Quando Foggia e la Capitanata erano... campane
Guardate un po’ cosa ho trovato, nel prolifico e mai troppo lodato archivio di Gallica, la biblioteca digitale della Biblioteca Nazionale Francese. Una carta stradale e corografica testualmente intitolata “Campania o Napoletano” che certifica come la Capitanata, subito dopo l’Unità d’Italia, fosse intrinsecamente campana, e come l’idea di Puglie o Puglia non fosse radicata e consolidata come si potrebbe pensare oggi. Si tratta di una primizia a tutti gli effetti, perché dalle note che correda il prezioso documento digitale ho appreso che si trattata della prima vista: se volete vederla anche voi nel sito di Gallica, cliccate qui. Se volete invece scaricarla ad alta risoluzione, digitalmente restaurata, leggete il post fino alla fine.
Pubblicata nel 1898 da un editore di prestigio come Antonio Vallardi, la carta inserisce nell’area del Napoletano, oltre alle province propriamente e storicamente campane, come Napoli, Avellino, Benevento, Caserta e Salerno, anche quelle di Foggia e Campobasso.
Senza saperlo, Vallardi disegna i tratti di una possibile macroregione ed anticipa alcune suggestioni che sarebbero maturate oltre un secolo dopo.
Dentro i confini del “Napoletano” mostrato dalla carta figurano le “Quattro Province” (Foggia, Campobasso, Benevento e Avellino) che nei primi anni del secolo, grazie ad una intuizione dell’allora presidente della Provincia di Foggia, Antonio Pellegrino, sottoscrissero una intesa istituzionale dando luogo ad un originalissimo esperimento di “federalismo dal basso”, che più che una nuova Regione vagheggiava un nuovo quadrante dello sviluppo meridionale, eleggendo le aree interne a rischio di desertificazione, a risorsa di futuro.
Dentro la carta di Vallardi c’è anche la Moldaunia sognata da Gennaro Amodeo e dagli altri componenti del comitato, che da alcuni anni chiede l’indizione di un referendum popolare, proponendo che la Capitanata lasci la Puglia e si fonda con il Molise.
L’insolita carta custodita nella Biblioteca Nazionale Francese, che potete scaricare in alta risoluzione cliccando qui, offre numerose suggestioni su come avrebbe potuto essere un pezzo d’Italia, se non avesse prevalso l’idea della Puglia.
Tra l’altro, sarebbe stata l’unica regione d’Italia tirrenico-adriatica, affacciandosi sui due mari più importanti che bagnano la Penisola. E forse, lo sviluppo del Mezzogiorno e della Capitanata avrebbe seguito direttrici diverse. E voi, che ne pensate?
Pubblicata nel 1898 da un editore di prestigio come Antonio Vallardi, la carta inserisce nell’area del Napoletano, oltre alle province propriamente e storicamente campane, come Napoli, Avellino, Benevento, Caserta e Salerno, anche quelle di Foggia e Campobasso.
Senza saperlo, Vallardi disegna i tratti di una possibile macroregione ed anticipa alcune suggestioni che sarebbero maturate oltre un secolo dopo.
Dentro i confini del “Napoletano” mostrato dalla carta figurano le “Quattro Province” (Foggia, Campobasso, Benevento e Avellino) che nei primi anni del secolo, grazie ad una intuizione dell’allora presidente della Provincia di Foggia, Antonio Pellegrino, sottoscrissero una intesa istituzionale dando luogo ad un originalissimo esperimento di “federalismo dal basso”, che più che una nuova Regione vagheggiava un nuovo quadrante dello sviluppo meridionale, eleggendo le aree interne a rischio di desertificazione, a risorsa di futuro.
Dentro la carta di Vallardi c’è anche la Moldaunia sognata da Gennaro Amodeo e dagli altri componenti del comitato, che da alcuni anni chiede l’indizione di un referendum popolare, proponendo che la Capitanata lasci la Puglia e si fonda con il Molise.
L’insolita carta custodita nella Biblioteca Nazionale Francese, che potete scaricare in alta risoluzione cliccando qui, offre numerose suggestioni su come avrebbe potuto essere un pezzo d’Italia, se non avesse prevalso l’idea della Puglia.
Tra l’altro, sarebbe stata l’unica regione d’Italia tirrenico-adriatica, affacciandosi sui due mari più importanti che bagnano la Penisola. E forse, lo sviluppo del Mezzogiorno e della Capitanata avrebbe seguito direttrici diverse. E voi, che ne pensate?
Commenti
Questa Carta, molto più banalmente, è una cosiddetta "carta pratica": trattandosi di una Carta Stradale serviva ad agevolare passeggeri e turisti a muoversi da una regione ad un'altra attraverso le principali linee di collegamento stradali e ferroviarie esistenti. Ne furono pubblicate altre, da quel che so, sia al Centro che nel Nord Italia, e tutte col medesimo intento.
E il termine "Napoletano" ribadisce un dato di fatto storico e cioè che le Province limitrofe alla Campania, come la nostra, guardavano a Napoli come ad una sorta di Capitale del Mezzogiorno d'Italia. Se volete si tratta di una riduzione, di una sintesi storico-geografica riferita ad un ampio territorio attraversato da una serie di strade e di linee ferroviarie.
Immaginare altro mi sembra il solito, ritrito argomento da Ultras Moldauni.
Cordialmente (Maurizio De Tullio)
E il signor Cuttano ha anche il coraggio di insistere