L'altro Pd di Michele Emiliano che dice ai foggiani: "Siete l'orgoglio della Puglia"
C’è un altro Pd, oltre quello quotidianamente declinato dal suo segretario premier e dalla opposizione interna. È un Pd dal cuore antico, che ambisce a scrivere un capitolo nuovo nella storia politica del Mezzogiorno. È il Pd di Michele Emiliano, il popolo della Sagra del Programma, che a Foggia ha affollato il vecchio Capitol, restituito alla sua funzione di contenitore di riflessione e discussione politica, come da tempo non si vedeva.
Qualcuno dice che il format della Sagra ricorda molto quello della Leopolda renziana. E potrà essere anche vero. Ma di diverso ci sono i contenuti e poi il metodo: la Leopolda è un evento che chiama a raccolta. La Sagra del Programma si muove per i territori, coinvolge le periferie, nel dichiarato obiettivo di renderle centrali. E poi, il linguaggio politico: quello dell’ex sindaco di Bari è agli antipodi rispetto a quello di Matteo Renzi, nonostante la solida amicizia che lega i due. E così pure i riferimenti politici e culturali, i valori. Il premier parla sempre in prima persona, e quando dice noi usa il plurale maiestatis. Emiliano preferisce usare la seconda persona plurale: voi cittadini, voi comunità. La differenza è sostanziale, perché una cosa è dire, vi ascolto ma poi decido io, ben altra è ragioniamo, e alla fine decidiamo assieme..
Il sindaco di Puglia, che costituisce lo slogan portante della campagna elettorale di Emiliano, che guida la coalizione di centrosinistra nella sfida regionale, non è una persona fisica, ma un intellettuale collettivo, e il riferimento espresso e dichiarato è Antonio Gramsci. È la comunità dei cittadini che diventa sindaco di Puglia partecipando attivamente, riflettendo, proponendo idee e soluzioni.
Emiliano indìca, con coraggio, una possibile via pugliese per affrontare il problema mai risolto della identità del Pd. E la risposta della base chiamata ormai ad esprimersi soltanto in occasione delle primarie che hanno cooptato i congressi, è entusiasta ed entusiasmante. I 350 posti disponibili nei diversi tavoli di discussione allestiti al Capitol sono presto esauriti. Il confronto è intenso.
Al termine della giornata i risultati dei lavori di gruppo sono consegnati ad Emiliano che risponde puntualmente, dedicando ai diversi temi sollevati la maggior parte del suo discorso conclusivo.
E parla non solo di temi, ma di persone, di città, di luoghi: le bellezze di quella Puglia che chiama a scrivere una pagina nuova della sua storia.
Si comincia da Cerignola e da Peppino Di Vittorio, del ruolo che hanno avuto per far assurgere il lavoro ad una risorsa di progresso e di emancipazione. “Siete l’orgoglio della Puglia”, tuona Emiliano, che auspica che da Cerignola, attraverso il rilancio della sua piattaforma logistica, parla il rilancio della provincia di Foggia.
Molta parte del discorso è dedicata alla questione delle infrastrutture, in primis le strade: “i Monti Dauni sono le montagne di Puglia e posseggono risorse straordinarie, che possono essere valorizzate soltanto sistemando le strade, migliorando la mobilità.” E ancora Lucera ("una perla, uno scrigno di bellezze assolute”), Manfredonia, il Gargano “che non deve temere il confronto con il Salento in termini turistici, perché possiede la vocazione più antica e radicata”.
Emiliano affronta anche la questione aeroportuale, auspicando che vengano migliorati i collegamenti tra il Gargano e l’aeroporto di Bari o che si possa sistemare una volta per tutte l’aeroporto di Foggia. Riferisce che i gruppi hanno insistito sulla necessità di un brand per la provincia di Foggia: “è interessante, la Puglia settentrionale potrebbe tornare a chiamarsi Capitanata, com’era una volta.”
Infine affronta il nodo del disequilibrio regionale, di questa terra che si sente spesso penalizzata. “Il termine equità è quello che ricorre in tutti i gruppi di lavoro, ed è il segno che il problema esiste. Ma non basta denunciarlo, occorre rivendicare attivamente l’equità, dovete essere protagonisti del vostro destino.”
Quanti volessero leggere il report integrale della Sagra del Programma di Foggia, lo trovano qui.
Qualcuno dice che il format della Sagra ricorda molto quello della Leopolda renziana. E potrà essere anche vero. Ma di diverso ci sono i contenuti e poi il metodo: la Leopolda è un evento che chiama a raccolta. La Sagra del Programma si muove per i territori, coinvolge le periferie, nel dichiarato obiettivo di renderle centrali. E poi, il linguaggio politico: quello dell’ex sindaco di Bari è agli antipodi rispetto a quello di Matteo Renzi, nonostante la solida amicizia che lega i due. E così pure i riferimenti politici e culturali, i valori. Il premier parla sempre in prima persona, e quando dice noi usa il plurale maiestatis. Emiliano preferisce usare la seconda persona plurale: voi cittadini, voi comunità. La differenza è sostanziale, perché una cosa è dire, vi ascolto ma poi decido io, ben altra è ragioniamo, e alla fine decidiamo assieme..
Il sindaco di Puglia, che costituisce lo slogan portante della campagna elettorale di Emiliano, che guida la coalizione di centrosinistra nella sfida regionale, non è una persona fisica, ma un intellettuale collettivo, e il riferimento espresso e dichiarato è Antonio Gramsci. È la comunità dei cittadini che diventa sindaco di Puglia partecipando attivamente, riflettendo, proponendo idee e soluzioni.
Emiliano indìca, con coraggio, una possibile via pugliese per affrontare il problema mai risolto della identità del Pd. E la risposta della base chiamata ormai ad esprimersi soltanto in occasione delle primarie che hanno cooptato i congressi, è entusiasta ed entusiasmante. I 350 posti disponibili nei diversi tavoli di discussione allestiti al Capitol sono presto esauriti. Il confronto è intenso.
Al termine della giornata i risultati dei lavori di gruppo sono consegnati ad Emiliano che risponde puntualmente, dedicando ai diversi temi sollevati la maggior parte del suo discorso conclusivo.
E parla non solo di temi, ma di persone, di città, di luoghi: le bellezze di quella Puglia che chiama a scrivere una pagina nuova della sua storia.
Si comincia da Cerignola e da Peppino Di Vittorio, del ruolo che hanno avuto per far assurgere il lavoro ad una risorsa di progresso e di emancipazione. “Siete l’orgoglio della Puglia”, tuona Emiliano, che auspica che da Cerignola, attraverso il rilancio della sua piattaforma logistica, parla il rilancio della provincia di Foggia.
Molta parte del discorso è dedicata alla questione delle infrastrutture, in primis le strade: “i Monti Dauni sono le montagne di Puglia e posseggono risorse straordinarie, che possono essere valorizzate soltanto sistemando le strade, migliorando la mobilità.” E ancora Lucera ("una perla, uno scrigno di bellezze assolute”), Manfredonia, il Gargano “che non deve temere il confronto con il Salento in termini turistici, perché possiede la vocazione più antica e radicata”.
Emiliano affronta anche la questione aeroportuale, auspicando che vengano migliorati i collegamenti tra il Gargano e l’aeroporto di Bari o che si possa sistemare una volta per tutte l’aeroporto di Foggia. Riferisce che i gruppi hanno insistito sulla necessità di un brand per la provincia di Foggia: “è interessante, la Puglia settentrionale potrebbe tornare a chiamarsi Capitanata, com’era una volta.”
Infine affronta il nodo del disequilibrio regionale, di questa terra che si sente spesso penalizzata. “Il termine equità è quello che ricorre in tutti i gruppi di lavoro, ed è il segno che il problema esiste. Ma non basta denunciarlo, occorre rivendicare attivamente l’equità, dovete essere protagonisti del vostro destino.”
Quanti volessero leggere il report integrale della Sagra del Programma di Foggia, lo trovano qui.
Commenti
... a meno che, per essere l'orgoglio delle Puglie, non si debba essere ridotti allo stato economico sociale e di sudditanza politica nel quale ci troviamo.
Quì il termine orgoglio parte dal resto delle Puglie e si rivolge alla Daunia: “Siete l’orgoglio della Puglia”, tuona Emiliano da Bari.
Perchè mai vossia, saremmo "l'orgoglio" delle Puglie? (Puglie Emiliano, non Puglia perché di Puglie ce n'è più d'una)...
Non ci è dato di sapere...
Così ci tocca d'interpretare l'enigma con le ovvietà e i luoghi comuni di un discorso politico vuoto.
Che "i Monti dauni" siano infatti le montagne di Puglia (Puglie Emiliano), ne siamo al corrente sin da quando eravamo bambini e così anche dei problemi che li affliggono.
Che Lucera sia bella, lo scrive perfino la guida del Touring.
E, mentre ci stavamo trastullando in questa magnifica retorica, parte il primo colpo di maglio rivelatore degli intendimenti del candidato sindaco della Puglia baricentrica: la questione aeroportuale.
Emiliano da Bari l'affronta di "petto" e di "mento" ripetendoci come i suoi predecessori baresi che, "devono essere migliorati i collegamenti tra il Gargano e l'aeroporto di Bari".
Mah, che ci sia una relazione tra questo dire e il mancato allungamento della pista del Gino Lisa?
Lo crediamo fermamente.
Poi il successore di Antonio Gramsci in salsa pugliese, ci informa che "la Puglia settentrionale potrebbe tornare a chiamarsi Capitanata, com'era un volta".
Chi lo capisce è bravo.
Che abbia in mente di separare gli interessi di Foggia dal territorio provinciale circostante?
A ragione, lo sospettiamo.
Infine il foggianesimo che torna sotto mentite spoglie: il nodo del disequilibrio regionale.
La soluzione di Emiliano da Bari non è in una equa distribuzione delle risorse contro la prepotenza barese ma, per il candidato sindaco della Puglia, "...il termine equità ... non basta denunciarlo, occorre rivendicare attivamente l'equità".
In verità, esimio candidato Emiliano da Bari, lo facciamo ogni giorno da quando siamo stati costretti dentro i confini della Regione Puglia anziché Puglie).
"Dovete essere protagonisti del vostro destino", continua...
Grazie, sappiamo anche e stiamo già provvedendo per lasciare la Puglia baricentrica e matrigna.
Vogliamo però, prima di congedarLa, candidato sindaco delle Puglie sottostanti, ricordarLe che l'orgoglio smodato di voi baresi, comporta un senso di superiorità tale da sconfinare nella superbia che presso la dottrina cristiana è il più grave dei sette peccati capitali.
Adieu Emiliano e, buon ritorno a Bari.
Ah, non dimentichi di portare con se, i mezzi frigorifero fatti arrivare per il buffet.
Adieu.