Da giugno il no stop Bari-Roma che by passerà Foggia. E al danno si aggiunge la beffa.
Come da copione. Le proteste foggiane non sono valse a niente. In coincidenza con l’entrata in vigore dell’orario estivo, sarà sperimentato il treno diretto Bari - Roma, che bypasserà la stazione di Foggia utilizzando la bretella di via Bari, che doveva servire soltanto per il traffico merci.
Ma il peggio deve ancora arrivare. A far da corollario alla notizia (per il momento ancora ufficiosa) che il diretto Bari-Roma si farà, ci sono altre due novità per niente rassicuranti per i cittadini foggiani. La prima è che, probabilmente, il convoglio no stop non partirà da Bari, ma da Lecce (di modo che a prenderlo a quel posto saranno soltanto i foggiani). La seconda - ufficiale in quanto contenuta nel piano industriale delle Ferrovie - è che le motrici attuali, i Frecciargento - saranno sostituiti dai più lenti Albatros dell’Ansaldo (nella foto), con un appesantimento dei tempi di percorrenza.
Guardando le cose dal punto di vista barese ciò significa che l’introduzione delle nuove motrici vanificherà del tutto il risparmio comportato dal bypass di Foggia, mentre dal punto di vista foggiano si risolverà in un’ulteriore penalizzazione dell’utenza. Calcoli alla mano, per arrivare a Roma ci vorranno almeno dieci minuti in più, partendo da Foggia, e un quarto d’ora partendo da Bari.
Il tutto senza che le Ferrovie dello Stato si siano minimamente degnate di avviare quel confronto che era stato da più parti auspicato.
Il possibile coinvolgimento di Lecce nell’itinerario del treno no stop mette ulteriormente a rischio la funzionalità e la frequenza dei collegamenti che interesseranno Foggia. Se è vero che, inizialmente, si tratterà di una corsa aggiuntiva e non sostitutiva rispetto a quelle attualmente in esercizio, basta fare un po’ di conti per rendersi conto che essa, in prospettiva, andando presumibilmente a sovrapporsi con quelle attuali, renderà queste ultime meno remunerative, e dunque a rischio di soppressione.
Non si è fatta attendere la reazione del sindaco Landella, ma è evidente che non è a colpi di comunicato stampa che gli esponenti istituzionali e politici di Foggia e della Capitanata possono sperare di scongiurare questa ennesima penalizzazione che si sta profilando all’orizzonte dei trasporti nella Puglia settentrionale (insisto: Puglia settentrionale, e non solo Capitanata o provincia di Foggia).
Ci sarebbe stato bisogno di fare massa critica, più che andare in ordine sparso. E se sono queste le premesse sarà forse il caso di affrontare seriamente la questione della seconda stazione (che verrebbe costruita direttamente sulla bretella, e quindi non avrebbe un particolare impatto sui tempi di percorrenza) per cercare, se non altro, di salvare il salvabile.
Ma il peggio deve ancora arrivare. A far da corollario alla notizia (per il momento ancora ufficiosa) che il diretto Bari-Roma si farà, ci sono altre due novità per niente rassicuranti per i cittadini foggiani. La prima è che, probabilmente, il convoglio no stop non partirà da Bari, ma da Lecce (di modo che a prenderlo a quel posto saranno soltanto i foggiani). La seconda - ufficiale in quanto contenuta nel piano industriale delle Ferrovie - è che le motrici attuali, i Frecciargento - saranno sostituiti dai più lenti Albatros dell’Ansaldo (nella foto), con un appesantimento dei tempi di percorrenza.
Guardando le cose dal punto di vista barese ciò significa che l’introduzione delle nuove motrici vanificherà del tutto il risparmio comportato dal bypass di Foggia, mentre dal punto di vista foggiano si risolverà in un’ulteriore penalizzazione dell’utenza. Calcoli alla mano, per arrivare a Roma ci vorranno almeno dieci minuti in più, partendo da Foggia, e un quarto d’ora partendo da Bari.
Il tutto senza che le Ferrovie dello Stato si siano minimamente degnate di avviare quel confronto che era stato da più parti auspicato.
Il possibile coinvolgimento di Lecce nell’itinerario del treno no stop mette ulteriormente a rischio la funzionalità e la frequenza dei collegamenti che interesseranno Foggia. Se è vero che, inizialmente, si tratterà di una corsa aggiuntiva e non sostitutiva rispetto a quelle attualmente in esercizio, basta fare un po’ di conti per rendersi conto che essa, in prospettiva, andando presumibilmente a sovrapporsi con quelle attuali, renderà queste ultime meno remunerative, e dunque a rischio di soppressione.
Non si è fatta attendere la reazione del sindaco Landella, ma è evidente che non è a colpi di comunicato stampa che gli esponenti istituzionali e politici di Foggia e della Capitanata possono sperare di scongiurare questa ennesima penalizzazione che si sta profilando all’orizzonte dei trasporti nella Puglia settentrionale (insisto: Puglia settentrionale, e non solo Capitanata o provincia di Foggia).
Ci sarebbe stato bisogno di fare massa critica, più che andare in ordine sparso. E se sono queste le premesse sarà forse il caso di affrontare seriamente la questione della seconda stazione (che verrebbe costruita direttamente sulla bretella, e quindi non avrebbe un particolare impatto sui tempi di percorrenza) per cercare, se non altro, di salvare il salvabile.
Commenti