Corsi e ricorsi della storia: nel 1962 il Foggia in B a spese del Lecce

Il 27 maggio del 1962, il Foggia affronta il Bisceglie in casa in una situazione psicologica molto delicata. Il Lecce ha riaperto il campionato, raggiungendo i satanelli in cima alla classifica la domenica prima espugnando lo Zaccheria, come abbiamo raccontato ieri. Adesso il discorso promozione non sta più soltanto nelle mani, anzi nei piedi, dei giocatori rossoneri. Se il campionato finisse così, con le due squadre appaiate in vetta, sarebbe necessario uno spareggio. E meno male: con le regole di oggi, passerebbe il Lecce, grazie al miglior rendimento negli scontri diretti. I salentini hanno vinto infatti sia in casa, che fuori.
I nervi sono a fior di pelle, e anche dall'infermeria non giungono buone notizie. In quel calcio di altri tempi non esistevano i ritiri, ma "raduni volanti" che mister Pugliese era solito tenere a piazzale Italia, la sera del sabato prima della partita. Nel "raduno" del 26 maggio, la conta degli indisponibili è inquietante: Patino è squalificato, Ghedini non c'è perché colpito da un attacco febbrile, e Bartoli si presenta con un piede fasciato.
Ma i satanelli non hanno alternative alla vittoria. Il tecnico rossonero manda in campo Biondani, Corradi, De Pase, Diamantini, Rinaldi, Faleo, Morelli, Canova, Nocera, Santopadre, Bortolotto, davanti a 9.000 spettatori, in un pomeriggio molto caldo e assolato.
La pratica Bisceglie viene archiviata in fretta. La differenza tra le due compagini è troppo netta, perché i baresi possano far sorprese ai padroni di casa. Va in gol Nocera al 15’ del primo tempo, con i più classico dei “gol alla Nocera”. Bortolotto batte una punizione dalla trequarti di campo servendo il bomber rossonero che lascia partire, come annota il cronista della Gazzetta del Mezzogiorno, “un bolide raso terra, violentissimo, e pure angolato. Il gol era inevitabile.” Nella ripresa i gol di Bortolotto al 7’ e Morelli al 35’ portano il Foggia, sul 3 a 0. Al 44’ Palmieri per il Bisceglie fissa il risultato sul definitivo 3-1 per il Foggia.

Al triplice fischio, una scena curiosa. I giocatori non vanno subito sotto le docce. Attorno a loro si stringono i tifosi. Qualcuno è in contatto telefonico con gli altri stadi, dai quali aspettano notizie sia i foggiani che gli ospiti. E sono buone notizie per gli uni e per gli altri.
Foggia - Bisceglie: uno dei gol rossoneri
A Lecce, i salentini hanno conquistato soltanto un punto con il combattivo Potenza, che ha pareggiato il vantaggio dei padroni di casa con una rete segnata a dodici minuti dalla fine. Salvezza raggiunta nonostante la sconfitta anche per il Bisceglie: a Salerno, il Benevento ha perduto per 1-3, retrocedendo con una giornata d’anticipo.
E sarà proprio il Benevento l’ultimo nodo da sciogliere, per il Foggia, sulla strada che porta alla promozione, che adesso dipende di nuovo soltanto dai rossoneri, in quanto il Lecce è stato nuovamente staccato, un punto sotto. Il Foggia a quota 43, il Lecce a 42.
Domenica 3 giugno 1962, a Benevento si gioca in un pomeriggio caldo e nuvoloso, davanti a 4.000 spettatori, la metà dei quali sono foggiani. Di quei tempi, un esodo di siffatte proporzioni era qualcosa da favola, un dato che conferma l’amore eccezionale della gente rossonera verso la sua squadra.
Pugliese che ha recuperato i giocatori squalificati o infortunati schiera tutti i titolari: Biondani, Bartoli, Depase, Ghedini, Rinaldi, Faleo, Morelli, Bortolotti, Nocera, Santopadre, Patino.
Pur già retrocessi, i sanniti non ci stanno a recitare la parte della vittima sacrificale e giocano a viso aperto con i rossoneri. Al 33’ colpiscono la traversa, con un insidioso tiro di Kelemenic. A fare la partita è però il Foggia, che attacca a testa bassa e passa al 40’ del primo tempo, che un gol di Nocera che sembra la fotocopia di quello segnato la domenica prima a Foggia col il Bisceglie. Bortolotti offre un assist al bacio al centravanti che lascia partire la solita stangata, che gonfia la rete difesa da Lombardi.
I giochi sembrano fatti, ma non è così. Quattro minuti dopo il Benevento pareggia con una rete in sospetto fuorigioco di Giorgi, che raccoglie un cross di Alberici.
Alla ripresa del gioco il Foggia si getta a capofitto in attacco. Il taccuino del cronista annota tiri a raffica di Patino, Bortolotti, Santopadre, Morelli (cui viene annullata una rete ingiustamente) e Nocera.
Il gol vittoria arriva quando mancano ormai pochi minuti al fischio finale. È il 43’ della ripresa quando l’arbitro fischia una punizione a favore del Foggia. Batte Santopadre che scodella al centro, si alzano a contendersi la sfera Rinaldi e Giorgi, il foggiano è più lesto e colpisce di testa con forza mandando il pallone in rete.
Per il Foggia è un gol che significa la certezza della promozione, anche se negli spogliatoio i satanelli apprenderanno che a Pescara, il Lecce è stato sonoramente battuto per 3-0, per cui perfino la sconfitta non avrebbe negato la soddisfazione della promozione. Il campionato finisce pertanto con il Foggia a 45 punti, e il Lecce a 42.
“Un’impresa esaltante”, commenta Oronzo Pugliese. “Gli avversari ci hanno fatto sudare le proverbiali sette camicie. Non è facile per qualsiasi squadra rimontare in una sola annata la corrente e ritornare nella serie superiore. Il Foggia ci è riuscito in pieno. Tutto questo lo abbiamo fatto con serena coscienza e il merito va ai giocatori, che hanno affrontato le dure battaglie del campionato con indomabile passione e agli sportivi tutti che hanno saputo sostenerli.”
“Dopo solo un anno di… castigo - commenta la Gazzetta del Mezzogiorno - il Foggia è tornato  vele spiegate in serie B: questo campionato che minacciava di risultare più lungo del normale (qualora fosse stato necessario lo spareggio tra Foggia e Lecce, n.d.r.) ha dunque fatto la sua scelta in… tempo massimo. E bisogna dire subito che l’ha fatta bene. Il Foggia è risultato senz’altro la migliore delle diciotto concorrenti; il suo ruolino di marcia è stato tra i più metodici, il suo rendimento-standard dei più regolari. Tutto ciò si compendia in venti vittorie, cinque pareggi e nove battute a vuoto; ma dove il Foggia si è dimostrato un vero bulldozer è stato nelle gare fuori casa: quattordici punti, che costituiscono il massimo del torneo. Altri punti di merito della capolista dauna sono dati dalla difesa, risultata la più ermetica fra le diciotto (sole 22 reti subite in 34 partite) e dall’attacco, il più prolifico dopo il quintetto milionario della Salernitana: 42 reti, contro le 44 della compagine granata”.
Il Foggia viene promosso nella serie cadetta assieme al Cagliari e alla Triestina, squadre vincitrici degli altri gironi di serie C. Ma il più bello sta ancora per arrivare.
Il Foggia in serie B resterà solo due campionati, e questa volta non per retrocedere, ma per sperimentare per la prima volta la serie A.
Il grande Foggia di Rosa Rosa e Pugliese è diventato ormai una realtà.
Geppe Inserra

(6. continua)


Per leggere le precedenti puntate del racconto delle promozioni in B del Foggia, cliccare sui relativi collegamenti:
  1. Il grande Foggia: il racconto delle promozioni in B
  2. Quando Foggia sposò il Foggia
  3. Foggia,1946: tra le macerie della guerra, il sogno (realizzato) della serie B
  4. 1960, il Foggia promosso. Assieme alla città.
  5. Come nacque il grande Foggia di Pugliese e Rosa Rosa

Commenti

Anonimo ha detto…
Avevo 16 anni e ricordo i cori dei tifosi foggiani che cantavano: Alé alé alé il Lecce sul bidet Alì ali' ali' il Foggia in serie B.

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