, la sua classe dirigente insaziabile, prepotente e arrogante nonchè nullafacente, i suoi cittadini opportunisti ed ignoranti nonchè menefreghisti. Questa pagina non è una provocazione ma solo un opinione che ha voglia di richiamare pareri generali sulla nostra realtà che anch’io , come foggiano, vorrei migliorasse.”
Proprio Errico in questi giorni ha ripubblicato sul gruppo un vecchio articolo, comparso un paio di anni fa sul nostro giornale in cui commentando la nascita di Odio Foggia scrivevamo: “A prima vista sembra un atto di gratuito insulto al capoluogo dauno. Ma a ben vedere gli elementi che saltano agli occhi sono due. Uno, a creare il gruppo odio Foggia su face book, è proprio un cittadino foggiano, due il gruppo dal nome insolito altro non è che un modo per dare sfogo ai problemi che attanagliano la città. Ma perché cotanta violenza verbale nel definire la città? Secondo alcuni, leggiamo nei commenti, se uno dice “odio foggia” è perché in realtà nasconde il suo amore per la città stessa. È, insomma, il tipico atteggiamento dell’innamorato deluso.”
Ben venga, dunque, la discussione (possibilmente evitando di evocare limitazioni alla libertà di pensiero e di minacciare denunce): serve a sradicare la mala pianta dell’indifferenza e del disinteresse che – questi sì – sono il vizio più profondo di questa città.
Tanto per restare nel pianeta del social network, sapete che ancor più numeroso del gruppo “Odio Foggia” è il gruppo “Odio il Foggia”, costituito, sentite un po’, da taluni juventini locali che ritengono che “Ill Foggia è la squadra più scarsa di tutto il mondo, e non si possono paragonare un giocatore juventino a uno del Foggia” concludendo che “comunque, forza Juventus”? Ecco un bell’esempio di quella indifferenza di cui dicevo prima.
Alfonso Errico è un giovane talento creativo foggiano, che ho il piacere di conoscere personalmente e che avrà pure a volte un certo spirito ipercritico (e se no che giovane sarebbe). Ma con lui – che è tra gli animatori del gruppo - mi sono spesso ritrovato sulla comune consapevolezza che scrivere giornali o poesie o romanzi non sia soltanto un esercizio dell’intelletto, ma anche un concreto strumento di espressione di quella dimensione collettiva che troppo spesso ci difetta.
In un bel post pubblicato su Smalltownfoggia (un sito intelligente e carino, che ci restituisce una bella e positiva immagina della città) Errico sottolinea la netta linea di demarcazione che esiste tra “un’affermazione diffamante e una provocazione catartica”, implicitamente affermando che l’odio dichiarato dal gruppo è catarsi, ovvero tentativo di purificarsi e migliorarsi proprio partendo dalla disamina e dalla riflessione sulle cose che non vanno.
Vale la pena di ricordare che molti dei mali che affliggono la città si siano acuiti proprio perché sono stati sempre disconosciuti o minimizzati.
Del resto, basta rileggersi il wall text del gruppo facebook per capire bene quali siano i veri sentimenti che ispirino i fondatori e gli aderenti al gruppo: “Odio questa città e le sue infrastrutture scadenti, la sua classe dirigente insaziabile, prepotente e arrogante nonchè nullafacente, i suoi cittadini opportunisti ed ignoranti nonchè menefreghisti. Questa pagina non è una provocazione ma solo un opinione che ha voglia di richiamare pareri generali sulla nostra realtà che anch’io , come foggiano, vorrei migliorasse.”
Proprio Errico in questi giorni ha ripubblicato sul gruppo un vecchio articolo, comparso un paio di anni fa sul nostro giornale in cui commentando la nascita di Odio Foggia scrivevamo: “A prima vista sembra un atto di gratuito insulto al capoluogo dauno. Ma a ben vedere gli elementi che saltano agli occhi sono due. Uno, a creare il gruppo odio Foggia su face book, è proprio un cittadino foggiano, due il gruppo dal nome insolito altro non è che un modo per dare sfogo ai problemi che attanagliano la città. Ma perché cotanta violenza verbale nel definire la città? Secondo alcuni, leggiamo nei commenti, se uno dice “odio foggia” è perché in realtà nasconde il suo amore per la città stessa. È, insomma, il tipico atteggiamento dell’innamorato deluso.”
Ben venga, dunque, la discussione (possibilmente evitando di evocare limitazioni alla libertà di pensiero e di minacciare denunce): serve a sradicare la mala pianta dell’indifferenza e del disinteresse che – questi sì – sono il vizio più profondo di questa città.
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