Telecom promette. Trasferirà la centralina che deturpa piazza XX settembre
Le Telecom sposterà in un luogo più consono la centralina telefonica che deturpa la facciata del settecentesco palazzo Perrore-Barone in piazza XX settembre, occultando parzialmente l’antico mascherone che l’adorna. Lo hanno annunciato i vertici dell’azienda telefonica con una nota inviata alla redazione di Foggia della Gazzetta del Mezzogiorno, che aveva raccolto la denuncia di Lettere Meridiane, segnalando, a sua volta, l’incredibile vicenda, consumatasi in pieno centro della città, nel disinteresse generale.
La direzione della Telecom ha anche fatto sapere che ha in corso le necessarie verifiche tecniche per individuare un nuovo sito per la centralina. Una espressa richiesta in tal senso era stata avanzata da Nico Palatella, responsabile provinciale del Fondo Ambiente Italiano.
La Gazzetta di Capitanata ha dato notevole risalto alla notizia del ravvedimento di Telecom, con un articolo di Anna Langone che dopo aver ricostruito la vicenda scrive: “Il fregio sul pregevole palazzo del XVIII secolo, che compare in moltissimi itinerari turistici della città di Foggia, è nascosto da chissà quanti anni, pur essendo presente, con la cabina che lo copre, sulla facciata del palazzo della centralissima piazza XX settembre. Complice il cartello turistico che sormonta proprio il mascherone, con il suo fondo colore giallo vandalizzato anche questo, come parte dei muri del palazzo, da scritte allo spray, l’affronto alla cultura e all’arte è rimasto nascosto, com’è appunto toccato per anni al suo protagonista e vittima. Un mascherone che, guarda caso, ha lo sguardo rivolto verso il basso e la bocca socchiusa, quasi rassegnato.”
Adesso non resta che sperare che Telecom mantenga la promessa e quanto prima provveda alla rimozione dell’obbrobrio.
La Gazzetta di Capitanata dedica un trafiletto anche all'altra segnalazione di Lettere Meridiane, relativamente alla lapide di piazza Federico II che una volta evidenziava lo spazio riservato alle pubbliche affissioni sul muro del palazzo della ex Dogana, anche questa parzialmente occultata da una canalina telefonica o elettrica, e che sorge giusto sotto un lampione vandalizzato dai soliti ignoti. Lettere Meridiane aveva raccolto la segnalazione di Nando Romano.
La direzione della Telecom ha anche fatto sapere che ha in corso le necessarie verifiche tecniche per individuare un nuovo sito per la centralina. Una espressa richiesta in tal senso era stata avanzata da Nico Palatella, responsabile provinciale del Fondo Ambiente Italiano.
La Gazzetta di Capitanata ha dato notevole risalto alla notizia del ravvedimento di Telecom, con un articolo di Anna Langone che dopo aver ricostruito la vicenda scrive: “Il fregio sul pregevole palazzo del XVIII secolo, che compare in moltissimi itinerari turistici della città di Foggia, è nascosto da chissà quanti anni, pur essendo presente, con la cabina che lo copre, sulla facciata del palazzo della centralissima piazza XX settembre. Complice il cartello turistico che sormonta proprio il mascherone, con il suo fondo colore giallo vandalizzato anche questo, come parte dei muri del palazzo, da scritte allo spray, l’affronto alla cultura e all’arte è rimasto nascosto, com’è appunto toccato per anni al suo protagonista e vittima. Un mascherone che, guarda caso, ha lo sguardo rivolto verso il basso e la bocca socchiusa, quasi rassegnato.”
Adesso non resta che sperare che Telecom mantenga la promessa e quanto prima provveda alla rimozione dell’obbrobrio.
La Gazzetta di Capitanata dedica un trafiletto anche all'altra segnalazione di Lettere Meridiane, relativamente alla lapide di piazza Federico II che una volta evidenziava lo spazio riservato alle pubbliche affissioni sul muro del palazzo della ex Dogana, anche questa parzialmente occultata da una canalina telefonica o elettrica, e che sorge giusto sotto un lampione vandalizzato dai soliti ignoti. Lettere Meridiane aveva raccolto la segnalazione di Nando Romano.
Commenti
Questo scrissi quel giorno: "Su tutto trovo risibile, per l'ennesima volta, che i giornalisti non facciano il loro mestiere: interpellando Telecom, l'INA, il Comune, la Soprintendenza ai Beni Culturali, chi vive e lavora in quel palazzo. Purtroppo sono molto impegnato in queste ore, ma in mezz'ora o poco più avrei già chiarito come stanno le cose.
Mandare una lettera "su carta intestata del FAI" può anche fare un certo effetto (lo fa a livello promozionale...), ma per chi ha tempo - e fra i tanti che passano le ore dietro una tastiera qualcuno con qualche antenna pseudogiornalistica lo intravedo - sarebbe bastato veramente poco per venire agevolmente a capo del problema".
E infatti, Telecom ha ritenuto più opportuno rispondere nel merito alla "Gazzetta" che alle lettere di Nico Palatella.
Al solito: troppe tastiere al lavoro, e nessun culo che si alzi dalle poltrone...
Cordialmente (Maurizio De Tullio)
Dalle foto che accludo (per il 2012 ho trovato questo annuncio: http://www.statoquotidiano.it/05/11/2012/foggia-in-vendita-parti-immobiliari-palazzo-barone-perrone/109843/ ; per il 2013 quest’altro: http://www.trovocasa.com/6770-ufficio-piazza-xx-settembre-foggia/details.html ), si evince come Telecom (sempre in assoluta solitudine? Non lo credo!) sia intervenuta almeno in questi ultimi quattro anni sicuramente tre volte, peggiorando ogni volta la situazione, estetica e funzionale.
Non solo nessuno di noi (per noi intendo amministratori e consiglieri comunali, amministratori condominiali, assicuratori, giornalisti, freelance, blogger, ambientalisti, architetti, storici ecc.) si è accorto di nulla in questi almeno quattro anni (a cominciare da me, ovviamente), ma chi aveva strumenti per agire – penso in primis ai giornalisti - si è limitato, comodamente, solo ad agitare il problema. Che male non fa, capiamoci. Se non fosse dipeso da loro non staremmo nemmeno qui a parlarne.
Però, per dirla tutta, sembra che queste meritorie figure citate in parentesi, vivano sì in questa città ma senza farvi parte!
Prima di scriverlo sui Social o sui giornali, non hanno un minimo di pathos civico che li porti a fare domande dirette agli evidenti responsabili di tale scempio? Poi, magari dopo le prime risposte cercate e ricevute, potrebbero giustamente riversare sul web le segnalazioni di cui parliamo, ma almeno avrebbero più argomenti in saccoccia su cui far discutere.
La città cambia, e si fa Comunità, quando si avverte che ogni centimetro che la compone (unità di misura per comprendere le persone e le cose, o entrambe insieme) ci riguarda in prima persona. In ciò concordo con Antonio Basta.
E siccome siamo bravi a digitare come ossessi ma non ad agire (salvo cacciare stranieri, preferibilmente neri, o a tifare “ForzaFo”), i problemi ci appaiono ma non ci appartengono, e giù a piangerci addosso (do you know “Foggianesimo”) su questa città incapace di agire, di cambiare, che ha solo gente inetta, politici ladri, come se noi non appartenessimo a questo peccato originale comune.
Noi stiamo a Foggia, come Foggia sta a noi.
Cordialmente (Maurizio De Tullio)