Gli accordi commerciali Ue: uno schiaffo al Mezzogiorno (di Michele Eugenio Di Carlo)

Suggerisco ad amici e lettori di Lettere Meridiane di leggere con particolare attenzione questo articolo di Michele Di Carlo, meridionalista ed agronomo, che ha il pregio di affrontare una materia spinosa, quale gli accordi commerciali internazionali, con un linguaggio chiaro. Il punto è da questi accordi dipendono le economie di intere aree geografiche, e che puntualmente il Mezzogiorno ne esce penalizzato.
Non è soltanto questione economica. Come si diceva una volta, è una questione politica. Ma sono in pochi ad accorgersene. Ringrazio Michele Eugenio Di Carlo per avere consentito la pubblicazione in anteprima di questo suo scritto a Lettere Meridiane.
* * *
Non c’è alcun dubbio: gli accordi internazionali siglati dall’Unione Europea e accettati dall’Italia pesano come macigni sull’economia e sull’agricoltura del Sud.
Nell’accordo di libero scambio e protezione di prodotti dell’UE con la Cina, ben 26 prodotti DOP (denominazione di origine protetta) e IGP (indicazione geografica protetta) su 100 sono italiani: un ottimo risultato; peccato che solo la mozzarella di bufala campana sia stata inserita per le regioni meridionali.
Uno scandalo che si configura come un vero e proprio disastro per l’agricoltura del Sud.
Dov’era il ministro delle politiche agricole Maurizio Martina, ora reggente del PD?
E così, a titolo di esempio, mentre il sicilianissimo e pregiato pomodoro di Pachino non ha nessuna tutela, sulle nostre tavole domina il pomodoro cinese.
Non era bastato il CETA, l’accordo di libero scambio tra l’Unione Europea e il Canada, approvato dal parlamento nazionale?
Un accordo che ancora una volta mette a dura prova i nostri prodotti tipici di qualità a filiera corta e a 0 km, favorendo, come al solito, la grande industria, la grande distribuzione e la speculazione finanziaria.
Il CETA, un accordo contro il Sud! Basato ancora sull’importazione di grano canadese e l’esportazione per il 90% di prodotti agricoli del Centro Nord. Nell’accordo vengono protetti solo 41 dei 291 prodotti alimentari italiani DOP e IGP, dei quali solo 5 solo del Sud.
Un altro scandalo e una vergogna nazionale. La prova di un governo contro il Sud, al di là di qualsiasi retorica elettorale e populista.
Ci si chiede ancora perché il Sud ha votato M5S?
Il ministro Maurizio Martina non ha nulla sulla coscienza?
A noi non resta che considerare che il PD si è scelto un bel reggente, proprio l’uomo giusto per recuperare consensi nell’ «altra Italia». Quella ancora invisibile a tanti.
Michele Eugenio Di Carlo

Commenti

Unknown ha detto…
adesso che si parla di governo M5S Lega chi si ricorderà di quel Luca Zaia della Lega, oggi presidente della Regione Veneto, che quando era il ministro dell'Agricoltura scelse i marchi italiani da tutelare nel trattato commerciale tra Unione europea e Canada, e nel farlo prestò molto cura a che fossero veneti tutti i quattro marchi dop per l'olio d'oliva inseriti dall'Italia nel Ceta. Tre indicati direttamente da Zaia e il quarto (il dop Garda) aggiunto successivamente.

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