La bufala di Ulisse: gli 800.000 abitanti di Bari
Un diffuso “baricentrismo” aleggia su tutta la puntata di Ulisse dedicata alla Puglia, e andata in onda sabato sera. Ed è una ulteriore conferma che il territorio regionale non è stato "letto" e raccontato con il dovuto equilibrio, così come ho già avuto modo di sottolineare, in un post precedente. In alcuni passaggi della trasmissione, questo sentimento è così prepotente da far perdere la misura sia alla redazione che al bravo Alberto Angela.
Ad un certo punto, si ha quasi l’impressione che da un momento all’altro si possa ascoltare la frase divenuta ormai proverbiale, che se Parigi avesse il mare… sarebbe una piccola Bari.
Il culmine dell’esagerazione viene toccato quando si parla del Teatro Petruzzelli. L’importanza culturale del grande teatro barese e la valenza strategica della sua ricostruzione sono fuori discussione. Ma definirlo un teatro la cui tradizione lirica ha rilevanza europea sembra francamente eccessivo.
Come pure sembra un’autentica castroneria un dato che accompagna la descrizione del contesto sociale in cui il teatro venne edificato, agli inizi del Novecento.
“All’epoca Bari aveva circa 800mila abitanti”, racconta ad un certo punto la voce narrante, sparando una cifra che non sta né in cielo né in terra.
Quando il Teatro Petruzzelli venne inaugurato, nel 1903, Bari aveva poco meno di 100.000 abitanti e nonostante la forte crescita demografica dei decenni successivi, non ha mai raggiunto neppure i 400.000 abitanti.
La bufala non è sfuggita al consigliere comunale foggiano, Vincenzo Rizzi, che in un post sul suo profilo Facebook ha scritto: “Alberto, dai ma come ti viene che Bari nel 1894, ha avuto 800.000 (nel 1861 per esempio Bari aveva meno abitanti di Sannicandro Garganico)…”
Rizzi riflette anche sulla pressoché totale assenza di Foggia e della Capitanata dalla trasmissione che avrebbe dovuto percorrere le strade della Puglia Settentrionale: “Penso che dalla RAI ci si dovrebbe aspettare di più. In ogni caso visto il potenziale danno mediatico rispetto alla provincia di Foggia. Sarebbe il caso che Miglio e compagni alzassero la voce.”
Ad un certo punto, si ha quasi l’impressione che da un momento all’altro si possa ascoltare la frase divenuta ormai proverbiale, che se Parigi avesse il mare… sarebbe una piccola Bari.
Il culmine dell’esagerazione viene toccato quando si parla del Teatro Petruzzelli. L’importanza culturale del grande teatro barese e la valenza strategica della sua ricostruzione sono fuori discussione. Ma definirlo un teatro la cui tradizione lirica ha rilevanza europea sembra francamente eccessivo.
Come pure sembra un’autentica castroneria un dato che accompagna la descrizione del contesto sociale in cui il teatro venne edificato, agli inizi del Novecento.
“All’epoca Bari aveva circa 800mila abitanti”, racconta ad un certo punto la voce narrante, sparando una cifra che non sta né in cielo né in terra.
Quando il Teatro Petruzzelli venne inaugurato, nel 1903, Bari aveva poco meno di 100.000 abitanti e nonostante la forte crescita demografica dei decenni successivi, non ha mai raggiunto neppure i 400.000 abitanti.
La bufala non è sfuggita al consigliere comunale foggiano, Vincenzo Rizzi, che in un post sul suo profilo Facebook ha scritto: “Alberto, dai ma come ti viene che Bari nel 1894, ha avuto 800.000 (nel 1861 per esempio Bari aveva meno abitanti di Sannicandro Garganico)…”
Rizzi riflette anche sulla pressoché totale assenza di Foggia e della Capitanata dalla trasmissione che avrebbe dovuto percorrere le strade della Puglia Settentrionale: “Penso che dalla RAI ci si dovrebbe aspettare di più. In ogni caso visto il potenziale danno mediatico rispetto alla provincia di Foggia. Sarebbe il caso che Miglio e compagni alzassero la voce.”
Commenti
Nessuna città italiana tra il 1881 e il 1901 superava gli 800.000 abitanti!
Ma come si fa a parlare di strumentalizzazioni, di interessi di parte! Angela e la sua redazione hanno fatto una bellissima lezione di divulgazione storica, soffermandosi non tanto sulle ovvietà alla mercè di qualunque turista. Ho appreso sui trulli, su Gravina, sulle Cattedrali di Trani e Bari, sulle grotte molto di più di quanto abbia fatto in questi 57 anni. Che sia stato dato poco tempo alla provincia di Foggia sono d'accordo. Ma se pensiamo a come abbiamo (mal)trattato in tutti questi anni ciò che resta delle tracce federiciane in Capitanata direi che siamo stati... miracolati da Alberto Angela, nel non far vedere lo schifo con cui trattiamo le tracce del nostro passato e le realtà dei nostri centri storici (non tutti ovviamente).
E' stata fatta una scelta di campo. Non era una trasmissione a beneficio dei turisti. Non era "Sereno variabile" e nemmeno "Linea Blu" ed è stata una scelta di qualità. E, seppure un po' frettolosamente, sono state evidenziate l'importanza di Tremiti, del Duomo di Lucera, del castello-fortezza di Troia (con la ricostruzione digitale fatta da HGV di Nicolangelo De Bellis), di Monte S.Angelo, dei grifoni di Ascoli Satriano.
Insomma, piantatela col Foggianesimo!
Cordialmente (Maurizio De Tullio)