Il paesaggio? Ridotto a schifezza

Commentando la recente lettera meridiana sulla mutazione del paesaggio in Capitanata dovuta al proliferare incontrollato delle pale eoliche (un inutile proliferare, perché buona parte dell'energia che si potrebbe potenzialmente produrre resta nei parchi, a causa dell'inadeguatezza delle rete), Alfre De Martino regala agli amici del blog una toccante descrizione del pesante cambiamento patito dal paesaggio.
"Tanto per cominciare - scrive De Martino - non la chiamerei più energia pulita o verde, l'impatto ambientale è quanto di peggio si possa vedere, perché le pale si vedono e come. Un tempo da Foggia era come dare uno sguardo alla natura incontaminata quando volgevamo gli occhi all'orlatura del Subappennino, d'inverno per capire se nevicava il primo luogo da osservare era proprio la meravigliosa corona di monti che ci circonda. Possiamo farlo anche oggi, certo, ma che schifezza: tutti quei pali, anche a 40 km sono perfettamente visibili, per non parlare dei pannelli fotovoltaici: sono ecologici e puliti fino a quando li mettono sui tetti, tutt'altro quando occupano terra vergine. Vorrei ricordare a tutti che, fino ad oggi, non'è ancora stato scoperto un pianeta come la Terra. Sarà difficile far diventare la Luna come questo mondo ma sarà facilissimo, ci vuole poco, a far diventare la Terra come uno qualsiasi degli aridi asteroidi che ci circondano."
Bello, vero? La lettera meridiana ha conquistato diversi "mi piace" su facebook. Due, in particolare, mi piace mettere in evidenza: quelli di Eustacchio Antonucci e di Augusto Marasco. Entrambi hanno detenuto e detengono posizioni importanti all'interno di quella che si definisce classe dirigente. Marasco è in corsa per la fascia tricolore, nel capoluogo dauno. Speriamo che i "mi piace" di oggi possano innescare anche un diverso atteggiamento politico, in futuro.
Il territorio è stato fatto oggetto di uno scempio senza precedenti, senza che la politica alzasse un dito per evitarlo.

Commenti

Unknown ha detto…
Oltre alle Pale eoliche che hanno distrutto il paesaggio del comune di Celle di San Vito nei monti Dauni adesso c'è la minaccia della centrale a biomasse che per il momento allontanata ma che ha preso piede un nuovo progetto per il paese: la costruzione di tre piccole centrali a pellet, una per ciascun dei tre edifici del comune inutilizzati, al di fuori dell'edificio Comunale dove vi sono gli impiegati. Una bruttura da realizzare in un paese che ha la caratteristica di aver conservato le case medioevali in pietra che andrebbero valorizzate e pubblicizzate.

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