Morto Sabino Acquaviva, padre morale del Parco del Gargano
Si è spento Sabino Acquaviva, il sociologo padovano che può essere ritenuto il padre morale e culturale del Parco Nazionale del Gargano. Acquaviva fu tra i primi sociologi a studiare approfonditamente quello che egli stesso definì sistema Gargano. Grazie alla sua scarsa accessibilità e alla sua chiusura, anche geografica, che lo rende quasi un’isola, ,o studioso vide nel Gargano un ideale laboratorio di studio, e finì coll'innamorarsene.
In collaborazione con il sociologo tedesco Eiserman, Acquaviva con un approccio metodologico decisamente innovativo, individuò un campione di popolazione, cui applicare la tecnica del panel, ovvero ripetute interviste durante gli anni.
La prima inchiesta venne svolta nel 1965. La seconda nel 197, e i relativi risultati pubblicati nel volume La montagna del Sole. La terza ed ultima nel 1982.
Un così ravvicinato rapporto tra lo studio e la gente garganica, convinse Acquaviva sulla necessità di preservare quell’unicum straordinario di ambiente, paesaggio e cultura profonda rappresentato dalla Montagna del Sole. Il. professore impugnò la penna e si fece promotore, sul finire degli anni Settanta, dalle colonne della Gazzetta del Mezzogiorno di una intensa campagna a favore della istituzione del Parco Nazionale del Gargano.
L’appello lanciato da Acquaviva venne raccolto dal giovane assessore provinciale all’ambiente, Matteo Fusilli, che nel 198, come ho raccontato in un'altra lettera meridiana, organizzò un convegno che avrebbe segnato l’inizio di un lungo e spesso tormentato percorso, fino alla legge istitutiva dell’area protetta, nel 1991. Il relatore principale fu naturalmente Acquaviva, che ha continuato ad amare il Gargano e a battersi per la sua salvaguardia, fino alla fine dei suoi giorni.
Nel post scriptum al bel libro di Gianni Lannes, La montagna profanata (Edizioni Il Rosone), uscito l’estate scorsa, Sabino Acquaviva ha speso parole struggenti per la sua "Montagna del Sole", quasi un testamento spirituale: “Ricordo ancora, e ricorderò finché avrò vita, le dure battaglie condotte per riuscire ad ottenere gli strumenti necessari per salvaguardare il Gargano.
Ora questi strumenti ci sono, il Parco è nato, ma noi sappiamo che ogni legge, per essere viva, operante, attiva, deve essere vissuta da uomini e donne, in questo caso uomini e donne che amano il Gargano e lo abitano. Il mio compito è terminato quando è stata approvata la legge che ha istituito il Parco, dopo una dura battaglia durata diciotto anni. A quel punto ho passato il testimone ad altri,
appunto a quanti vivono sul Gargano, spesso vi sono nati, lo amano, e per cultura, perizia e competenza tecnica sono in grado di continuarne la difesa. Anche scrivendo, anche attraverso libri come questo capaci di cambiare poco a poco il clima culturale, di dare vita a una filosofia e a una cultura della natura, dell’arte, della memoria del passato della Montagna del Sole.
Devo dire che dalla prima volta che sono andato sul Gargano, più di cinquant’anni or sono, molto è cambiato. Allora la nostra battaglia era vista come l’opera di due o tre visionari in un deserto culturale impressionante. Oggi, quanti si battono sul Gargano e per il Gargano, sono legione. “
A questa legione il compito di fare in modo che l'eredità culturale e morale che Acquaviva lascia alle popolazioni del Gargano non vada dispersa.
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