Finalmente la preoccupazione per la crisi diventa bipartizan
Hanno fatto molto discutere i dati del rapporto annuale di Meglio Foggia, l’organismo promosso da Lanfranco Tavasci per offrire al territorio elementi di riflessione sulla qualità della vita, e sulle prospettive per migliorarla.
Va detto che dietro queste discussioni c’è un pizzico di ipocrisia. Il rapporto annuale dell’associazione di Tavasci è cosa degnissima di attenzione e di rispetto, ma non c’è bisogno né della zingara né di raffinati sociologi per rendersi conto che la qualità della vita, e con essa il contesto economico e sociale del capoluogo dauno e del resto della provincia, hanno da tempo raggiunto il livello di guardia.
Per rendersene conto basta sfogliare i quotidiani, un giorno qualsiasi: una criminalità organizzata sempre più rampante e feroce, tanto da spingere il governo ad adottare misure straordinarie; una illegalità diffusa, una sempre più radicata cultura della violenza che esplode con periodica frequenza in modo lacerante e drammatico, come dimostrano le storie dell’omicidio della piazzetta e della quattordicenne violentata.
E se non bastassero i fatti, ci sono i dati più spiccioli, che Lettere Meridiane ha sovente messo in evidenza: la crescita esponenziale degli sfratti per morosità, quella altrettanto vertiginosa della cassa integrazione guadagni e delle ipoteche legali sugli immobili.
Foggia e provincia sono allo sbando, ma l’occasione per ragionarci sopra, per vedere se e come si può chiudere questo amarissimo capitolo, viene offerta da momenti estremamente significativi, come la presentazione del rapporto di cui abbiamo detto.
Non è forse un caso che tali momenti di riflessione siano tutto sommato distanti dai palazzi delle istituzioni, in cui vengono poi prese le decisioni che contano, le sedi in cui dovrebbero essere adottate ed azionate le misure e gli interventi necessari per cercare di venire fuori dal tunnel.
Il giudizio unanime espresso circa i dati del rapporto da tutti gli esponenti politici che sono intervenuti alla presentazione ed al successivo dibattito è stato, come si usa dire in questi casi, di “forte preoccupazione”. Una volta tanto il centrosinistra ed il centrodestra non si sono divisi: è una preoccupazione bipartisan, insomma.
Bisognerebbe che questa comune preoccupazione sfociasse in un segnale altro e forte alla cittadinanza. Un segnale, prima di tutto, di reale volontà unitaria di fronteggiare una crisi che minaccia di diventare irreversibile. Il sindaco di Foggia, Gianni Mongelli, ed il presidente della Provincia, Antonio Pepe, entrambi corifei della preoccupazione diffusa dai dati del rapporto di Meglio Foggia potrebbero dare il buon esempio, per esempio convocando, su questi temi, una seduta monotematica e congiunta dei rispettivi consigli. Questo sì, sarebbe il segnale di una inversione di rotta.
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