Perché l'apertura di Amendola ai voli civili è positiva. Anche per il Lisa.
Ci sono almeno tre buoni ragioni di soddisfazione (anche da parte di chi, come me, sostiene la causa dell'aeroporto Lisa) per l'annunciata apertura dell'aeroporto militare di Amendola ad una parziale e provvisoria utilizzazione a fini civili.
La prima è di natura politica. Per la prima volta dopo non so quanti anni, un politico nato in provincia di Foggia riesce a spuntare un risultato concreto per la sua terra.E non è stata cosa facile. L'Aeronautica Militare aveva in passato ostinatamente chiuso la porta ad ogni possibilità di un'apertura dello scalo pedegarganico a voli civili. Il ministro Mauro ce l'ha fatta, e gliene va da atto, sperando che si tratti l'inizio di una inversione di tendenza che veda la Capitanata risarcita dei numerosi torti patiti negli ultimi anni (tanto per citare un paio di casi, l'agenzia nazionale per la sicurezza alimentare e la diga di Piano dei Limiti).
La seconda ragione di soddisfazione è economica. Il turismo garganico e dauno annaspano. La mancanza di uno scalo efficiente viene indicata tra i principali fattori critici, che riducono la capacità degli operatori turistici del promontorio di competere in un mercato che sta diventando sempre più difficile e sempre più condizionato dalla mobilità. Nel mondo villaggio, una località turistica è chiamata a competere con il resto del globo. Se non ce la fa, corre il rischio di restare tagliata fuori.
La terza ragione, forse la più importante, riguarda proprio il destino del Gino Lisa. La svolta propiziata dal Ministro Mauro schiude nuovi orizzonti per lo stesso aeroporto di Foggia perché accelera i tempi di un'azione di marketing territoriale, che dovrà vedere impegnata in prima fila la Regione Puglia, chiamata a farsi carico, assieme alle istituzioni locali, della individuazione delle compagnie che utilizzeranno Amendola per i loro voli.
Attorno a questo obiettivo è chiamato a far quadrato tutto il territorio. Perché se i vettori verranno trovati, cadrà una volta per tutte il luogo comune che vuole che non vi sia domanda di volo aereo da e per la provincia di Foggia, e per lo stesso Gino Lisa diventerà più semplice tornare ad inserirsi in dinamiche di offerta e di operatività più avanzate.
Naturalmente, il positivo annuncio dato dal Ministro Mauro non sposta di una virgola tutti i problemi che riguardano l'aeroporto di Foggia, proprio perché l'uso di Amendola è del tutto parziale e provvisorio, e comunque l'aeroporto di riferimento della Puglia settentrionale resta il Lisa. Ma, a parte l'inspiegabile ritardo della valutazione d'impatto ambientale da parte del Ministero dell'Ambiente e l'altrettanto inspiegabile silenzio sulla questione dei parlamentari della provincia di Foggia, mi sento di essere ottimista.
Adesso il dado è tratto, e sarà difficile tornare indietro. I detrattori del Lisa non potranno più confidare negli eterni rinvii, nei ritardi, nelle mille pastoie che hanno rallentato l'efficientamento di una struttura nevralgica per il futuro dell'intera provincia.
L'apertura di Amendola riapre i giochi attorno alla questione sostanziale che riguarda il futuro del volo aereo in Capitanata: verificare che esiste una domanda, e quindi rispondere alla domanda con infrastrutture moderne ed efficienti.
La prima è di natura politica. Per la prima volta dopo non so quanti anni, un politico nato in provincia di Foggia riesce a spuntare un risultato concreto per la sua terra.E non è stata cosa facile. L'Aeronautica Militare aveva in passato ostinatamente chiuso la porta ad ogni possibilità di un'apertura dello scalo pedegarganico a voli civili. Il ministro Mauro ce l'ha fatta, e gliene va da atto, sperando che si tratti l'inizio di una inversione di tendenza che veda la Capitanata risarcita dei numerosi torti patiti negli ultimi anni (tanto per citare un paio di casi, l'agenzia nazionale per la sicurezza alimentare e la diga di Piano dei Limiti).
La seconda ragione di soddisfazione è economica. Il turismo garganico e dauno annaspano. La mancanza di uno scalo efficiente viene indicata tra i principali fattori critici, che riducono la capacità degli operatori turistici del promontorio di competere in un mercato che sta diventando sempre più difficile e sempre più condizionato dalla mobilità. Nel mondo villaggio, una località turistica è chiamata a competere con il resto del globo. Se non ce la fa, corre il rischio di restare tagliata fuori.
La terza ragione, forse la più importante, riguarda proprio il destino del Gino Lisa. La svolta propiziata dal Ministro Mauro schiude nuovi orizzonti per lo stesso aeroporto di Foggia perché accelera i tempi di un'azione di marketing territoriale, che dovrà vedere impegnata in prima fila la Regione Puglia, chiamata a farsi carico, assieme alle istituzioni locali, della individuazione delle compagnie che utilizzeranno Amendola per i loro voli.
Attorno a questo obiettivo è chiamato a far quadrato tutto il territorio. Perché se i vettori verranno trovati, cadrà una volta per tutte il luogo comune che vuole che non vi sia domanda di volo aereo da e per la provincia di Foggia, e per lo stesso Gino Lisa diventerà più semplice tornare ad inserirsi in dinamiche di offerta e di operatività più avanzate.
Naturalmente, il positivo annuncio dato dal Ministro Mauro non sposta di una virgola tutti i problemi che riguardano l'aeroporto di Foggia, proprio perché l'uso di Amendola è del tutto parziale e provvisorio, e comunque l'aeroporto di riferimento della Puglia settentrionale resta il Lisa. Ma, a parte l'inspiegabile ritardo della valutazione d'impatto ambientale da parte del Ministero dell'Ambiente e l'altrettanto inspiegabile silenzio sulla questione dei parlamentari della provincia di Foggia, mi sento di essere ottimista.
Adesso il dado è tratto, e sarà difficile tornare indietro. I detrattori del Lisa non potranno più confidare negli eterni rinvii, nei ritardi, nelle mille pastoie che hanno rallentato l'efficientamento di una struttura nevralgica per il futuro dell'intera provincia.
L'apertura di Amendola riapre i giochi attorno alla questione sostanziale che riguarda il futuro del volo aereo in Capitanata: verificare che esiste una domanda, e quindi rispondere alla domanda con infrastrutture moderne ed efficienti.
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