Quella sera che il Folk Studio venne a Foggia
Maurizio De Tullio non smette di stupirmi, ma questa volta
addirittura mi commuove, riscoprendo un pezzo di storia dello spettacolo
foggiano, tanto importante quanto praticamente sconosciuto.
Antonello Venditti, Francesco De Gregori e gli altri
musicisti del leggendario Folkstudio di Roma tennero il loro primo concerto
fuori le mura della Capitale (concerto che restò uno dei pochi fuori Roma) a
Foggia, presso il Circolo Daunia.
Non lo sapevo, e a De Tullio il merito di averlo estratto
dagli archivi di una memoria che vacilla, se di quest’autentica “chicca” non
c’è notizia neanche nel sito del circolo che ospitò quella memorabile serata.
Invito perciò gli amici di Lettere Meridiane che ne serbano
memoria a voler arricchire con i loro personali ricordi (e sarebbe fantastico
anche fotografie….) il prezioso lavoro di recupero della memoria svolto da De
Tullio.
Quella sera si esibirono al Circolo Daunia con altri
musicisti che ruotavano attorno a quella straordinaria esperienza musicale e
creativa, I giovani del Folk Studio, il mitico quartetto composto
oltre che da De Gregori e Venditti (che di lì a poco avrebbero dato vita
al duo Theorius Campus e inciso il loro primo, omonimo album) da due
personaggi di straordinario rilievo del mondo della canzone italiana d’autore,
come Giorgio Lo Cascio ed Ernesto Bassignano.
Si tratta, per quanti non lo sapessero, dei quattro ragazzi
con la chitarra e un pianoforte sulla spalla immortalati da Venditti nella
canzone Notte prima degli esami.
* * *
Prendete un locale scalcagnato, meglio: una cantina lunga e
stretta, a suo modo inebriante di muffa, e mettetelo a confronto con un grande
appartamento tutto stucchi, ori e gente dell’alta borghesia, abiti di lusso e
preziosi ben esibiti. Il primo sta a Roma, sulla riva destra del Tevere, e si
chiama “Folkstudio”, l’altro sta a Foggia, nel
pieno centro storico, un tempo l’anima commerciale della città, e si chiama
‘Circolo Daunia’.
Ai più giovani certamente questo sodalizio non dirà nulla,
a meno che non si sia perdutamente figli di papà, e, di fatto, è il più antico
circolo associazionistico del capoluogo dauno.
A onor del vero vi si svolge un’attività niente affatto tagliata
su misura per l’intrattenimento dei soli ‘matusa’, anzi; lo testimoniano gli
spettacoli e le conferenze di un certo spessore tenute a battesimo negli anni e
negli ultimi mesi in particolare.
Certo, la location
è quella che è, adatta più a ospitare le riprese di un film la cui trama affondi
nei secoli passati che un concerto rock di gruppi giovanili in vena di
esibizioni politicamente scorrette.
E se vi dicessi che oggi ciò risulterebbe impertinente e
perciò improponibile, ma che in un recente passato qualcosa del genere si è già
verificato, lo credereste?
Non solo vi tocca crederci, ma il bello è che l’episodio di
cui parlerò per veloci dettagli ha visto protagoniste due vere e proprie icone
della musica d’autore italiana: Francesco De Gregori e Antonello Venditti. Proprio
loro, impegnati a Foggia, nell’esclusivo “Circolo Daunia”, nel loro primo
concerto fuori da Roma, città natale e di formazione musicale e politica dei
due popolari cantautori.
Le cose andarono così. Come ricorda Giorgio Lo Cascio, che
di quel gruppo di scalmanati underground
faceva parte, al “Folkstudio” transitavano i
personaggi dai tratti più suggestivi, sia musicali che personali.
Erano giovani artisti che di lì a poco avrebbero fare
parlare di sé in tutto il mondo, da Ravi Shankar a Pete Seeger, da Gato Barbieri
a Bob Dylan che a quel tempo usava ancora le sue vere generalità.
C’era spazio per il blues e per il jazz e il gruppo che
attraeva maggiormente il pubblico era quello dei Folkstudio Singers, quattro scatenati americani di colore. Ma ce
n’era anche un altro, formatosi un po’ a caso, una sorta di “All stars of
Folkstudio”.
Il loro manager, Gian Carlo Cesaroni, era anche il
gestore del celebre locale, e un giorno fu contattato da qualche foggiano
trapiantato per lavoro, nel campo dello spettacolo, a Roma. Probabilmente si
trattava di Silvano Spadaccino, uno dei più grandi autori, cantanti e attori
foggiani, ignobilmente dimenticato dalla sua città, morto nel 2010 a
Monterotondo (Roma), dopo una lunga malattia. Spadaccino (che non è legato, per via del cognome comune, al giovane cantante
foggiano Antonino – ndr) aveva lavorato per qualche tempo proprio al “Folkstudio”
e che, in seguito, ne aveva aperto a pochi metri uno tutto suo, il “Teatrino
dei Cantastorie” (NdA: per chi voglia approfondire la conoscenza del grande
Silvano vi rimando al mio ‘Dizionario
Biografico di Capitanata’, del 2009).
L’altro
personaggio, possibile trait d’union
tra “Folkstudio” e “Circolo Daunia”, potrebbe essere stato Fernando di Leo, che
proprio con Spadaccino aveva mosso i primi passi a Roma e che era già un
personaggio affermato. Da non escludere nemmeno Tony Santagata, il funambolico
cantante e cabarettista di Sant’Agata di Puglia, di recente ospite della
Biblioteca Provinciale “La Magna Capitana” di Foggia, in occasione della mostra-evento
“Raimen. La Capitanata nei 60 anni di
storia della Rai-TV”, e premiato con una targa per la carriera e per il mai
interrotto rapporto d’amore con la terra di origine. Proprio Santagata, che in
quegli stessi anni a Roma si esibiva sia al “Folkstudio” che al “Bagaglino”,
tenne un recital a Foggia proprio al
“Circolo Daunia”.
Tornando a
Cesaroni e all’incarico che ebbe di organizzare uno spettacolo con le “All
stars of Folkstudio” a Foggia, fu necessario noleggiare un intero pullman. Vi
trovarono posto Archie Savage, Mario Schiano, i Blue
Moming (Maurizio Giammarco, Roberto Ciotti e Alfredo Minotti), l'ottimo
esecutore di fiamenco Giovanni Crisostomo, la giovanissima Giovanna Marinuzzi,
presentata come Joanna Perez, Susan Castel, sorella di Lou Castel e impegnata
nella battaglia per la diffusione dell'esperanto, e infine i “nostri eroi”,
Francesco De Gregori, Antonello Venditti, Emesto Bassignano e Giorgio Lo
Cascio. Per la cronaca, anche questi ultimi due sono stati dei pezzi da novanta
della musica d’autore italiana e varrebbe la pena valorizzarli.
“Trascinati dall'irruenza di Archie – rammenta Lo Cascio – tutti
noi riuscimmo a esprimere il meglio di noi stessi. Assestammo un colpo mortale
alle riserve di vino pregiato del Circolo, e durante tutta la notte per i
corridoi dell'albergo echeggiarono scalpiccii veloci e risate. Forse il buon
Cesaroni rimase favorevolmente impressionato dalla nostra performance in
quell'occasione. Comunque sia, decise che i suoi passerotti avevano messo le
ali e che era giunto il tempo di spingerli fuori dal nido”. Fu così che
Cesaroni, ormai sempre più manager discografico, battezzò quell’originale
formazione “I Giovani del Folk”.
Un dubbio resta circa la data in cui lo spettacolo si tenne.
Il “Circolo Daunia”, nel suo sito web, non ha lasciato alcuna traccia,
nonostante una ricca galleria fotografica di quegli anni con le presenze di
Gilda Giuliani, dei primordiali “Gatti di Vico Miracoli”, della showgirl Minnie
Minoprio e del citato Tony Santagata, oltre a tanti altri.
Nella
biografia curata da Enrico Deregibus, Francesco
De Gregori: quello che non so, lo so cantare, (Giunti, 2003) a pagina 27
cita l’episodio dello spettacolo del gruppo al “Circolo Daunia”, ma non precisa
la data. Il capitolo, poche righe prima, comincia con un anno preciso, il 1970,
ma più realisticamente doveva trattarsi del 1971 quando “I giovani del Folk”
tengono i primi concerti.
Molti anni
dopo, anche un altro dei ‘big’ di quella assortita formazione, Antonello
Venditti, ricorderà quell’esperienza nella canzone Notte prima degli esami,
uno dei suoi più riusciti e popolari brani.
Al di là
della data precisa e di chi sin sia speso, tra Foggia e Roma, per organizzare il
loro primo concerto fuori dalla capitale e in un luogo esclusivo come il
“Circolo Daunia”, e prima che quegli ‘illustri sconosciuti’ diventassero i
grandi Francesco De Gregori e Antonello Venditti, resta il dato storico che il
loro primo spettacolo si sia tenuto proprio a Foggia.
Di certo
invita al sorriso e fa un po’ riflettere l’immagine di una situazione al limite
del paradossale, con un gruppo di ‘sinistrorsi’ e dai gusti musicali tutt’altro
che in linea con gli standard dell’epoca esibirsi (su invito!) in quello che
era, ed è, il “tempio della borghesia” foggiana.
Commenti
questa storia inedita del Folkstudio mi ha fatto viaggiare verso quella che era la vera Italia da cantautore e mi fa enormemente piacere che gli accordi di quella gioventù barbuta e speranzosa abbiano riempito anche le stanze foggiane del Circolo Daunia, presumo già all’epoca ospitato presso palazzo Barone. Non ho ricordi dell’epoca, essendo nato nel 1976, ma una cosa ricordo sempre, la testimonianza delle mie tre cugine romane che erano coinquiline dei De Gregori in un palazzo nelle vicinanze della Sala Nervi. Francesco era giovanissimo ma già si destreggiava fra versi e corde doppie; loro furono praticamente fra le prime ad avere il piacere e l’onore, a casa De Gregori, di ascoltare i primi brani di quello che sarebbe presto diventato il cantore di una generazione.
Ho un supplemento di notizia da darvi, avendo reperito sul sito del "Centro Studi sul Jazz" - dedicato al grande Arrigo Polillo - la data relativa a quello storico concerto ospitato dal "Circolo Daunia" di Foggia. L'evento si tenne il 30 gennaio 1971. Se ne occupò anche la rivista "Musica Jazz", diretta da Polillo, nel numero di marzo dello stesso anno.
Ora, come suggerisce bene Inserra, tocca ai testimoni dell'epoca farsi vivi, magari anche per spiegare come mai di quello storico evento sul sito del "Circolo Daunia" non c'è traccia alcuna.
Cordialmente (Maurizio De Tullio)