Foggia non brutta. Ma abbruttita.
Ma come può una città ridursi così, diventare così sciatta, rinunciare del tutto alla percezione e all'idea di se stessa come bene comune? Guardate la foto: è stata scattata in questi giorni in pieno centro, in via Saseo, traversa di corso Vittorio Emanuele.
Giorni fa, per cause imprecisate, un'auto ha preso fuoco, e le fiamme e il fumo si sono innalzate fino ai piani più alti del palazzo, avvolgendo finestre e balconi, e lasciando una desolata scia di fuliggine sui muri esterni.
Ma non è tutto. Quest'angolo di centro è da tempo, come tutto il perimetro dell'ex mercato Ginnetto, una terra di nessuno che viene utilizzata come bagno pubblico. A confermarlo non ci sono soltanto le tracce delle feci umane e canine che spuntano dappertutto, ma anche gli effluvi che aggrediscono l'olfatto dell'incauto passante, già costretto a sfibranti gimcane per evitare di calpestare gli escrementi che ricoprono strade e marciapiedi.
Qualcuno, evidentemente non privo di senso dell'ironia, ha pensato bene di affiggere un cartello tanto laconico quanto emblematico: "WC pubblico". L'odore inequivocabile lo conferma: quell'angolo è divenuto ormai un orinatoio.
A molto, ma molto parziale discolpa degli incalliti incivili che usano i marciapiedi del centro per i propri bisogni, si può soltanto evocare la cronica mancanza di bagni pubblici in città. Tolti quelli della stazione ferroviaria e della villa comunale, non ce ne sono più. Quelli che una volta sorgevano in piazza Marconi, a due passi da via Saseo, sono chiusi da tempo immemorabile. E non ci sono molti bar o esercizi pubblici nell'isola pedonale che possano recare sollievo a chi gli scappa... (e va peraltro ricordato che i bagni degli esercizi pubblici sono naturalmente riservati ai clienti...)
Ma quel che più colpisce ed amareggia è questo lasciar fare, questo lasciare la città a se stessa, da parte di cittadini che si sono rassegnati a vivere circondati dal degrado e dalla bruttezza.
Spesso si sente dire che Foggia è una città brutta, ed altrettanto spesso ho ribattuto che non è vero.
Foggia non è brutta, ma è una città abbruttita. Per responsabilità di chi ci abita, di chi la governa.
Giorni fa, per cause imprecisate, un'auto ha preso fuoco, e le fiamme e il fumo si sono innalzate fino ai piani più alti del palazzo, avvolgendo finestre e balconi, e lasciando una desolata scia di fuliggine sui muri esterni.
Ma non è tutto. Quest'angolo di centro è da tempo, come tutto il perimetro dell'ex mercato Ginnetto, una terra di nessuno che viene utilizzata come bagno pubblico. A confermarlo non ci sono soltanto le tracce delle feci umane e canine che spuntano dappertutto, ma anche gli effluvi che aggrediscono l'olfatto dell'incauto passante, già costretto a sfibranti gimcane per evitare di calpestare gli escrementi che ricoprono strade e marciapiedi.
Qualcuno, evidentemente non privo di senso dell'ironia, ha pensato bene di affiggere un cartello tanto laconico quanto emblematico: "WC pubblico". L'odore inequivocabile lo conferma: quell'angolo è divenuto ormai un orinatoio.
A molto, ma molto parziale discolpa degli incalliti incivili che usano i marciapiedi del centro per i propri bisogni, si può soltanto evocare la cronica mancanza di bagni pubblici in città. Tolti quelli della stazione ferroviaria e della villa comunale, non ce ne sono più. Quelli che una volta sorgevano in piazza Marconi, a due passi da via Saseo, sono chiusi da tempo immemorabile. E non ci sono molti bar o esercizi pubblici nell'isola pedonale che possano recare sollievo a chi gli scappa... (e va peraltro ricordato che i bagni degli esercizi pubblici sono naturalmente riservati ai clienti...)
Ma quel che più colpisce ed amareggia è questo lasciar fare, questo lasciare la città a se stessa, da parte di cittadini che si sono rassegnati a vivere circondati dal degrado e dalla bruttezza.
Spesso si sente dire che Foggia è una città brutta, ed altrettanto spesso ho ribattuto che non è vero.
Foggia non è brutta, ma è una città abbruttita. Per responsabilità di chi ci abita, di chi la governa.
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